23.01.2014, Irpinianews

Il movimento interviene sulle voci di chiusura degli impanti sciistici del laceno.

Da qualche giorno è trapelata la notizia secondo la quale sarebbe intenzione dell’amministrazione comunale di Bagnoli Irpino chiudere gli impianti sciistici di risalita del Laceno per due anni, in previsione di un fantomatico progetto di riqualificazione e sostituzione degli impianti. “E’ sconcertante che si possa anche solo pensare ad una decisione del genere”, è quanto dichiara Giuliano Bello, responsabile provinciale e portavoce di CasaPound Avellino”.

 “Sarebbe un duro colpo – afferma Bello – per l’economia turistica e per l’ immagine del Laceno, a maggior ragione se si considera il periodo di crisi che sta vivendo la nostra provincia. Una situazione da cui non si salverebbe nessuno degli operatori del settore terziario e del turismo, a partire dalla società che gestisce le seggiovie per finire agli albergatori, passando per tutte quelle piccole e medie attività commerciali operanti sul territorio, e che sarebbero, lavorando quasi esclusivamente durante la stagione invernale, i primi a fare le spese di questa scelta scellerata”.

 “Proprio due settimane fa – prosegue la nota di CasaPound Avellino – la Provincia ha stanziato 150mila euro per il mantenimento e il risanamento degli impianti sciistici. Dopo le bagarre, le inutili smentite sulla chiusura degli impianti e i vari botta e risposta tra i gestori e il comune, ci aspettiamo che il sindaco e l’amministrazione comunale di Bagnoli Irpino si impegnino concretamente all’utilizzo di tali fondi destinati alla riqualificazione delle strutture di tutto il comprensorio del Laceno.

“Non si può rischiare che l’unica stazione sciistica campana chiuda i battenti per due anni – conclude Bello –; chiediamo che tale presunto progetto sia reso pubblico il prima possibile e che lo stesso preveda il massimo coinvolgimento di tutti gli operatori del settore, affinché questi ultimi possano essere resi partecipi di quest’importante opera di rilancio di un territorio la cui economia è già fortemente penalizzata dall’ inadeguatezza della classe politica locale”.