Il meteorologo Gatta sale in cattedra e annuncia clamorose sorprese
01.02.2014, L’intervista
Oggi abbiamo incontrato il nostro meteorologo Michele Gatta al quale abbiamo chiesto di darci qualche “dritta” sugli sviluppi di questa stagione invernale, giunta al suo giro di boa, almeno a livello astronomico.
Signor Gatta la prima neve è arrivata in Italia. Dapprima le zone appenniniche e successivamente anche alcune città della pianura Padana, hanno visto questo fenomeno tanto atteso dalla gente. Lei aveva indicato proprio nella parte terminale del mese di gennaio la possibilità di vedere arrivare le prime nevicate.
E’ vero, e di questo sono particolarmente soddisfatto. Quello che più mi ha gratificato è che sono state rispettate le tempistiche che vedevano una fase del tempo più consona alla stagione invernale non prima dell’ultima decade del mese di gennaio.
Lei l’aveva annunciato addirittura agli inizi del mese di dicembre. Allora non è vero che le previsioni attendibili non superano i 3 o 4 giorni?
Una previsione con buona affidabilità effettivamente non va oltre i 4 giorni. La previsione da me espressa, su come potesse andare la prima parte dell’inverno, era esclusivamente di natura scientifica.
In questa occasione alcune ricerche fatte in anni passati da noti scienziati, hanno dato un buon riscontro. Diciamo che ho valutato che il contesto planetario che si vedeva circa 2 mesi fa potesse essere compatibile con la realizzazione proprio delle teorie di questi studiosi rispetto soprattutto a indici teleconnettivi sempre importanti ma non certamente infallibili.
Come giudica la stagione invernale fino ad oggi?
A dir poco deludente. Due mesi invernali praticamente buttati al vento.
Eppure le precipitazioni non sono mancate?
Infatti quando dico deludente mi riferisco soprattutto alle medie delle temperature che sono state sempre poco invernali e spesso sopra le medie del periodo. Le precipitazioni a carattere di piogge, anche diffuse, e a tratti anche forti, hanno avuto più una caratterizzazione da tardo-autunno che da fenomeni inseriti in un contesto invernale.
Non sono mancate le belle giornate…
Indubbiamente. Ma spesso le stagioni invernali riservano lunghi periodi di stabilità. Questo lo vedo come un fatto normale.
Volendo dare un giudizio all’inverno fino ad oggi, che voto gli darebbe?
Sicuramente un voto insufficiente se si pensa che il vero ed unico episodio freddo è arrivato su parte dell’Italia solo nell’ultima settimana di novembre, che non è un mese rientrante nella stagione invernale.
E’ di questi giorni le notizie di inondazioni in parecchie zone italiane. Anche Roma è stata colpita da eventi estremi che hanno paralizzato la città. A che sono dovuti questi episodi “estremi” e purtroppo anche diffusi?
Indubbiamente stiamo assistendo a fenomeni veramente preoccupanti e pericolosi. La mancanza di freddo sui nostri mari accentua questo tipo di fenomenologia. Le correnti sciroccali non trovando sfogo verso est complicano la situazione.
La persistenza dei fenomeni sono la testimonianza di quanto detto. E non finisce qui.In questo fine settimana le zone ioniche saranno colpite da precipitazioni veramente abbondanti che purtroppo metteranno in difficoltà vari centri abitati.
Le prospettive quindi sono poco rosee?
Guardi, il tempo andrà migliorando molto gradualmente e una decisa stabilità dobbiamo aspettarcela solamente dalla seconda parte della prossima settimana. E da qui le sorprese non sono finite.
Ancora?
Ormai sembra confermata una super riscaldata. Proprio fra il 6-7 del mese di febbraio e per circa una settimana, entreremo in una fase sostanzialmente primaverile con temperature in forte aumento.
Lei sostiene che avremo temperature ancora più alte di quelle attuali?
Se non interverranno modifiche nei prossimi giorni, e penso proprio che non si verificheranno, molte zone del centro-sud toccheranno picchi termici fino a superare i 20° e all’estremo sud possiamo andare anche verso i 22°-23°
La ritiene probabile questo tipo di evoluzione?
Purtroppo penso proprio di sì.
Perché purtroppo?
Perché con questo tipo di tempo avremo una precoce “fioritura” nei nostri territori. E questo non lo ritengo un fatto positivo.
Lei ci sta forse introducendo verso qualche ulteriore sorpresa?
Diciamo subito che quest’anno l’inverno non è mai partito. Solamente dal 25 gennaio abbiamo assistito ad una fase simil-invernale. Detto questo vi sembrerà strano, ma proprio il riscaldamento che avremo a partire dalla prossima settimana potrebbe creare i presupposti per un eventuale irruzione dell’inverno sulla nostra penisola.
Sarebbe opportuno che si spieghi meglio. L’inverno potrebbe ancora sparare le proprie cartucce nel mediterraneo?
Dopo una lunga fase perturbata e sostanzialmente autunnale, l’arrivo di un campo di alta pressione sull’Italia potrebbe creare un reset barico dal quale ripartire per una fase climatica sostanzialmente più fredda e nevosa.
Questa ipotesi ha una valenza, diciamo, probabilistica?
Per gli amanti del freddo e della neve resta in piedi una situazione in stratosfera che ormai sembra consolidata. Un forte riscaldamento è in atto e intorno al 7-8 del mese di febbraio raggiungerà il suo massimo valore. Generalmente in presenza di questo tipo di “warming”, dopo 7/10 giorni c’è d’aspettarsi una conseguenza in troposfera. Quindi intorno all’ultima decade di febbraio, o poco prima, potremmo assistere ad una vera ondata di freddo e di neve in Europa.
Insomma da un estremo all’altro?
Praticamente sarà così. Però dobbiamo fare due distinte e realistiche considerazioni.
Quali sarebbero?
La prima e la più importante è quella che bisogna vedere se le conseguenze appena descritte in stratosfera, vengano assorbite in troposfera. A volte succede che la troposfera non risponda a queste sollecitazioni che vengono dall’alto e quindi attutiscono e di molto la fenomenologia.
La seconda considerazione è quella che una probabile risposta in troposfera comporterà sicuramente un periodo di freddo intenso sull’Europa, ma la traiettoria dello stesso è tutta da decifrare. Praticamente bisogna vedere se la nostra penisola sia una delle mete di questo incipiente raffreddamento.
Se la fase appena descritta avrà una durata lunga, è da prendere in considerazione comunque qualche periodo freddo e nevoso anche per l’Italia. Molto importante sarà l’ormai scontato “split” del Vortice Polare Stratosferico che andrà a creare una bilobazione dello stesso.
Non dimentichiamoci le ondate di gelo che hanno interessato l’America centro-settentrionale. La posizione a loro favorevole del Vortice Polare ha favorito tali situazioni. La terza decade di febbraio potrebbe, stavolta, favorire proprio le zone europee.
Indubbiamente ci sono diversi tasselli che devono incastrarsi. Quanto si potrebbe capire se questo progetto potrà affermarsi e magari interessare anche la nostra penisola?
Lo capiremo fra circa una settimana, quando i modelli previsionali (che fanno vedere l’evoluzione anche in troposfera) dovranno gioco-forza evidenziare l’evoluzione del riscaldamento originatosi in stratosfera e propagatosi, eventualmente, in troposfera.
Se fra una settimana dai modelli previsionali non si vedranno graficamente tali sviluppi, allora significa che il “dialogo” stratosfera-troposfera, non è avvenuto.
Quindi eventuali periodi in cui vedremo probabilmente qualche precipitazione nevosa magari fra la parte finale di febbraio e nel mese di marzo, saranno solo episodi rientranti nella normale decadenza della stagione invernale. Sostanzialmente solo “colpi di coda” dell’inverno.
A conclusione di questa ampia panoramica meteo sviluppata dal meteorologo Michele Gatta, siamo sicuri che molti nostri utenti avranno modo di apprezzare sempre più una materia così affascinante ed imprevedibile qual è la meteorologia, che condiziona inevitabilmente tutte le attività dell’uomo.