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L’Europa si è fermata a Salerno

10.07.2014, Articolo di Federico Lenzi (da “Fuori dalla Rete” – Giugno 2014, Anno VIII, n.3)

Più di mezzo secolo fa usciva il romanzo di Carlo Levi che denunciava l’arretratezza delle aree interne del meridione.

Rispetto al dopoguerra abbiamo compiuto passi da giganti, ma ancora oggi è notevole il gap nei confronti del resto d’Italia. La modernità un tempo finiva alla stazione ferroviaria di Eboli, oggi termina a quella di Salerno. Qui finisce la rete di treni ad alta velocità che collegano il vecchio continente.

Prima di creare falsi miti dobbiamo, però, precisare che Salerno si basa su un italico sistema politico che conosciamo molto bene: un ras locale ha dato lavoro mediante svariate partecipate a moltissime famiglie che lo mantengono al potere da ventuno anni tra accuse di nepotismo, brogli e mazzette. La differenza della costa consiste nell’aver avuto lo sguardo rivolto al futuro, mentre la zona interna ha guardato nostalgicamente al passato rifuggendo dal mondo. Non è un caso che l’Irpinia sia costellata da associazioni che invocano un ritorno al passato, a un’economia del piccolo e a utopie varie (c’è persino chi auspica il ritorno dei Borboni). Si dice spesso che modernità significhi rinnegare il passato, eppure nel salernitano hanno mantenuto un connubio tra storia e progresso. La città ha rivalutato il suo lungomare, il suo centro storico e la vicina costiera amalfitana. A questo ha unito grandi opere moderne come il porto turistico, la stazione marittima di Zaha Hadid, la nuova metropolitana, la cittadella giudiziaria e il Crescent. Hanno anche creato manifestazioni di spessore come “Luci d’Artista” e potenziato lo scalo portuale per i container. In questo modo l’ex-città industriale si è reinventata dandosi un ossatura commerciale e turistica. I risultati si vedono con il crescere dei prezzi delle case e con una movida che è tra le più floride del meridione.

A Salerno finisce l’Europa perché lì arriva l’ultimo treno veloce simbolo del progresso occidentale… oltre Salerno spostarsi diventa più complicato. Avellino che è uno snodo viario fondamentale per il collegamento tra le due coste italiane e un crocevia per tutte le regioni del centro-sud viene tagliato fuori dalla rete ferroviaria. La stazione è stata quasi del tutto chiusa, nessun treno raggiunge la provincia. Il servizio dei trasporti pubblici non ha una copertura totale ed esaustiva del territorio. Le strade provinciali sono un sali-scendi tra curve e voragini. La sola “Ofantina bis”, neanche ben progettata, si trova a sostenere l’intero traffico della provincia. In una terra tagliata fuori dal mondo come è possibile creare occupazione? Chi verrebbe a produrre in Irpinia se è un’avventura portare via le merci? Se si vuole creare lavoro in questa terra bisogna partire dalle premesse: le vie di comunicazione.

La ferrovia è stata resa dapprima inefficiente e poco competitiva per convincere la pubblica opinione della sua inutilità e poi è stata gradualmente soppressa. Il tutto su pressione della locale lobby del trasporto su gomma (impegnata anche nella politica). Stazioni collegate da pullman ai paesi vicini, treni veloci e puntuali, una copertura totale del territorio nell’arco della giornata, convogli merci e tutto ciò che troviamo risalendo la penisola avrebbero permesso un gran risparmio economico, meno inquinamento e soprattutto immesso linfa vitale nell’economia irpina. Invece, ora risparmiando ottantamila euro né spendiamo due milioni per una rete di pullman inefficiente. Ci stanno letteralmente tagliando fuori dal mondo, persino la Sita ha deciso di tagliare i collegamenti con Avellino!

Dopo il fallimento delle politiche industriali post-terremoto è venuta meno anche l’agricoltura con il crollo della castanicoltura. Questa spirale depressiva porterà allo spopolamento della nostra provincia: sempre più persone in cerca di lavoro si sposteranno verso il nord o verso le più dinamiche regioni costiere. Dalla celebre Silicon Valley  passando per la Silicon Wadi israeliana e arrivando fino alla recente Skolkovo in Russia, uno stato quando ha creato poli industriali è sempre partito dalle creazione di centri di ricerca o università. Questo perché in un mondo globalizzato senza collegamenti, ricerca e innovazione non si va da nessuna parte. Non essendo stati capaci di creare un’industria e né tantomeno di creare una vera economia turistica, ora volevano proporci il sogno del petrolio. Un sogno che dopo una decade sarebbe divenuto un incubo con la dismissione delle attività estrattive. Molteplici erano i rischi per l’ambiente, la salute e per la stabilità di questo territorio altamente sismico. Fortunatamente al momento il rischio di perforazioni è diminuito e solo gli esperti di “paesologia” le ritengono utili per le aree interne del meridione.

La nostra terra sta morendo! Questo non accade per colpa dell’imprenditoria che non investe, dei giovani che non ritornano o della politica in generale: questo è colpa dei cittadini che astenendosi, alienandosi dalla vita politica o peggio votando il sistema vigente alimentano il marcio della nostra terra e della nostra nazione. Il cittadino non s’interessa più del proprio territorio e se né chiamato fuori dando la colpa in generale alla politica. Politica che da nord a sud non è più rappresentata dalle eccellenze, ma dal peggio della società. La politica parte dal cittadino, se il cittadino non si batte per i propri diritti e se il cittadino non va a votare neanche il “meno peggio” questo è il risultato. Il popolo in primis deve informarsi, discutere e essere attivo sul proprio territorio: altrimenti a chi può importare della nostra res publica? S’invoca la chiusura delle inefficienti strutture pubbliche locali non capendo che il problema non sta negli enti, ma nel sistema clientelare che vi ha creato gravi inefficienze ed incompetenze. Sempre più spesso s’interviene e ci si scaglia contro gli effetti, non risalendo mai alle vere cause dei nostri problemi. Si verifica questa situazione perché spesso in Italia non si ha il coraggio di affrontare a viso aperto i veri problemi e si temporeggia scambiando gli effetti per le cause. Il mese scorso si è votato per quell’Europa che in questa terra non è mai arrivata del tutto, ma che al contempo con i finanziamenti dà possibilità di sviluppo. Dalle elezioni comunali della vicina Montella arriva addirittura la valida proposta d’instituire uffici comunali preposti per accedere al maggior numero di fondi comunitari possibili utilizzando nei progetti tirocinanti universitari (manodopera competente e incentivata/sovvenzionata da Bruxelles). L’Europa oggi offre grandi risorse e opportunità alla nostra terra, nell’Europa c’è una chance per un futuro migliore, sta a noi saperla cogliere!

                                                                                                       

3 Commenti »

  • Lucarchitec scrive:

    Articolo bellissimo, discorsi già sentiti ma non banali. Bravo ed ovviamente concordo su ogni cosa.

    Ti ricordo che comunque i capoluoghi non se la passano sicuramente meglio: Napoli (città) ha un sistema di trasporto pubblico in alcuni casi sufficiente in altri pessimo, la provincia è assolutamente da non prendere in considerazione; Anche se Salerno è servita dalla TAV non ha assolutamente una modalità degna di nota, la stessa metropolitana è ridicolo chiamarla tale. Altre città hanno sistemi urbani molto chiusi, collegamenti con la città che spesso nei festivi e prefestivi non esistono.

    Purtroppo da quando nella nostra regione si è impiantata questa giunta (con quella specie di assessore ai trasporti Vetrella) le cose sono solo peggiorate.

  • redazione scrive:

    Commento di Angelo Mattia Rocco:

    Bhè, dire che a Salerno Vincenzo De Luca, rimane al potere solo per “pseudo” voci su favoritismi e altro mi sembra al quanto esagerato… un sindaco che prende il 75% / 77% di voti non è certamente sostenuto da una lobbie, ma da una buona fetta della popolazione… chi ha vissuto sulla pelle la trasformazione urbanistica e non solo di Salerno sa la differenza tra venti anni fa e ora… un esempio di ottima amministrazione che aldilà del “consenso politico” (c’è chi può non essere d’accordo con le scelte) ha dimostrato capacità decisionale…
    Tra l’altro, mi permetto di precisare alcuni punti, avendo seguito personalmente molte delle vicende citate; la questione “metropolitana” a Salerno, è tutt’altro che un discorso banale e apparentemente privo di logica, perchè parte da presupposti lontani e lungimiranti volti allo sviluppo dell’intera area “Bellizzi – Pontecagnano – Salerno – Costa d’Amalfi”.
    Quando anni fa fu finalmente inaugurata l’aerostazione di Potecagnano – Salerno (di cui una parte ricade nel territorio comunale di Bellizzi) e aperto l’aeroporto per voli internazionali, si pensò rapidamente a creare dei tasselli di collegamento per portare in due step i flussi turistici dapprima dal terminal a Salerno e poi da Salerno alla Costiera Amalfitana.
    Il primo passo è stato quello di costituire la metropolitana cittadina (dove note vicende tra Regione e Comune hanno prolungato tempi e creato disservizi) e il secondo passo sarà quello di realizzare definitivamente il collegamento con l’aeroporto.
    Preciso ancora, che lo stesso De Luca che viene definito nell’articolo come un corrotto e altro, è stato il primo a disconoscere i vertici del consorzio aeroporto e a dichiarare di poter procedere ad un’unica soluzione: privatizzare la struttura per far si che la politica fosse finalmente messa da parte dalle scelte.
    Ed infatti, negli ultimi anni, se l’aeroporto Salerno Costa d’Amalfi non si è ritagliato ancora spazio è stato proprio a causa degli interventi dei numerosi CDA con a vertici capi politici che oltre a fidelizzare elettorato ben poco hanno fatto…
    Detto ciò, direi che la vicenda Salerno, è tutt’altro che un discorso banale e non è paragonabile a realtà dove lo sviluppo è stato vittima di un’aggressione da parte della politica “scorretta”

  • pietro pagnini scrive:

    Interviene il saggio e rimette ordine nelle questioni.

    Ormai è prassi, e sono in molti, quelli che esternano le loro considerazioni prevaricati dai sentimenti e prestando poca attenzione a verificare la realtà negli argomenti trattati.

    Angelo Mattia Rocco, sei un preciso e un puntuale.

    Concordo su De Luca, puoi non condividere le sue scelte, ma è indubbio che sia stato ed è un grande Amministratore decisionista.

    Virtù divenuta rara nel settore della pubblica amministrazione in genere, e in qualche territorio direi inesistente..!?

    Complimenti anche per essere un attento osservatore, uditore e critico di quello che va in onda in questa… “sceneggiata”

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