Escursioni nel Parco dei monti Picentini
04.03.2014, Il racconto dell’arch. Nello Nicastro
Non c’è bisogno di andare molto lontano per visitare posti meravigliosi, immersi in una natura incontaminata e godere di scenografie fantastiche tra forre e gole attraversate da fragorose cascate.
L’escursione che si è svolta domenica 23 febbraio ed organizzata da “Irpinia Trekking” (divisione – Federazione Italiana Escursionismo – di Avellino) aveva come meta proprio dei posti suggestivi tanto vicini per quanto inimmaginabili, spesso più noti a chi viene da fuori che a chi ci vive a due passi.
L’appuntamento era nella piazza centrale di Calabritto, dove ci siamo ritrovati in 38 partecipanti. Dopo i saluti e le formali registrazioni il gruppo si è diviso. Una parte avviandosi verso il Rio Zagarone lo ha risalito, non senza difficoltà, vista la gran portata d’acqua di questi periodi; la restante parte ha raggiunto la sorgente di Ponticchio a quota 645m.s.lm. Da qui il nutrito gruppo, sceso a valle nel “Serrone” (542m.s.lm), si è incamminato lungo un bel sentiero, che costeggiando le pareti, con affaccio sulla profonda valle ed attraversando rivoli e torrenti ci ha condotto alla mistica Madonna del Fiume, distante dal Villaggio Laceno meno di 6 km in linea d’aria.
Questa è una cappella rupestre realizzata in una ampia e suggestiva cavità naturale, in linee semplici e per tetto la volta della grotta, ricca di concrezioni e contorte stalattiti ormai in parte fossili, che accoglie al suo interno, insieme a poche suppellettili, una statua della Vergine Maria Signora patrona del paese. E’ stata costruita all’inizio del XVII secolo e da allora è diventata meta di pellegrinaggio sia di fedeli che di turisti appassionati di bellezze naturali. Ma la singolarità che ci ha colpito è che anche qui una credenza popolare dice che le donne incinte, bevendo l’acqua che sgocciola da una particolare stalattite a forma di mammella, avranno latte in abbondanza, così come la tradizione bagnolese voleva che accadesse alle puerpere che avessero bevuto dalle vaschette in cui delle stalattiti riversavano il loro stillicidio, nella nostra cappella rupestre nota come grotta di S.Pantaleone.
Lasciata la “Madonna del Fiume”, il gruppo ha continuato il suo cammino, inerpicandosi lungo un ripido sentiero, godendo della spettacolare visione sulla sottostante profonda vallata con Calabritto ai sui piedi e con in fondo la valle del Sele. Valicato Raia della Quercia (1.058 m.s.lm) e ridiscesi alla sorgente di Petrella, tra cascate e torrenti, una breve brecciata ci ha condotto alla “Cappella dei Grienzi” (931 m.s.lm), anch’essa particolarmente suggestiva e meta di pellegrinaggio soprattutto da parte dei calabrittani, che accoglie al suo interno una statua della Madonna venerata.
Dopo una frugale colazione il rientro nel tardo pomeriggio per un percorso complessivo di circa 14 km. Stanchi si ma con la felicità di aver trascorso una salutare giornata in uno dei posti più belli del Parco dei Monti Picentini e della “riserva naturale foce Sele e Tanagro”.
Il Parco è meta continua di moltissime Associazioni FIE con centinaia di presenze settimanali, ingloba parte del territorio di ben 30 comuni della provincia di Avellino e di Salerno, è uno dei più grossi polmoni verdi del meridione, con una elevatissima valenza sia ambientale, con vette, valli e gole di straordinaria bellezza paesaggistica, che idrogeologica. Da questi monti infatti nascono le sorgenti del Tusciano e del Picentino, sul versante salernitano e dell’Ofanto, del Sele, del Sabato, e del Calore Irpino dalle idrostrutture Terminio Tuoro e Cervialto, che concorrono a formare l’importante reticolo idrografico Irpino e che con le loro sorgenti alimentano il 10% della popolazione italiana.
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LE FOTO
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IL PERCORSO