Maxisequestro di tartufi
22.11.2014, Il Quotidiano del Sud
Operazione della Forestale, circa cento i controlli in Irpinia.
Il tartufo era nero, ma la vendita allo stesso colore evidentemente non è stata una buona scelta. Così per chi commercializzava senza alcuna tracciabilità “l’oro nero” della provincia di Avellino, ovvero il tuber mesentericum, meglio conosciuto come tartufo nero di Bagnoli Irpino, ha avuto non solo un salasso ma anche il sequestro del prodotto.
L’attività di vigilanza posta in essere in ambito provinciale da parte del Corpo Forestale dello Stato ha interessato un centinaio di controlli, fra raccoglitori e punti vendita ed ha comportato il sequestro/confisca di circa 30 Kg. di funghi e tartufi freschi, con l’elevazione di numerose sanzioni amministrative per un importo complessivo di circa 5.000 euro.
Le principali violazioni, accertate dal Corpo forestale dello Stato, riguardano la raccolta di funghi, eseguita in totale assenza del previsto tesserino, l’uso di contenitori non idonei, nonché la vendita di funghi freschi in esercizi non commerciali. Spesso avvengono vendite di prodotti non autorizzati e vendita di tartufi freschi in assenza del requisito della rintracciabilità alimentare. Viene commercializzato in assenza di idonea documentazione fiscale ed alimentare accertante, a controllo, la legittima provenienza e quindi la rintracciabilità alimentare. Un’altro risultato sulla sicurezza raggiunto dagli agenti del Corpo Forestale.