“Il Rosso e il Nero” di Stendhal
25.11.2014, La rubrica “Libriamo” di Antonella Iuliano (da “Fuori dalla Rete” – Novembre 2014, Anno VIII, n.5)
Cari lettori di LibriAmo, in quest’ultimo appuntamento dell’anno vi propongo un classico dell’Ottocento, un romanzo non soltanto sociale, ma anche psicologico di Stendhal, uno dei più grandi romanzieri francesi.
Siamo di fronte all’opera che inaugura in modo magistrale la felice stagione del romanzo ottocentesco. Henri Beyle, con lo pseudonimo di Stendhal, mette in scena un grande affresco della Francia dell’età post napoleonica e insieme un grande e appassionato romanzo d’ amore. Questa è la vicenda di Julien Sorel, un giovane di umili origini, figlio di un carpentiere, che nelle pause dal lavoro manuale si dedica alla lettura di Rousseau.
Uomo sensibile, intelligente e ambizioso, odiato dal padre e disprezzato dai fratelli, Julien viene scelto dal sindaco come precettore dei propri figli ed entra così nelle grazie della signora di Renal, la moglie del sindaco, con la quale intreccia una relazione forte, passionale e contraddittoria. La donna vive questo rapporto con passione e senso di colpa, il giovane cercan-do di affermarsi, di farsi largo nella società sfruttandone i favori. Ben presto quest’amore viene turbato da voci e pettegolezzi e Julien di conseguenza allontanato.
Il protagonista entra in seminario e qui conosce un abate che gli procura l’assunzione come segretario presso un nobile. Nella seconda parte del romanzo, per molti aspetti simmetrica alla prima, Julien acquista sempre mag-gior fascino agli occhi di Mathilde, figlia del marchese che l’ha assunto. La ragazza, innamorata, intende sposare Julien e il padre acconsente solo in parte, perché a insaputa di tutti attende informazioni sul giovane proprio da parte della signora di Renal. Le informazioni che giungono alla dimora del marchese, frutto della gelosia della signora per la nuova vita e felicità di Julien, dipingono il ragazzo come un arrampicatore sociale, mettendolo in cattiva luce agli occhi del futuro suocero.
Indignato, furioso e accecato dall’ira, Julien parte per vendicarsi e giunto in paese si reca in chiesa, dove la signora di Renal si trovava quel mattino e armato le spara due colpi di pistola, ferendola in modo non grave. Julien viene arrestato e al processo che segue condannato alla ghigliottina. In carcere trova il perdono della signora di Renal, scoprendo un amore ancora vivo, ma per il quale ormai è tardi.
L’autore condanna in quest’opera la tirannia dell’opinione pubblica, la realtà ostile, lo svilimento morale e un potere politico ingiusto. Il titolo dell’opera è carico di simbolismo: il rosso evoca il sangue, mentre il nero la morte, entrambi elementi cardine del romanzo; inoltre sottolinea la contrapposizione tra il colore della Rivoluzione Francese (rosso) e il colore del clero (nero).
“Un romanzo è uno specchio che passa per una via maestra e ora riflette al vostro occhio l’azzurro dei cieli ora il fango dei pantani. E l’uomo che por-ta lo specchio nella sua gerla sarà da voi accusato di essere immorale! Lo specchio mo-stra il fango e voi accusate lo specchio! Accusate piuttosto la strada in cui è il pantano, e più ancora l’ispettore stradale che lascia ristagnar l’acqua e il formarsi di pozze.” (Il rosso e il nero, Stendhal).