Monorotaia e monotonia
02.04.2014, Email di Luca Branca
Capisco che sono agronomo e nell’immaginario paesano dovrei avere più contatti con la zappa che con la penna ma trasformare le cose che, pubblicamente e senza remore, ho detto a proposito di questo argomento mi sembra decisamente troppo. Non per niente mi costringete a scrivere, a intervenire e a puntualizzare su tutta una serie di cose che intanto succedono in quello che è ancora il mio paese e che eviterei volentieri di fare.
Ma andiamo per ordine.
Monorotaia: Un buon giornalista prima di scrivere si documenta o almeno se ritiene che ci siano delle cose non chiare chiama chi quegli articoli li ha scritti piuttosto che riportare interpretazioni date da altri.
Sulla monorotaia, sinceramente, mi sembra, che si stia esagerando; mi sembra un diversivo per non discutere di cose più importanti quali la mancanza di una strategia complessiva per il turismo (anche ambientale) sul Laceno.
Aspetto da tempo che la nuova Amministrazione dia un segnale di vita ma tranne le stravaganti prese di posizione del sindaco su fatti di “sotto le licine”, che nulla hanno a che fare con le attività produttive, non vedo nient’altro.
Non parliamo poi dell’agricoltura o della forestazione. Zero assoluto. Non ditemi che si sta decidendo di fare il PAF (quello è una cosa obbligatoria, va fatta e basta) ma soprattutto non ditemi che si sta facendo di nuovo con la Comunità Montana.
Del resto tutti sanno che siamo un paese industriale, quindi, che ce ne importa dell’agricoltura.
Ma ritorniamo alla monorotaia, lo ripeto per l’ennesima volta, è finanziata con fondi della UE e non costerà nulla al contribuente bagnolese per due motivi 1. perché a suo tempo avevamo individuato anche le somme necessarie per gli interventi di manutenzione e 2. perché la monorotaia non deve stare la ad arrugginire ma uno degli obblighi del finanziamento e che sia data in gestione ad operatori agricoli o similari della zona.
Vorrei ripetere un concetto che non credo sia stato capito. La Regione apre dei bandi specifici su cui finanziare un’opera. Se l’opera presenta le caratteristiche del bando viene finanziata altrimenti viene dichiarata non ammissibile. La monorotaia è stata dichiarata ammissibile perché aveva tutta la documentazione a posto e cosi è stato per tutti gli altri progetti approvati in passato e che saranno approvati nei prossimi giorni.
Quando è stato pianificato l’intervento (perché anche la monorotaia rientra in un intervento pianificato come tutti gli altri che sono stati finanziati e di cui, guarda caso, non si parla – ma ne discuteremo in seguito) si erano individuate 2 aree, Vallone di Caliendo e Coste. Si decise per la seconda perché, essendo un intervento di servizio all’agricoltura e in questo caso alla castanicoltura, doveva attraversare castagneti di privati su cui non avevamo la disponibilità. Intervistammo alcuni proprietari ma ci fu detto di no (non credo che oggi avrebbero la stessa posizione).
L’attraversamento delle Coste infatti avviene in area pubblica.
L’UE ha posto come condizione che a chiusura dei lavori bisogna fare una convenzione con i privati per la gestione della monorotaia e a suo tempo c’erano almeno due proprietari di castagneti interessati a poterla utilizzare.
Cosa stia accedendo oggi io non lo so, ma credo che quando sarà completata qualcosa dovrà pur succedere cioè bisognerà darla in gestione pena la restituzione del contributo.
Mai detto che la monorotaia continuava fino al Casone, partendo da San Pantaleone.
L’uso della monorotaia può essere promiscuo (merci e persone) e in quest’ottica deve diventare parte di un percorso (intendo percorso a piedi, sentieristica per intenderci) che va da Bagnoli alle nostre montagne collegandosi agli altri progetti finanziati dal PSR ovvero da Chianizzi alla chiesa rupestre di San Pantaleone, a Caliendo per arrivare a Valle d’Acero – Colle del Fiume – Laceno (questo per esempio si chiama – Laceno Bike Park, progetto PIRAP, presentato dal Parco dei Monti Picentini ma recuperato, pena la perdita del contributo, dall’Amministrazione Chieffo e che sarà finanziato nel prossimo mese di aprile).
Il Casone e la messa in sicurezza dell’ingresso delle Grotte di Caliendo (parte a valle), di cui nessuno ne parla, è stato finanziato con circa 280.000 euro, dal GAL, un mese or sono, anche questo pianificato.
Il mercatino vicino agli impianti e l’area Erica finanziati ancor prima, sempre con fondi comunitari (circa 400.000 euro del PSR 2007/2013).
Lenzi potrà verificare, in questo modo, come si chiude un percorso turistico, di fronte al niente di oggi o alle chiacchiere che si fanno “sotto le licine” o in alcuni articoli che puntualmente compaiono su Palazzo Tenta e che parlano di turismo.
Sugli interventi di scempio ambientale, che cita Lenzi, posso solo dire, per chi conosceva la zona dell’ex canile, che sono assolutamente falsi.
La zona è stata ripulita e sistemata e ulteriori interventi anche di sistemazione a verde erano previsti e sono possibili.
Sull’ironia dei martelli pneumatici posso affermare che, a suo tempo, abbiamo richiesto la Valutazione d’Incidenza, obbligatoria nelle aree SIC e ZPS, e gli unici vincoli sono stati per il periodo di nidificazione (maggio-giugno) e per il passaggio di animali selvatici (possibile un pò dappertutto vista l’altezza da terra della struttura).
Se si ritiene che, da questo punto di vista, ci siano delle irregolarità basta rivolgersi all’UTC e al direttore dei lavori.
Condivido una sola cosa di quello che ha scritto Lenzi: la preoccupazione per l’abbandono dell’opera.
E’ una preoccupazione reale perché ancora non ho visto l’inaugurazione della Cappella Rupestre di San Pantaleone e non so se il Centro Ambientale della Rotonda (anche questo finanziato con 250.000 euro) diventerà quello che pensavamo dovesse diventare: una struttura organizzata al servizio del turismo ambientale e un museo del territorio.
La PIANIFICAZIONE dell’intervento turistico ambientale, operata dall’Amministrazione Chieffo, non si fermava alla presentazione dei progetti che, ripeto, sono stati tutti finanziati (anche la grotta di San Guglielmo sotto l’Hotel al Lago – se non ricordo male circa 50.000 euro) ma riguardava anche un protocollo d’intesa tra l’Amministrazione (Chieffo) e le Associazioni turistiche presenti sul territorio.
Ancora si stava pensando di organizzare un “Festival della Montagna” che credo sia condizione necessaria per un rilancio del turismo montano e ambientale del Laceno.
Al Presidente del Consorzio Laceno, pertanto, sono costretto a rammentare che il protocollo per il Laceno esiste già ed è stato siglato nel 2012 (una copia ce l’hanno pure lui) assieme a tutte le Associazioni (Consorzio Laceno, Pro Loco, ecc.) per definire una politica turistica per il Laceno e anche per gestire tutti gli interventi programmati e finanziati con il PSR.
Dico questo per dimostrare la serietà con cui si sono fatte certe cose.
Quel Protocollo non è una formalità anche perché serve a giustificare tutti gli interventi programmati che necessariamente dovranno essere gestiti. E chi può gestirli se non le Associazioni locali dando lavoro ai giovani invece che alle pseudo cooperative. Quel documento è stato consegnato al Sindaco Nigro dal sottoscritto, con tanto di chiarimenti, ma non mi sembra che fino ad oggi lo abbia usato per parlare di turismo col territorio.
L’Amministrazione Chieffo, ribadisco, aveva una visione molto precisa di quello che doveva essere lo sviluppo turistico e ambientale del Laceno.
Il PIST (ovvero gli impianti) e tutta la progettazione, ad oggi approvata, del PSR vanno in questa direzione e sono tanti i progetti comunitari approvati, praticamente tutti quelli di cui la gente di Bagnoli ha discusso e discute da anni.
Ma fatti i progetti ci vogliono le azioni coordinate, le idee per farli camminare e diventare attrazione, per farli diventare opportunità turistiche.
Ci troviamo, invece nel ridicolo di due progetti presentati per lo stesso intervento (Impianti della sciovia) di cui uno da parte di soggetti non abilitati ma, sicuramente, non abilitabili quando c’è un contenzioso in atto.
Nessun istruttore, nemmeno quello più sprovveduto, si piglierebbe mai la briga di approvare progetti su cui ci sono questioni in atto, chi lo pensa o è folle o non ha capito niente.
Altra discussione strana: non si fa la Nordica perché non ci sono le autorizzazioni. Ma gli altri interventi programmati hanno bisogno, lo stesso, di autorizzazioni (Valutazione di Incidenza, ecc.) che richiederanno gli stessi tempi burocratico-amministrativi della Nordica.
Le motivazioni di non farla per me, pertanto, sono altre.
Infine la brutta storia dei rifiuti abbandonati sul Laceno.
Rifiuti sul Laceno ce ne sono sempre stati ed è stato sempre difficile controllare il territorio comunale vista la sua estensione.
L’Amministrazione Chieffo e io in prima persona, come assessore all’Ambiente, conoscendo la vulnerabilità del territorio (salvaguardia del terreno e delle acque), avevamo individuato 2 soluzioni: Controlli e impianti di videosorveglianza (da ampliare anche a Bagnoli), protezione del Lago (perché l’acqua dell’Altopiano la beviamo anche noi).
Per la videosorveglianza si è cercata la solita soluzione scozzese tipica dei bagnolesi (da 35.000 euro a 10.000), speriamo che serva e che non sia solo un “lava faccia”; nel secondo caso si è smantellata la protezione del lago per far piacere non si sa bene a chi visto che con gli allevatori, bene o male si era giunti ad un tacito accordo anche abbastanza rispettato e che andava a salvaguardia della loro attività.
Ricordo, ancora una volta, che inquinare le acque è reato penale e non ci scordiamo ciò che è successo a Bussi in Abruzzo.
Dispiace vedere che il Circolo Rama parli di salvaguardia delle acque ma quando si è presa la decisione di abbattere la palizzata nella zona della Scaffa dove era?
L’ambiente non è un fatto di appartenenza politica, va praticato e basta e va discusso senza le remore di pestare i piedi a qualcuno o di perdere qualche prebenda comunale.
Vorrei, pertanto, ricordare all’assessore all’Ambiente che quello che l’Ufficio Tecnico ha fatto a proposito di individuazione delle aree a discarica e di cui si parla su Palazzo Tenta è obbligo di legge, di una legge regionale.
L’Ufficio tecnico non ha fatto altro che il suo dovere.
Il problema è cosa si fa in più per la salvaguardia del Laceno, in altre parole quando arriverà la farina del sacco dell’Amministrazione su queste problematiche.
Ad oggi vedo solo polvere.
Del resto è stato anche smantellata la sezione ecologica del sito comunale.
Avere i soldi delle radure da spendere, senza idee, non porta da nessuna parte porta solo a dare prebende ai vari amici che, inventandosi ambientalisti o “montanari”, li utilizzeranno per fare …… niente.
Ormai io e tante altre persone che si interessavano a Bagnoli/Laceno abbiamo perso ogni speranza e tutto sta morendo inesorabilmente, per l’incapacità umana.
Salve, riguardo le fonti ammetto di averlo scritto un anno fa e di aver consultato solo gli articoli apparsi sui quotidiani locali: non immaginavo minimamente che avessero interpretato la cosa a modo loro. In secondo luogo, non era per attaccare se l’ho fatto pubblicare ora (aggiungendo l’ultimo perzzo), ma per richiamare all’attenzione un’opera che rischia di rimanere abbandonata come tante altre in paese. Sul Laceno non ritengo sia più necessario scrivere nulla, perchè nulla succede e nulla si smuove. Si ripetono sempre le stesse cose, ma alla fine al popolo di questo paese non frega nulla del Laceno e del turismo. Si pensa solamente ai tartufi, alle legne, all’appezzamento di terra, ai funghi e ai tanti piccoli vantaggi frugali che si possono ottenere mantenendo la secolare anarchia dell’altopiano. Se c’era un minimo di rispetto per la montagna non si ammirava una lunga serie di rifiuti ai lati della strada che va dai crisci al ponte delle cinque luci. L’ultima cosa che ho fatto,prima di abbandonare questi argomenti, è stato chiedere un’intevrista a ciascuno dei litiganti per quanto riguarda i fondi per le seggiovie. Non avendole ottenute ho concluso che sia più proficuo parlare agli animali al pascolo del Laceno e delle sue potenzialità.