12.10.2014, Articolo di Michele Gatta

Ancora una volta abbiamo assistito ad un episodio di maltempo che purtroppo oltre ai danni ha causato la perdita di una vita umana. Ci riferiamo a quanto accaduto nel genovese qualche giorno fa. Come al solito i media sono saliti in “cattedra” e i vari servizi e inchieste sono apparsi sistematicamente e costantemente sui nostri televisori e sulla stampa.

Non voglio entrare nel merito, ma una riflessione vorrei fare. La meteorologia, arte affascinante ma inesatta, a mio parere, ha poco a che fare con quello che è successo. Che la Liguria avesse ricevuto precipitazioni di una certa consistenza, noi l’abbiamo anticipato nello scorso comunicato in riferimento alle previsioni riferite alla giornata di oggi domenica 12 ottobre in successiva estensione alla giornata di lunedì 13 ottobre.

Quello che si è verificato in settimana è stato un episodio particolarmente violento che ha interessato un’area geografica alquanto limitata. L’effetto dirompente creatosi da un profondo scontro fra masse di aria calda al suolo con quella fredda in quota, faceva scatenare dall’alto verso il basso una non frequente quantità di pioggia che in concorso con alcuni torrenti mal custoditi vicini al centro abitato ligure, ha finito per creare le condizioni per una tragedia che non è la prima volta che colpisce Genova. I modelli matematici, anche ad alta risoluzione, portavano a conoscenza di una elevata possibilità di caduta di pioggia proprio nella zona di Genova.

L’istituzione (protezione civile regionale ligure???) che è chiamata a segnalare eventuali anomalie piovose, probabilmente ha sottovalutato gli effetti dirompenti che la situazione territoriale poteva cusare in seguito alle suddette precipitazioni previste.

Adesso si “scomodano” altre aspetti riferiti ai mancati utilizzi di risorse economiche stanziate per evitare queste calamità. Si riparla sempre più di eccessiva burocrazia, rea di determinare con i propri ritardi, questi fenomeni di estrema gravità. Magari molte di queste denunce, che in questi giorni sentiamo da più parti, sono strumentalmente poste anche da chi non condivide la velocizzazione con la quale si vuole rinnovare molti aspetti legati alla pubblica amministrazione.

Una realtà che con la propria esasperante burocrazia mette in ginocchio anche un’eventuale ed augurante ripresa della crescita del nostro paese. Purtroppo mi sento di confermare, ancora una volta, che l’Italia, non solo dei politici, non è capace di creare (o una parte di essa è restia),  le condizioni per rimuovere finalmente una preesistente forma di “conservazione” esasperante, deleteria purtroppo anche e soprattutto verso i tanti milioni di giovani disoccupati.