Emergenza randagismo sull’altopiano del Laceno
19.08.2014, Email di Nello Molinaro
La questione insanabile del randagismo fonte di precarietà dell’igiene urbana
Malgrado i continui intereventi in materia, nulla è cambiato e si persiste nella non curanza di chi ne è preposto, ad accettare la grave situazione di randagismo che funesta il Laceno. La gemma dell’Irpinia un luogo decantato per le sue bellezze naturali, è divenuta a tutt’oggi anno 2014 un allevamento di cani randagi, animali mancanti di qualsiasi forma di controllo veterinario, divenuti fonte di pericolo, per possibile trasmissione di epidemie, per coloro che frequentano la richiamata zona.
La colpa è di alcuni uomini vigliacchi che si sentono autorizzati ad abbandonare il loro più fedele amico. La situazione è ormai divenuta insostenibile e scandalosa e, uno spettacolo indecoroso che si mostra agli occhi dei turisti che ne rimangono perplessi dalla funesta visione di animali malaticci e di scene raccapriccianti.
Ancor più da condannare il comportamento di alcune persone che lasciano cumuli di residuati di cibo per alimentarli, pensando di farle del bene, non considerando che tale comportamento è un atto dannosissimo, perche è fonte di richiamo di una moltitudine di ratti e di volpi che banchettano alla stessa tavola e nello stesso piatto, incrementando la fonte trasmettitrice di ulteriori malattie.
La situazione, in essere, impone chi scrive, di richiedere all’attuale Amministrazione comunale di attivarsi in merito, inoltre chi scrive “permette di suggerire”, la predisposizione di apposite tabelle come in uso in altri paesi indicante il divieto di tali atti, “con l’obbligo di rilascio di cibo negli appositi contenitori” nonché di impegnarsi a risolvere la questione con appropriate richieste agli uffici Asl di competenza, che sono sicuramente a conoscenza dell’assessore comunale delegato in materia. Lo richiede il rispetto della legge Statale19 agosto1991 e legge regionale n.16 dell’anno 2001.
Ormai questi poveri animali si rifugiano nei giardini, infestando di zecche, pulci e feci i prati degli stessi, frequentati dai proprietari e loro figli, ed anche depositando i loro escrementi sulle strade. Oltre a disturbare la quiete pubblica del riposo notturno con il loro continuo abbaiare, un disturbo acustico ampliato dalla moltitudine di animali ormai divenuto inaccettabile ed insopportabile.
La questione posta è di importanza assoluta, perché è insito nella zona un pericolo per la salute pubblica dovuto alla mancanza ed impossibilità di qualsiasi tipo di controllo veterinario, la cui assenza è origine di trasmissione di gravi epidemie come: gastroenterite infettiva, il cimurro, la leptospirosi, la leishmaniosi , l’epatite infettiva e la rabbia, e la rogna.
Una situazione indescrivibile che si mostra, agli occhi di centinaia di visitatori e sotto gli occhi dei ristoratori, che compatiscono queste povere creature che ogni 7 mesi si accoppiano dando alla luce decine di cuccioli alla volta, destinati ad essere randagi per tutta la loro vita, fatta di stenti e di pericoli, ed è doveroso che si ricorre a riparare la situazione creatosi ed in atto.
Tutta questa descrizione ci riporta a quanto Diceva Gandhi : l’anima è il padre della non violenza e della difesa dei diritti civili dell’uomo, che , “ il progresso morale di una nazione, insieme con la sua grandezza, può essere giustificato nel modo in cui tratta i suoi animali”
Non so se ridere o piangere.ma leggendo questo articolo mi sono posta una domanda.che fine stiamo facendo?quando apriremo gli occhi sara’ troppo tardi.grazie a Nello Nominaro e a Palazzo Tenta..