Il convegno: “Lago Laceno, riserva ambientale e protezione delle acque”
10.12.2014, L’iniziativa
L’Associazione socio-culturale “Palazzo Tenta 39”, con il patrocinio del Comune di Bagnoli Irpino, organizza un convegno dal tema: “Lago Laceno: riserva ambientale e protezione delle acque. Incontri sul territorio”. L’appuntamento è per SABATO 13 DICEMBRE 2014 ore 10,30 presso la Sala Consiliare di Santa Caterina in Via Roma a BAGNOLI IRPINO.
SALUTI: FILIPPO NIGRO, Sindaco di Bagnoli Irpino e GIULIO TAMMARO, Presidente Associazione Culturale Palazzo Tento 39.
RELAZIONI: ELIO ESSE, Ornitologo ASOIM: Riqualificazione del Lago Laceno in coerenza con il suo status di Sito d’Importanza Comunitario; ROCCO LAFRATTA, Geologo ambientale CIRF (Centro Italiano Recupero Fluviale): L’areo umido dello Piano del Lago di Laceno Comune di Bagnoli Irpino (AV).
MODERA: GIULIO D’ANDREA (Giornalista de Il Mattino)
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LE FOTO (a cura di Giovanni Nigro e Antonella Del Genio)__________________________
GLI INTERVENTI …
Lago Laceno: riserva ambientale e protezione delle acque (prof. Rocco Lafratta)
RITORNO AL FUTURO: progetto di riqualificazione naturalistica del Lago Laceno (prof. Elio Esse)
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GLI APPROFONDIMENTI …
Riqualificazione del Lago Laceno in coerenza con il suo status di Sito d’ Importanza Comunitaria
Elio Esse – Ornitologo ASOIM (Associazione Studi Ornitologici Italia Meridionale)
Nel 2012, l’ASOIM, insieme ad altri professionisti, presentò al Comune di Bagnoli Irpino un progetto di riqualificazione del Lago Laceno, predisposto sulla base degli obiettivi perseguiti dalla misura 227 dell’Asse II del Programma di Sviluppo Rurale (PSR CAMPANIA 2007-2013). Oltre che al recupero degli straordinari aspetti geologici e paesaggistici, la finalità ancora più importante era quella di restituire al sito il suo antico patrimonio di biodiversità considerato sia nella sua componente vegetazionale che faunistica ed in particolar modo con riferimento a quella ornitica legata alle aree umide. Il sito oltre ad essere stato individuato dalla Regione Campania come S.I.C. (Sito di Importanza Comunitaria) e quindi facente parte della RETE NATURA 2000, rientra anche tra quelli indicati dall’ISPRA in cui svolgere i censimenti invernali degli uccelli acquatici o I.W.C. (International Waterbird Census). Tuttavia l’enorme potenzialità del sito in termini di biodiversità, attualmente è penalizzata in modo sproporzionato dalla mancanza assoluta di vegetazione igrofila ripariale e quella idrofitica, derivanti da pratiche antropiche attuate da più di un secolo. L’intervento proposto, oltre a rinaturalizzare la piana restituendola alla comunità bagnolese nella sua integrale bellezza, rappresenta una straordinaria opportunità per lo sviluppo di un turismo sostenibile e qualificato, lontano dal modello seguito negli ultimi decenni che più che benefici è stato portatore di degrado.
L’area umida della Piana del Lago di Laceno Comune di Bagnoli Irpino (AV)
Rocco Lafratta – Geologo ambientale CIRF (Centro Italiano Recupero Fluviale)
Il lago Laceno situato nella omonima Piana, rappresenta un importante bacino carsico endoreico di raccolta di acqua, che alimenta numerose sorgenti tra cui le più importanti sono quelle di Caposele, che con i suoi 5000 litri/secondo, futuri 9000l/s, alimenta la Regione Puglia. Per la proposta di realizzazione del progetto di riqualificazione del sito, si è tenuto conto di una serie di prescrizioni ed indicazioni contenute nelle “Linee guida per la ri-costruzione di aree umide per il trattamento di acque superficiali”, pubblicato dall’ANPA, 2002. Il Lago di Laceno è un bacino a rischio di inquinamento per la presenza di attività antropiche impattanti, aspetto questo che pone l’accento sull’importanza delle aree umide e le fasce boscate, con effetto tampone per il trattamento naturale delle acque inquinate da solidi sospesi, nitrati, fosfati, ecc, con funzioni multiple.
L’avifauna dei Monti Picentini e la loro protezione nelle aree SIC e ZPS
Danila Mastronardi – Ornitologa Vice Presidente ASOIM (Associazione Studi Ornitologici Italia Meridionale)
Si relazionerà in merito alle comunità ornitiche tipiche delle varie tipologie ambientali che ricadono nell’intero comprensorio dei Monti Picentini, con particolare riferimento alle aree SIC e ZPS.
Si metteranno in evidenza le relazioni ecologiche che intercorrono fra le specie e fra queste e gli ambienti che le ospitano. Particolare risalto verrà dato alle specie in diversa misura minacciate di estinzione e protette ai sensi delle normative vigenti, evidenziando le possibili minacce a cui sono soggette.
Conservazione tra norme e natura
Maurizio Fraissinet – Presidente ASOIM (Associazione Studi Ornitologici Italia Meridionale)
Un importante momento di svolta per la conservazione della natura nel nostro paese è stato l’approvazione della legge quadro sulle aree naturali protette, la legge n.394 del 1991, che ha introdotto nel nostro sistema legislativo le istanze che da tempo provenivano dal mondo scientifico e conservazionistico. Una legge, è bene ricordarlo, considerata tra le migliori in Europa e presa a modello da altri paesi. Una legge che però, successivamente, ha avuto riletture e modifiche che ne hanno in parte snaturato la portata iniziale. Dalla legge quadro sono derivate le leggi regionali (per la Campania la legge n.33 del 1993, la prima ad essere pubblicata da una Regione all’indomani della legge quadro). Il processo normativo è andato evolvendo negli anni con l’introduzione anche di norme comunitarie che hanno portato all’istituzione di due nuove categorie di aree naturali protette: SIC e ZPS. Una riflessione su tali norme, sul loro significato, e sugli aspetti applicativi visti dalla parte della natura, e quindi della tutela anche dell’uomo dai rischi naturali, andrebbe fatta, anche per riportare un po’ di chiarezza dinanzi alle tante diverse chiavi di lettura avutesi in questi anni, spesso anche da chi non ha conoscenza degli equilibri e dei fenomeni naturali.
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A rischio il “bacino idrico” del Lago Laceno!
13.12.2014, Note al convegno (di Federico Lenzi)
Fognature, acquedotto pugliese, turismo selvaggio e capi di bestiame in eccesso …
Si è svolta stamane nella sala Caterina del comune di Bagnoli Irpino la manifestazione “Lago Laceno, riserva ambientale e protezione delle acque” che ha visto l’esposizione delle problematiche del bacino e del progetto realizzato per salvaguardarlo dall’”Asoim”. Alla presenza del primo cittadino Filippo Nigro e del presidente dell’associazione “Palazzo-Tenta39”, i relatori Elio Esse ornitologo “Asoim” e Rocco Lafratta geologo ambientale “Cirf” hanno esposto i loro studi dinanzi alle classi terze medie dell’istituto “Michele Lenzi” e a molti concittadini. Giulio D’Andrea giornalista de “Il Mattino” ha fatto da moderatore nell’evento.
Nel suo intervento il sindaco Filippo Nigro ha sottolineato l’importanza di riprendere un dialogo tra le parti sulle problematiche del paese, ma ha ancora ribadito di farlo ognuno dalla propria parte. Il lago Laceno oltre ad essere il simbolo della località è considerato dall’amministrazione un tassello importantissimo per lo sviluppo del Laceno e per avere alternative alle piste. Il progetto è stato già portato all’”Ufficio tecnico” che ha contattato i progettisti e si spera di realizzarlo prossimamente. Ha, anche, annunciato che la “Snam” non avendo operato una bonifica, dopo i lavori al gasdotto effettuati anni fa, sta provvedendo a risarcire la comunità progettando un intervento di recupero con piante autoctone e sistemazione degli argini. Si spera di fare questi lavori la prossima primavera e di farne certamente di maggiori negli anni a venire.
Nel piccolo intervento di presentazione il presidente Giulio Tammaro ha spiegato come la conferenza sia stata presentata all’amministrazione con un ciclo di altre tre (inerenti sempre alla montagna): al momento si sono trovati i fondi per fare questa e quella della prossima settimana. Si spera di poter realizzare le prossime due nel 2015, indipendentemente dai finanziamenti. Nel concludere i ringraziamenti ha evidenziato i meriti del socio Luca Branca, la cui collaborazione ha reso possibili queste due conferenze.
E’ quindi iniziato il convegno con il primo intervento di Rocco Lafratta geologo ambientale del CRF. Lafratta ha messo in chiaro da subito che il Laceno è un serbatoio idrico e disseta milioni di persone. La piana del Laceno è simile ad un imbuto che attraverso una serie d’inghiottitoi fa da scarico naturale, facendo defluire l’acqua nella roccia calcarea. La piana è a rischio perché da trenta anni è usata per scopi turistici e agricoli. Vari canali drenano la piana apportando acqua al lago, ma dalle foto satellitari degli ultimi quindici anni risulta che le dimensioni non siano mai costanti. Il livello dell’acqua è legato alle precipitazioni atmosferiche e pertanto bisogna regolarsi in base ad esse nel prelevare le acque.
Anni fa studiando la piana hanno riscontrato 1500 abitanti di cui 300 fissi e 1200 solo nei weekend e nei festivi. Nel weekend la popolazione di Bagnoli-Laceno aumenta del 50% . La gente usa l’acqua e scarica quella sporca. Sul Laceno è in funzione una fognatura in pianura lunga sei chilometri con evidenti problematiche di scolo. A questo si aggiunge che funzionando a flussi col tempo si sedimenta. E’ stata realizzata vent’anni fa incastrando anelli di cemento, pertanto la fogna del Laceno perde “liquidi”. Il secondo problema è dato dagli escrementi dei bovini e degli ovini che per legge sul Laceno dovrebbero essere 3 o 5 capi per ettaro, ma ce ne sono molti di più e creano inquinamento.
Tutte le acque finiscono nel lago, poi riattraversano sotterraneamente la piana e riescono a Caposele per essere portate in Puglia. Nel 1980 il terremoto ha mandato nelle viscere molte sorgenti diminuendo la portata d’acqua. Attualmente forniamo circa 5000 litri al secondo, ma i pugliesi ne pretendono altri 4000 con la “Pavoncelli bis” e continuano a disperdere metà dell’acqua fornita con tubature obsolete! A ciò si aggiunge che la regione Puglia paga il ristoro per l’acqua sottratta a Caposele e non a Bagnoli Irpino. Il ristoro può essere ottenuto dalla comunità locale tramite una lotta principalmente politica e in secondo luogo giuridica. A detta di Lafratta aumentare la portata sarebbe catastrofico, ma spesso gli studiosi non vengono ascoltati. In conclusione, ha esposto in maniera sistematica gli interventi da realizzare a livello locale e regionale:
1) Limitare il numero di animali.
2) Avere il ristoro dalla Puglia e dare parte del rimborso agli allevatori per i capi in meno.
3) Sul lago Laceno in teoria non si dovrebbe più costruire perché è un sito d’importanza comunitaria, ma almeno bisogna trovare il giusto equilibrio tra ambientalismo ed economia nelle future opere.
4) Sistemare le fognature.
5) Usare materiali adatti negli argini.
Gli acquedotti sono stati costruiti negli anni 60’ quando nessuno sapeva veramente come funzionava il sistema. Di fatto al momento subiamo un furto d’acqua. La Regione Campania con la legge 14 del 2010 s’impegna a proteggere le acque dai nitrati di origine agricola (escrementi), in realtà poco o nulla è stato fatto.
Il geologo Lafratta, a questo punto, ha invitato il primo cittadino a far collaborare la “Snam” con i tecnici di questo progetto, per non disperdersi negli interventi sul lago. Il sindaco ha accettato la proposta e quindi nei prossimi mesi dovrebbe esserci un confronto tra i tecnici del progetto “Asoim” e i tecnici “Snam”. Il primo cittadino ha, inoltre, evidenziato come la nostra comunità paghi il prezzo della situazione senza averne benefici. Sottolineando anche la perenne conflittualità tra allevatori e albergatori. Lafratta ha aggiunto che spesso le mucche vanno dove non devono e che gli argini sono fatti con materiali non idonei all’ecosistema (cemento).
Ha parlato, dunque, Elio Esse ornitologo “ASOIM” che ha chiesto un ritorno al futuro nel ripristinare una situazione vigente centinaia di anni fa. Ha spiegato come il Laceno sia parte di un’area detta “Natura 2000” d’interesse europeo per il paesaggio e per la biodiversità. La permanenza in quest’area implica la difesa dell’ecosistema, ma permette soprattutto di ottenere fondi per qualsiasi lavoro che non lo danneggi! Pertanto se un commissario europeo vedesse ciò che ha combinato la “Snam” sul Laceno, non esiterebbe a multarci.
Ha proseguito spiegando ai ragazzi che il nostro è chiamato “lago che respira” non avendo un regime costante. Il progetto ha quindi varie finalità: aumentare il numero di animali e piante da incontrare nella piana, attenuare gli sbalzi del lago e favorire un turismo senza interventi spropositati (occorre evitare la cementificazione). Bisogna puntare su un turismo naturalistico che crei opportunità di lavoro nella gestione di quest’area protetta, nell’artigianato (lavorazione di giunchi e vimini impiantati) e nelle attività di educazione ambientale. La biodiversità è sinonimo di ricchezza economica e il progetto è volto in tal senso.
Venendo quindi al tema della giornata il prof Esse ha esposto il progetto di recupero del lago Laceno nel dettaglio.
L’area occupata dalla riserva del lago dovrebbe essere di quaranta/cinquanta ettari. Bisognerebbe fare staccionate di due metri (per i bovini) e siepi molto fitte (per i cani) lungo la strada. Per staccionata s’intende un struttura con pali molto più spessi dell’attuale e con trattamenti che ne impediscano il marcire nell’acqua. Nella piana, oltre le staccionate e le siepi, occorre alzare un terrapieno che circondi il lago: alto tre metri e su cui sia possibile camminare. Gli animali non dovrebbero assolutamente entrare nel lago. Hanno trovato sotto la strada tre zone d’infiltrazioni carsiche che devono essere impermeabilizzate con materiale compatibile all’ecosistema per diminuire la perdita di acqua. Inoltre, bisogna scavare la piana per regolare il fondale del lago (non si scenderà mai più di due metri). Il lago non dovrà essere più superficiale, ma avere una profondità media di due metri per mantenere il livello nel corso dell’anno. Dal lato della montagna servono piante e alberi che devono fermare la discesa di sedimenti. Nel progetto il lago è stato diviso in due sezioni: sono stati creati nella prima parte (quella che s’incontra venendo da Bagnoli e che sparisce in primavera) due isolotti per far riprodurre gli animali. Il punto più profondo sarà quello sotto l’hostel, come è attualmente. A questo punto per evitare che il lago oltrepassi il terrapieno e distrugga tutto quello che verrà fatto, nella zona opposta all ‘hostel saranno creati dei troppopieni che faranno defluire l’acqua in eccesso nella piana. Intorno alle rive del lago la vegetazione dovrà servire a limitare l’evaporazione.
La biodiversità è poca al momento, saranno però impiantate specie autoctone già presenti nelle nostre montagne. Si va da organismi monocellulari ad arbusti ed alberi che avranno ricadute poistive sugli animali che seguiranno. Non si può aspettare i tempi naturali, ma sarà tutto creato artificialmente. L’ecosistema dovrebbe poi autosostenersi. Si parla di ben settantasette specie di piante. Le piante ossigeneranno le acque depurandole. Per quanto riguarda gli animali nello specifico saranno portate ben dodici specie di anatre, varie specie di aironi, gazzette, tarabusi, sgarze, martin pescatori, tritoni, sei specie di rane e rospi, testuggini palustri e serpenti come il bivacco. Nel bosco verrebbero immessi specie di faina, donnola , volpe, tasso, puzzola e inoltre uccelli come il pettirosso maggiore , il pettirosso minore, rondini, salamandre pezzate e tanti altri. Molti animali potranno essere salvati e preservati grazie a questo intervento! Un tempo c’erano questi animali e ora occorre ripristinarli. Ci sarebbero passerelle per esplorare questa riserva e anche capanne di canna per osservarne la fauna.
I soldi per un progetto del genere in un’area “Natura2000” sono già disponibili, bisogna solamente presentare il progetto appena uscirà il bando. Aggiungiamo che i professori prima della nostra conferenza hanno già presentato il loro progetto in comune come “ASOIM” nel 2012, ma la passata giunta non è riuscita nei tempi essendo vicino il termine del mandato. L’”ASOIM” ha ripresentato questo progetto lo scorso anno anche all’attuale giunta di Bagnoli Irpino e si spera che finalmente la proposta venga presa in considerazione.
Gli esperti in conclusione hanno anche sottolineato come sia impossibile approvare progetti più invasivi con maggiori finalità commerciali su un area sensibile come quella del lago Laceno! Gettare grandi colate di cemento nella piana del lago Laceno equivale ad incorrere in una pesante sanzione da parte dell’Unione Europea! Infine, impossibile negare che molte villette sul Laceno hanno ancora pozzi neri, che la schiuma che avvolte è comparsa sulle sponde del lago era dovuta a sversamenti illegali di prodotti caseari, che l’antincendio ogni estate svuota oltremodo il lago e che il turismo dei pic-nic selvaggi non fa che infliggere ulteriori ferite all’ecosistema.
La situazione del lago è critica non è più l’ora delle chiacchiere e degli “insieme per il futuro” o degli “ora si può”: è giunta l’ora di affrontare i problemi con una collaborazione totale del popolo bagnolese, senza se e senza ma.
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Laceno, sanare una vecchia ferita
14.12.2014, Il Quotidiano del Sud
Ieri la conferenza tematica sul Lago organizzata dall’associazione “Palazzp Tenta 39″.
La riqualificazione del Lago Laceno è stato tema dell’oggetto della conferenza tematica, organizzata dall’Associazione socio-culturale “Palazzo tenta 39″, con il patrocinio del Comune di bagnoli Irpino. Davanti agli studenti, i professoriElio Esse, ornitocolo ASOIM (Associazione Studi Ornitologici Italia Meridionale) e Rocco Lafratta, Geologo ambientale CIRF (Centro Italiano Recupero Fluviale), hanno esposto su problemi, rischi e prospettive relativi all’habitat naturale sul Laceno e all’invaso, che da anni ha subito un forte ridimensionamento in termini di portata idrica.
Primo piano naturalmente sulla risorsa idrica e di come debba diventare cultura nella pratica quotidianailò giusto rapporto con l’acqua. Un ambiente, questo sull’altopiano del Laceno, che deve fare i conti con le esigenze turistiche e con la pastorizia, pratica anche questa da regolamentare per garantire la minima portata nell’invaso.
Tra gli interventi, interessante anche quello del sindaco di Bagnoli Irpino, Filippo Nigro, che si è soffermato sulle ultime novità in ordine di tempo. Una delle questioni in discussione da parte dell’amministrazione comunale è relativa all’ambiente “ferito” sul Laceno, a causa dei lavori di anni fa del gasdotto. Il sindaco ha riferito di incontri con i referenti dell’azienda che ha gestito i lavori e con la quale è aperto un confronto con l’obiettivo di ottenere la bonifica dell’ambiente.
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L’INVITO
Ottima iniziativa, non riesco ad esserci purtroppo.