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Una sconfitta vittoriosa

28.08.2014, Email di Antonio Cella

Tanti sono gli episodi custoditi nello scrigno del tempo che ricordano momenti di gloria succedutisi a sconfitte storiche conclamate, inflitte in momenti particolari a popolazioni o a raggruppamenti politici antichi e recenti, da cui si evincono, dopo attenti e scrupolosi riesami e  rivalutazioni di merito e di valore delle stesse (ossia:  riconsiderazioni della successione di momenti e di cause determinanti rispetto al verificarsi di una vittoria e di una sconfitta) cospicui vantaggi economici, sociali e di consenso nei confronti dei vinti.

Le pagine della memoria ne sono gravide, e rileggerle a mo’ d’esempio serve a poco poiché la caparbietà, essendo impastata di ferrea convinzione, difficilmente apre le porte arrugginite della mente con un semplice clic. E Il pentimento prende tempo ad arrivare: è come una locomotiva a vapore. Ma, prima o dopo, arriva e con esso, contestualmente, arriva anche la disponibilità a rivedere il passato con il suo carico di errori e di comportamenti grossolani, a volte inappropriati se non addirittura insensati, che spingono verso l’autocritica la quale, a sua volta, con le sue valutazioni lucide, spregiudicate, mette sottosopra l’operato di un soggetto facendogli affondare l’indice nei suoi sbagli e nelle sue insufficienze. Il pentimento, però, paga comunque il suo prezzo. Un prezzo caro, molto caro. Più caro di quanto costi a chi continua a far finta di niente e mostri indifferenza, disinteresse verso una vittoria “calata dal cielo”, a cui lui ha fornito le ali e che, tutti i giorni (e chissà fino a quando), viene vissuta amaramente nella consapevolezza di avere sbagliato.

“Chi sbaglia paga”, recita un veritiero detto popolare. E la maggioranza della popolazione della nostra città sta pagando, perché ha voluto che le cose andassero così: pagano i vinti e pagano i vincitori, soprattutto.

Una sconfitta vittoriosa? E sì! Perché, nonostante la delusione generale del primo momento, si scopre che, comunque siano andate le cose, c’è un marcato fil rouge, un fluido di consensi postumi che si insinua sempre più corposamente tra le fila dei vinti. Consensi che si evidenziano ancor di più quando si viene a conoscenza del reiterato ricorso di chi governa la nostra Comunità alla professionalità, alla sapienza di un condottiero politicamente sconfitto (e rivalutato) che ancora attrae, tuttavia, per le sue innate capacità, per la sua disponibilità, le mira di quel Nuscano illuminato, che tanto ha intrigato nel recente passato per averlo nella sua squadra, astraendo dallo stigma partitico dello stesso che, in altri tempi, quando aveva in pugno tenacemente strette le sorti politiche di mezza Italia, aveva attratto egli medesimo collocandolo alla “sinistra estrema” dello scudo crociato.

Una sconfitta vittoriosa perché, nonostante le promesse elettorali, che facevano presagire un ricorso all’eccesso di liberalità, ad una specie di apertura di credito, ad un’operazione di “bonifica” materiale, morale e intellettuale in senso lato, da estendere ai propri elettori, l’Amministrazione in carica si è adagiata sugli allori e dopo quindici mesi di reggenza, non ha saputo edificare una sola piccola opera senza poter far ricorso a fondi finanziari propri, ricevuti per suo diretto intervento dagli enti finanziari regionali, ma attingendo assiduamente al cumulo di risorse lasciato in eredità dall’Amministrazione uscente. Cumulo ulteriormente arricchitosi con il recente accredito di provvidenze economiche, richieste a suo tempo dall’Esecutivo Chieffo per la realizzazione di altre numerose opere, tra le quali figura, in via primaria, quella riconducibile alla sistemazione del castello dei Cavaniglia.

Una sconfitta vittoriosa perché gli esecutori della legge di stanza in casa nostra, a dimostrazione che nulla è cambiato, continuano ad infliggere, come ai vecchi tempi, multe e verbali a chi continua a perpetrare danni al patrimonio boschivo.

Una sconfitta vittoriosa perché chi amministra in modo corretto, non revoca (o modifica) una Delibera di Giunta dell’esecutivo precedente, per assegnare lavori già appaltati e quasi ultimati ad altra impresa, a prezzo complessivamente quasi maggiorato, duplicando una spesa già impegnata, come si evince dagli atti del Comune.

Una sconfitta vittoriosa perché, quanto prima, i giudici contabili facenti capo alla “Corte dei conti”, sollecitati in merito alla ripetizione di spesa sopra accennata, e a quelle fatte allegramente attingendo ai capitoli riconducibili a finanziamenti per la buona tenuta delle radure dei nostri boschi che, com’è noto, sono stati parzialmente assegnati a varie associazioni locali per attività culturali (o pseudo tali) che non interagiscono minimamente, sia pure in modo collaterale, con la “ratio legis”, ossia con le motivazioni che hanno spinto il legislatore a promuovere l’assegnazione dei fondi ai Comuni,  si caleranno nel giogo delle accennate assegnazioni e, probabilmente, dallo stesso vorranno avere chiarimenti in merito. Chiarimenti che chiamerebbero in causa non soltanto l’Amministrazione Comunale ma, presumibilmente (ci auguriamo che non succeda), anche le responsabilità soggettive degli addetti ai servizi economici e di revisione dei conti.

Ma il grande regalo che ha ricevuto l’Esecutivo in carica dalla “vecchia Amministrazione” non riguarda soltanto i menzionati finanziamenti. Esso, infatti, si personalizza nella figura di una intellettuale di grande capacità e cultura, sobria, modesta, che a spregio della propria salute, a discapito della propria famiglia, tira con stoicismo l’annoso carro municipale per quei sentieri sempre pregni di imboscate, di sabbie mobili, per consentirle di mediare e portare a termine con onore l’impegno che lo Stato le ha assegnato. Se non ci fosse stata Lei, Palazzotenta39 non avrebbe MAI ricevuto il contributo intestatogli ultimamente, non avendo potuto, Ella, prescindere, non considerare, la valenza propositiva insita nei tre progetti presentati dall’Ente culturale più seguito in Irpinia, che parlano di radure, di interventi migliorativi da apportare alle stesse con l’assunzione, se necessario, di parte delle spese da coprire col contributo intestato all’Ente medesimo per amor di giustizia.

Contributo che, conoscendo l’acribia del primo cittadino versus la citata Associazione, e prestando orecchio allo spirito chiacchiericcio di “qualcuna” o “qualcuno” molto addentro alle “cose” comunali, sarebbe stato erogato, (forse, presumibilmente, da parte nostra) per il solo scopo di giustificare l’ennesimo aiuto economico ad una ben nota associazione amica, a   lui vicinissima, tanto supportata da consiglieri e “consigliori” di vario spessore, che nella nostra comunità non si è poi tanto prodigata nella propalazione della cultura né, tuttavia,  ha  mai ostentato grandi attrazioni nei confronti della stessa, promuovendo convegni o eventi culturali di un certo rilievo.

Ma il nostro eclettico sindaco non ci ha regalato soltanto cose su cui riflettere e meditare. No! Si sbaglia chi la pensi così. Ha voluto omaggiarci anche, nella tarda serata della scorsa domenica, nientepopodimeno che di una improvvisa esibizione di ballo nella suggestiva “pedana” della piazza di Bagnoli al suono di un orchestrina locale, anch’essa riconoscente della munificenza (piuttosto abbondante) del Comune.  Esecuzione superba di un ballo che, a tratti, vista la corona di gente che circondava la coppia, richiamava in mente quello che nell’anno di grazia 1963 ha fatto sognare non soltanto i cinefili di mezzo mondo, ma anche coloro che (e ce n’erano tanti tra gli increduli spettatori) furono colpiti dal fascino di Alain Delon e Claudia Cardinale in un frame del film Il Gattopardo, di viscontiana memoria.

E dire che, per dare discontinuità alla caduta d’immagine di Bagnoli dovuta in larga parte alla “strapaesanità” delle feste di piazza, si è lottato tanto nel corso della amministrazione di sinistra. Poi, all’ultima ora, in barba al disastro sociale che da più anni fa stragi di posti di lavoro e induce a far patti col diavolo per non soccombere nella miseria più nera, ecco l’invito a ballare (piacevole quanto anacronistico, in quanto dissonante con le esigenze attuali del nostro tempo) nelle piazze e nelle strade rivolto ai cittadini dal Sindaco in carica.

Se a lui va bene così, allora: ballate bagnolesi! Ballate.

                                                                                                       

1 Commento »

  • tonino scrive:

    Azzardo una interpretazione dell’ossimoro: l’ex Sindaco, consultato costantemente dai nuovi amministratori, è ancora un sapiente condottiero desiderato fortemente dal Nuscano; palazzo tenta deve ringraziare qualche dirigente sul comune, ereditata dalla precedente amministrazione, per il contributo ricevuto; le cose fatte dall’attuale amministrazione sono merito della precedente; è vietato per il Sindaco ballare in piazza.

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