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Sogno, quindi esisto

di Alejandro Di Giovanni

(Articolo tratto da “Fuori della Rete” 05/2010 – Pubblicato sul sito di “Palazzo Tenta 39″ di Bagnoli Irpino il 06.05.2010)

Una mattina mi destai,  era scuro e tetro il mondo, e io stavo bene. Il mattino seguente mi ridestai, era lucente e brillante il mondo, e io accusavo la bellezza, alterandola in disagio. Si trascina la vita, mutevole e illogica, cambiano repentinamente umori, sensazioni, affetti …  una sera stavo con un amico, ci stavo bene, la sera successiva non l’ ho nemmeno guardato. Camaleontiche percezioni, vita ingannevole, variano convinzioni e principi come epidermidi di serpenti … una volta confezionavo di continuo affermazioni di un certo tipo, la volta dopo tramutavano nel modello e nella forma. Si alternano come giorno e notte, come sole e luna, i piaceri, i godimenti … un pomeriggio mi eccitai al suono di un brano, sbavai alla visione di un film, il pomeriggio seguente ero inamidato a qualsiasi nota e scena.  
Tutto ciò che viviamo è terribilmente fragile, caduco, provvisorio, tutto può crollare in un’ istante, e a nulla servono le nostre dannate buone maniere,  i nostri buoni propositi, i nostri ridicoli progetti, ma il mondo no, mosso da pulsioni diverse impone un sistema cristallizzato, dove tutto deve rimanere immobile, fisso, statico, a mutare sono solo i dettagli.
L’ ignavia prende il sopravvento dinanzi alla politica, sempre più disonesta, sempre più meschina, dinanzi alla giustizia sempre più iniqua e fine a risolvere problemi personali di legislatori, apatia dinanzi all’ informazione pilotata, dettata, imposta, votata a far credere la bontà dei potenti comandanti ( ahimè la maggioranza delle persone non sembra dotata di filtri, così le intenzioni dei messaggi colpiscono con successo: tutti con Berlusconi, senza provare alcuna vergogna e senza minimo pensiero critico ), inerzia dinanzi a questo mondo falso e costruito, dove i giovani fanno spazio a vecchi che cercano di creare un futuro che non vedranno mai, ma che noi purtroppo dobbiamo vivere, indifferenza verso tutte le mode, verso la continua somministrazione di mediocrità attraverso filmettini e canzonette, attraverso ciò che volete rappresentare continuamente occupando i nostri pensieri con demenziali stronzate: mondo banale, patetico, estraneo, malato, è l’ evoluzione, avanti con l’ evoluzione stagnante, avanti col progresso – regresso, senza umanità, senza uguaglianza, senza autenticità, andremo lontano … un mondo migliore è possibile, ma non qui, l’ umanità ha fatto da sempre schifo.
Quando ti accorgi che è tutto sbagliato, che è tutto inutile, e che sarà sempre così, diventa insostenibile ogni cosa: alla vista di vassoi argentati, al profumo di cucinato invitante, risponderei con un’ interminabile rigetto intriso di letale malumore ed irritazione … ma in fondo è tutto inutile.
Domani mi sveglierò, non so con quali vecchi o nuovi propositi, non so nulla a dire il vero,  però quanto vorrei ritrovarmi in un mondo del tutto diverso … probabilmente lo troverò stanotte sognando, ma domani mattina no, no di certo, dovrei incominciare da me, i sogni sono meno complicati della realtà, non chiedono nulla, non pretendono di spiegare niente, la felicità e la realtà ideale risiedono in mondi immaginari, onirici, raggiunti attraverso lo sconvolgimento dei sensi, attraverso un’ immersione totale in esperienze fittizie, o per mezzo del semplice viaggiare ad occhi aperti, il resto è un vociare di fondo sconnesso e distante, cori di presuntuosi avventori del sistema ordinato in guerre, potere, ricchezza, ipocrisia, perbenismo, politica: questa realtà non è l’ unica immaginabile e vivibile, essa si protrae sempre identica, tediosa e patetica a differenza della nostra continua ricerca del mutevole, così  l’ idea di poterla fuggire frequenta sempre più il nostro tempo, al conflitto d’ interessi rispondiamo col conflitto di realtà; cari fottutissimi padroni di stati, di leggi, di idee dominanti … qui non si entra, qui non si può.
Nell’ era del disagio, della depressione, non serve più la lotta bensì il riparo, l’ arresa, il trasporto, per questo motivo non c’è più resistenza , opposizione, indignazione …
Si cerca semplicemente di abitare altrove, il che ha i suoi vantaggi, ma risulta anche deleterio per la società, per la massa sempre più retrograde ed ottusa, ed è probabilmente la sua inettitudine e questo stato di cose oggi a determinare il nostro sconforto verso questa realtà, la constatazione di un mondo che non cambierà e che probabilmente cambierà noi.

Articolo, SOGNO, QUINDI ESISTO, Alejandro Di Giovanni, 02.05.2010

                                                                                                       

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