Invasioni Irpine: “Buona la Prima!”
07.10.2014, Articolo di Federico Lenzi (dal sito www.terredellupo.it)
Si è svolta sabato la prima edizione delle “Invasioni-irpine”, manifestazione nata dopo l’esperienza delle “Invasioni-Digitali” grazie alla collaborazione tra varie associazioni nella promozione del patrimonio artistico-culturale irpino. Un progetto che vuole inglobare i tanti piccoli eventi per la promozione locale, che nascono e muoiono autonomamente in tutti gli angoli dell’Irpinia. Una manifestazione che mira a riunire i vari appassionati sparsi per la provincia e a unirsi alle varie associazioni per creare una rete di eventi che vada oltre la semplice e limitata dimensione locale.
Ebbene, in attesa delle date nazionali delle “Invasioni-Digitali” della primavera 2015 parte il progetto “Invasioni-Irpine” che replicherà l’esperienza nazionale a livello provinciale. Al format hanno per ora aderito le associazioni “Terre del Lupo”, “Paesaggi Irpini”, “Palazzo-Tenta39”, “Asbecuso” e “Anthemis”. Il 4/10/14 è stato organizzato il primo evento: le “Invasioni d’Incanto”, in concomitanza con la manifestazione “Francesco d’incanto” al convento di S. Francesco a Folloni. L’evento è stato promosso unicamente tramite i social network ed è stato totalmente free sia nell’organizzazione che nelle partecipazioni. Insomma, una nuova tipologia di eventi 2.0 che parte dal basso, dalle relazioni e dalle recensioni degli utenti stessi. Progetto che si articola su un territorio che nulla ha da invidiare alle vicine province di Salerno e Napoli, ma che manca di una seria e mirata linea d’investimenti nel settore turistico.
Nonostante il tempo instabile della mattinata, nel pomeriggio diversi partecipanti giunti dai vari angoli della provincia si sono ritrovati nel parcheggio del convento di San Francesco a Folloni. Contemporaneamente un timido sole si faceva spazio tra le nuvole: invasioni iniziate nel migliore dei modi!
Gli invasori hanno potuto visitare le rinomate cascate della Lavandaia con il ponte romano del I secolo a.c. e l’annesso mulino del XV secolo. Un posto suggestivo a cui si accompagna una leggenda della tradizione popolare: si narra che una donna del popolo fu sedotta da un nobile locale e poi annegata in quelle acque per evitare responsabilità; alcuni dicono di aver udito ancor oggi le urla notturne della giovane sventurata. Questo suggestivo paesaggio che vede il fiume Calore scendere dai monti e saltare giù tra due coste rocciose fin sotto al ponte fu ripreso anche dal pittore Palizzi due secoli fa e viene quotidianamente immortalato dai vari appassionati di fotografia di passaggio. Eppure, questo interessante polo turistico per il “Parco Regionale dei Monti Picentini” viene mantenuto in pessimo stato: numerosi i copertoni nel fiume, pessima la manutenzione degli argini, inesistente il percorso fino alle cascate e orribile lo stato in cui versa un antico mulino del XV secolo.
Si è poi proseguito per il Ss. Salvatore dove è stato possibile ammirare l’Irpinia a 360° contemplando un panorama che va dalla vicina Montella adagiata sulle pendici dei monti, all’antistante Bagnoli arroccata alle falde dei monti del Laceno, fino alle più lontane Frigento e Gesualdo con i vicini parchi eolici che si stagliano sull’orizzonte. Sfortunatamente, non è stato possibile accedere al santuario e suonare le campane come è usanza dei pellegrini.
Aspettando il tramonto, è seguita una lezione di meteorologia curata dall’appassionato Michele Gatta di Bagnoli Irpino. Il meteorologo amatoriale ha illustrato ai presenti varie curiosità su questo mondo, come ad esempio: a 0 gradi a 1500metri e 850ectopascal può nevicare anche a mille metri, oppure il 21/10/07 aria fredda in discesa dalla Russia si scontrò con aria umida che risaliva dalla Sicilia e data l’eccezionalità dei fattori nevicò fino ai seicento metri con lo zero a quota 1400.
L’attenzione dei partecipanti era però rivolta alla neve e quindi si è spiegato come mai lo scorso anno abbia nevicato poco: i venti soffiavano da ovest ad est non lambendo il vortice polare. Quest’anno invece i venti si stanno orientando da nord-est a sud-ovest. Tuttavia, unicamente entro la metà del mese di ottobre si potranno azzardare le prime previsioni sull’inverno a livello europeo. Le previsioni europee, avendo l’italia una posizione defilata nel continente, potrebbe però non essere le stesse per la nostra nazione.
E’ seguita la visita al complesso monumentale di S.Francesco a Folloni, il museo più visitato della provincia! Gli invasori hanno scoperto fin da subito perchè questo è il principale sito museale della provincia. Un’eccezione virtuosa, in una terra dove la cultura viene bistrattata. Moltissimi studi hanno riportato alla luce l’antica e leggendaria storia del convento fondato nel duecento dal santo di Assisi. Complesso che è stato composto da ben tre strutture: la prima del 200, la seconda del 500 e la terza del 700. Moltissimi i reperti esposti: dagli arredi sacri settecenteschi fino agli oggetti di vita quotidiana del trecento. Si è poi passati alla monumentale tomba di Diego Cavaniglia nella sacrestia, opera dello scultore milanese Della Pila. E’ stato possibile vedere anche le spoglie di Diego Cavaniglia morto combattendo gli infedeli ad Otranto. Intorno a quelle spoglie esposte in una cassa di legno ruota tutta una serie di studi antropologici e storici portati avanti da fra Agnello Stoia. Studi che hanno permesso di ricostruire scientificamente tutti gli aspetti della vita di un signore dell’epoca: attività fisica, abitudini, alimentazione, malattie, ecc… Inoltre, hanno permesso il rinvenimento ed il restauro di abiti tipici del quattrocento. Unicamente in questo museo è possibile ammirare un abito medievale della corte aragonese in perfetto stato di conservazione. Impossibile non citare, poi, la vasta pinacoteca del museo che conta svariati quadri settecenteschi di autori famosi (Solimene) e non, oltre a due reperti di gran pregio: una deposizione del XVI secolo e una madonna del XVII secolo. Dulcis in fondo ci si è recati nella stanza che ospitò il principe Umberto II di Savoia, mecenate nei lavori per recuperare il convento dopo decenni di abbandono.
Al termine dell’invasione i partecipanti hanno potuto proseguire la serata seguendo il programma della manifestazione “Francesco d’Incanto” che prevedeva l’esibizione della band di pizzica “Rione Junno” con il “Vieni via tour 2014” e uno spettacolo pirotecnico.
Una giornata che ha unito storia, cultura, religione, natura, paesaggi, musica, meteorologia e moltissimo altro… il tutto in una miscellanea esperienza che ha portato a vivere a 360 gradi quest’angolo d’Irpinia. E’ proprio questo lo spirito delle invasioni irpine: lo spirito del viaggio e della scoperta, in chiave moderna e svincolata dai canoni pedanteschi del passato. Una visita libera che offre molteplici attività e svariati spunti al partecipante. Un’esperienza che si conforma ai ritmi moderni e alla moderna tecnologia. Non dimentichiamo che in occasioni delle scorse edizioni delle “Invasioni Digitali” (2013) furono addirittura realizzate applicazioni per cellulari e Qr-code per un’esperienza interattiva. Esperienza in cui il visitatore ricopre un ruolo attivo e non passivo nella fruizione del patrimonio. Iniziativa che mira a rendere il patrimonio culturale/paesaggistico gratuito ed aperto a tutti. Si procede con uno spirito aperto a tutti i campi del sapere e a tutto ciò che ci circonda. E’ la curiosità il motore della “Invasioni-Irpine”. Il visitatore nel luogo invaso vive un’esperienza originale rispetto a quella che vivrebbe nelle affollate mete turistiche “commerciali”. Inoltre, ne aiuta la promozione raccontando con video e foto sui social-network la sua giornata. Svariati sono i gruppi in giro per la provincia, moltissimi i turisti che per il week-end optano per mete di suggestiva bellezza o di grande interesse vicino casa e le “Invasioni-Irpine” vengono incontro a questo target. ”Invasioni-Irpine” è pronto ad accogliere e coinvolgere nuove associazioni, eccetto quelle che hanno il solo ed unico scopo di lucrare sull’evento. Prossimamente verranno ufficializzate nuove “Invasioni-Irpine”, v’invitiamo a non mancare.!
Ringrazio l’amico Federico Lenzi per aver riportato nel suo articolo qualche breve “stralcio” del mio intervento sulla meteorologia avvenuto Sabato 4 ottobre sul SS.Salvatore in occasione della festività di S.Francesco e inserita nelle manifestazioni organizzate da “Invasioni Irpine”. Una sola, più completa precisione(soprattutto per gli addetti): L’anno scorso(inverno 2013/14) è stato sicuramente una stagione poco fredda e nevosa. Le cause sono state molteplici. Una di queste,la QBO(Quasi Biennal Oscillation) essendo in fase positiva(+), favoriva la prevalenza di venti zonali(quindi non freddi)ovest-est e soprattutto in concomitanza di un Vortice Polare compatto, tutto il freddo “ingabbiato” sul polo non aveva modo di scendere verso latitudini più meridionali europee. Questo e altre concomitanze, legate soprattutto alle manovre atmosferiche succedutesi nella troposfera e nella stratosfera, hanno condizionato l’inverno 2013-14. Quando lo stesso indice si presenta negativo (-),come è in atto quest’anno,s’inverte la prevalenza di direzione dei venti(fra l’altro più freddi) che opponendosi al getto polare(ovest-est) favorito da una (QBO+), porta indirettamente un maggior disturbo al Vortice Polare. In presenza di “minimi solari” e di un Nino moderato, si creano le premesse per un inverno europeo sicuramente diverso da quello passato. Questo però non significa affatto che l’inverno possa essere “freddo” per l’intero continente. Affinché possa anche l’Italia rientrare in una fase invernale di un certo rilievo sono necessarie altre concomitanze,che per opportunità di sintesi evitiamo di descrivere. Per la nostra penisola fasi particolarmente rigide e nevose, magari anche storiche, si verificano solo saltuariamente(decenni).L’ultima di queste è stata sicuramente il febbraio 2012. In giro si sente molta gente che “annuncia” un inverno particolarmente rigido e nevoso per l’Italia. Ancora una volta dobbiamo evidenziare che è importante valutare attentamente le notizie che vengono emesse dai media nazionali. Non ultimo i siti meteorologici. Nessuna analisi tecnico-professionale porta a queste conclusioni.Semplicemente gli indici teleconnettivi e altre situazioni emisferiche sembrano evidenziare parametri diversi da quelli dell’anno scorso. Questo non deve portare a conclusioni quantomeno sbilanciate. Noi dal sito di “Palazzotenta39”, entro la fine del mese di ottobre, cercheremo di fare delle valutazioni(comunque relativamente affidabili)su come si può presentare l’inverno 2014-15, almeno nella sulla sua prima parte.