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26.02.2014, Il reportage di Terre del lupo * (da “Fuori dalla Rete” – Febbraio 2014, Anno VIII, n.1)
E’ passato qualche tempo dalla pubblicazione del nostro reportage sulle Grotte del Caliendo che ci aveva portati a scoprire la bellezza del sotto suolo nei pressi del Lago Laceno. Ci siamo recati, stavolta, alla scoperta del comune che “custodisce” queste bellezze naturali: Bagnoli Irpino.Piccolo comune montano, ricco di storia e tradizione, è anche piazza, con cadenza annuale, per la mostra e commercializzazione del pregiato tartufo nero. Noi siamo andati a scoprirlo con una guida d’eccezione, il nostro amico (e autore) Federico Lenzi, ed insieme a lui abbiamo passeggiato tra la storia e le bellezze del piccolo comune.
Tdl file #6 Bagnoli Irpino
Bagnoli Irpino, piccolo comune montano, si erge silenzioso a 654 metri d’altitudine alle porte del Parco Regionale dei Monti Picentini, a pochi chilometri dal famoso Lago Laceno.Il paese, con la sua storia antica, è un mix di epoche storiche che si palesano, in un continuo succedersi di edifici, in un percorso articolato e coinvolgente. Appena giunti in paese, e parcheggiata l’auto, abbiamo raggiunto rapidamente la piazza principale dove la nostra “guida per un giorno” ci attendeva. Federico, amico ed autore di Terre del Lupo, ha voluto guidarci nel suo paese, accompagnato da un amico, Emanuele, per raccontarci un po’ della storia di questo caratteristico centro abitato. Lungo le stradine percorse per raggiungere i nostri amici, i profumi della vita del paese ci hanno immediatamente colpito: le cucine in fermento, gli odori di leccornie domenicali. Una quiete incredibile.In piazza, tra gli alberi e i bar, persone sorridenti animavano la mattinata. Abbiamo, così, iniziato proprio dal cuore pulsante della vita bagnolese, il nostro viaggio di scoperta. La prima tappa è stata la Colleggiata di Santa Maria Assunta, chiesa imponente e piuttosto interessante. Entrati al suo interno, subito dopo la messa, abbiamo potuto godere della quiete assoluta, perdendoci tra opere di diverse epoche e di diversi autori (molti proprio di origine locale). Le statue lignee vennero, in epoche remote, prodotte da artisti bagnolesi, comune che in passato era rinomato per le maestranze impegnate nella lavorazione del legno. Testimonianza di assoluta bellezza è il coro ligneo, nascosto dall’altare maggiore. Proprio quest’opera, imponente e bellissima, colpisce al primo sguardo. Scuro, grande, incredibilmente intarsiato, venne lavorato e volutamente lasciato incompiuto. Federico, la nostra guida, già da tempo dedito allo studio della storia del suo comune, ci ha raccontato come le antiche maestranze avessero voluto creare, attraverso la produzione di quest’imponente opera d’arte, una sorta di enciclopedia dell’intarsio per le generazione di artigiani futuri. Le varie componenti del coro, infatti, sono state lavorate e lasciate incompiute a stadi differenti, così da chiarire le diverse fasi della lavorazione del legno a tutti coloro che si fossero dedicati, in epoche successive, a tale arte. Ovviamente, e duole doverlo dire, il disamore per il proprio patrimonio storico ha prodotto danni: alcuni pezzi del coro furono trafugati e sono andati definitivamente persi.Lasciata la chiesa, tappa obbligatoria per ogni turista in Bagnoli Irpino, sembra celare ben più profondi misteri, ad oggi non svelati per motivi a noi non chiari. Sotto il pavimento, dopo ricerche effettuate da storici locali, si ha certezza della presenza di camere/sale in cui, probabilmente, sono custoditi i resti di generazioni e generazioni di bagnolesi. Abbiamo abbandonato questo edificio maestoso per dirigerci nell’antico quartiere ebraico.L’antica giudecca di Bagnoli Irpino, dove un tempo viveva la comunità ebraica locale, è stata completamente ristrutturata. Ha un suo fascino particolare, dato dai colori delle pareti dei diversi edifici, ma ha perso tutta la sua storicità. Tracce vere e proprie di quel passato quasi dimenticato non sono visibili, se non in qualche casa diroccata che non è stata ristrutturata ancora. A pochi passi si potrebbe raggiungere uno dei castelli del paese, o meglio i ruderi di quello che anticamente era un castello. Parte di esso è stata inglobata in edifici privati, parte invece è finita a fornire riparo al pollame e parte, invece, sommersa dalla vegetazione selvaggia. Che strano destino è stato riservato a una parte tangibile di storia locale! Abbiamo tentato di raggiungere parte delle mura, ma il terreno scivoloso, le spine e le erbacce selvatiche ci hanno impedito un agevole cammino, così abbiamo dovuto desistere. Per viuzze caratteristiche abbiamo seguito l’antico (presunto tale) perimetro delle mura. Ruderi visibili vengono sommersi dalla vegetazione selvatica, e non è raro imbattersi in qualche sacchetto della spazzatura che, inspiegabilmente, è stato lanciato con noncuranza a pochi metri dal cuore del paese. Sarà il disamore di qualche bagnolese per la propria storia, o forse un errore dovuto alla sbadataggine, ma il risultato è sconcertante. Seguendo la strada, tra edifici antichi murati e ristrutturati alla bell’e meglio, abbiamo raggiunto nuovamente la Collegiata, passando sotto un arco antico che fungeva, sempre in epoca remota, da ingresso al paese. Tornando sui nostri passi, nuovamente diretti alla piazza, abbiamo potuto ammirare Palazzo Tenta, con la sua facciata incredibilmente diversa da quelle degli altri edifici. Un tempo tintoria, oggi è sede di un’associazione culturale. Non distante c’è un’altra bellezza che sicuramente colpisce: la torre dell’orologio. Questa torre, visibile da diversi punti del paese (con la sua cupola piramidale illuminata di sera, che effetto magnifico!), alla propria base ha diverse bocche da cui sgorga acqua sorgiva (purtroppo non potabile) ed un albero. Descriverla a parole non è possibile, l’unica cosa giusta da fare, per comprenderne la bellezza, è vederla coi propri occhi. Ritornati in piazza, dove ancora la gente godeva dei tiepidi raggi del sole, abbiamo notato un’altra chiesa (chiusa) e ci siamo soffermati ad osservare una strana quiete. E’ questo il luogo in cui, durante l’ultimo fine settimana di Ottobre, tra musiche e chiacchiericci continui, la vita della Mostra Mercato del Tartufo di Bagnoli Irpino si anima di turisti e profumi deliziosi. Seguendo una traversa della piazza un’altra meta sorprendente ci stava aspettando. Una chiesa unica, per bellezza e per dispiaceri regalati, ci stava aspettando. Affacciata su una piazzetta di dimensioni modeste, questa struttura è stata ristrutturata ed abbandonata a se stessa. Al suo interno una navata vuota, il cui pavimento è stato completamente sostituito perché, dopo il terremoto del 1980, della pavimentazione originaria è sopravvissuto ben poco (di cui, per fortuna, se così possiamo dire, si trovano ancora esempi in piccoli spazi marginali), e anni di restauri – e investimenti – non hanno sortito alcun effetto benefico. Al suo interno, sulla sinistra appena entrati, subito si nota un altare antico, semidistrutto, coperto di muschio e muffa. Il resto della chiesa è abbandonato, e pezzi dorati di un altare ligneo di pregevole fattura giacciono dimenticati, eppure visibili, per un inspiegabile motivo. Non resta altro che l’amaro in bocca: tanta bellezza lasciata a marcire tra umidità e menefreghismo! Il chiostro adiacente, chiuso al pubblico perché probabilmente inagibile, chissà quali bellezze cela. A pochi metri di distanza, quasi invisibile, un’antica pietra, con una croce celtica, si erge silenzioso. Dall’altro lato del paese, poi, ci stava attendendo un castello. Lo abbiamo raggiunto e nuovamente siamo rimasti colpiti, e dispiaciuti. La struttura, anche se non imponente, è interessante: il panorama che si può osservare dal castello è incredibilmente bello, ma l’edificio, non ancora completamente ristrutturato, è stato chiuso – in attesa di fondi per il prosieguo dei lavori – e lasciato a se stesso.A pochi metri dal castello si erge un’altra chiesa antica, chiusa anch’essa, dove sembrano essere custodite opere lignee antiche, ovviamente silenziosamente dimenticate da tanti.Dalla piazzetta adiacente si raggiunge il castello di cui abbiamo accennato già prima, ma non è stato effettuato alcun lavoro di rivalutazione della zona. Bagnoli è un posto bellissimo, con i suoi angoli antichi, i panorami favolosi, circondato da natura incontaminata, ricco di una tradizione casearia incredibile, eppure si perde in se stesso. Alle porte di uno dei parchi regionali campani, con un lago a pochi chilometri di distanza, polo sciistico regionale durante i mesi invernali, potrebbe essere una perla irpina… ha tutte le potenzialità, ma non le sfrutta.Il turismo, purtroppo non decolla, e l’attenzione al patrimonio storico-culturale del paese sembra essere scarsa, o per lo meno non confontabile con lquella che viene dedicata ad una sagra importante, ma temporalmente localizzata in pochi giorni d’autunno, che non riesce a promuovere il comune in modo soddisfacente.
Perché visitare Bagnoli Irpino?
I motivi sono diversi: beneficiare dell’aria pulita di montagna, piuttosto che perdersi per i boschi alla ricerca dei funghi, piuttosto che delle chiese antiche erette un po’ ovunque, o ancora visitare il centro storico e gustare i piatti della tradizione culinaria locale, scoprire il tartufo e le castagne, rilassarsi nella quiete della vita di provincia… Bagnoli, insomma, è una tappa da fare assolutamente nel giro d’Irpinia.
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(*) Bibliografia fornita all’autore: “Bagnoli Irpino Antico e Moderno attraverso le immagini” (Aulisa), “Bagnoli Irpino e le sue radici cristiane” (Parenti-Dell’Angelo) e “Memorie storiche di Bagnoli irpino” (Sanduzzi)