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Bagnoli: «Spiata da una telecamera in ufficio»

21.01.2014, Il Mattino (di Giulio D’Andrea)

Angela Maria Biancaniello non si scompone. Lei è il Comandante della Polizia Municipale di Bagnoli Irpino, che  ha denunciato la presenza di una piccola telecamera nel suo ufficio. «Tutelerò me stessa e il lavoro che svolgo», afferma. Un apperecchio ben occultato. Ma in grado di riprendere volti, colloqui. Un fatto grave, da qualunque angolazione lo si guardi.

La Procura di Avellino indaga dopo la segnalazione. Si attende. In pochi parlano. Nono lo fa il il sindaco né il capogruppo dell’ opposizione. I due si trincerano dietro ai  «no comment» e gli «aspettiamo».

E forse è comprensibile in una prima fase. Il caso di spionaggio non è esploso nemmeno sui social network. Non ancora. Massima cautela. Parla lei però, forse l’obiettivo della microcamera. La Biancaniello ci tiene a chiarire: «Sono andata in Procura qualche settimana fa, ora magistrati e forze dell’ordine stanno indagando». Chi spiava chi? «Questo non lo so. Sinceramente non posso dire con certezza di essere il bersaglio principale. E infatti non ho contattato neanche un avvocato, voglio prima aspettare gli esiti degli accertamenti. Se io,dovessi risultare la vittima delle attività di spionaggio, o come vogliamo chiamarla, non ci penserò un minuto. Cercherò di tutelarmi in tutte le sedi. Ma la mia segnalazione – spiega – è stata portata dagli inquirenti in qualità di Comandante della Polizia Municipale, per tutelare prima di tutto gli  uficci e il personale da me diretto. Questo  dev’essereestremamente chiaro».

Una vicenda che quindi potrebbe riguardareAngela Biancaniello come l’attività dei vigili in generale. «Siamo all’inizio di una fase delicata di indagine – aggiunge -. Mi scusi ma posso dire solo questo per ora». Accertamenti top-secret, anche sulle attrezzature individuate. Sul perchè siano state piazzate e soprattutto da chi. La Biancaniello, originaria di Montella, vive da anni a Bagnoli Irpino dove è sposata. Viene descritta come una donna molto scrupolosa nel suo lavoro.Il dispositivo sarebbe stato piazzato proprio all’interno della sua stanza, in via Roma.

Dall’Amministrazione comunale non ci sono prese di posizione, almeno per il momento. Contattato, il sindaco Filippo Nigro dice: «Sulla questione nessun commento». Cauta anche l’opposizione, con il capogruppo Aniello Chieffo. L’ex primo cittadino afferma: «In questo momento non ho alcun elemento per poter commentare i fatti. Dovrei avere atti e documenti che invece non ho. Aspettiamo gli sviluppi della vicenda».

Vicende non rare, per la verità. Ieri anche il presidente della Regione Lazio, Nicola Zirigaretti, si è catapultato in Procura dopo il ritrovamento di  una microspia artigianale nella sua sala riunioni. Da Roma all’Irpinia, storie simili in contesti molto diversi. Qui, intanto, i carabinieri della Compagnia di Montella stanno lavorando insieme ai magistrati avellinesi.

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20.01.2014, Il Corriere

Microcamere nell’ufficio dei Vigili, è giallo

Aperta un’inchiesta da parte della Procura della Repubblica di Avellino.

Una vera e propria spy storie al sapore di tartufo. Anche se al veleno, quello servito al Comando della Polizia Municipale del comune di Bagnoli. Nella patria della celebre sagra, qualcuno aveva deciso di spiare l’attività dei caschi bianchi. Non semplici cimici, come nel migliore dei gialli e delle analoghe vicende avvenute in altre parti dell’Irpinia. Ma delle microcamere, quelle piazzate sulla vetrata separatoria dell’ufficio dei vigili urbani.

Per spiare, molto probabilmente, la stessa comandante della Polizia Municipale, che ha il suo ufficio in corrispondenza delle microcamere piazzate. Per un fortuito caso, comunque, qualche giorno fa le apparecchiature sono state scoperte. E in primis è stato appurato un dubbio scontato. Quello che fossero state installate su disposizione dell’Autorità Giudiziaria. E senza escludere un uso investigativo delle stesse, trattandosi di ufficio pubblico.

Intanto per ora le microcamere usate da soggetti che per ora restano ancora ignoti, sono state poste sotto sequestro dai Carabinieri della Compagnia di Montella, che hanno anche informato della vicenda la Procura della Repubblica di Avellino. Sul caso è stata anche sporta una denuncia da parte dello stesso comandante della Polizia Municipale.

Blindatissimi gli esiti di questa prima parte delle indagini, coordinate dalla pm della Procura della Repubblica di Avellino Paola Galdo. Non è escluso che già nei prossimi giorni ci potrebbe essere qualche iscrizione nel registro degli indagati per la ripresa abusiva all’interno dell’ufficio pubblico e anche per la violazione della privacy. A cosa servissero quelle riprese, poi, è un altro dato sul quale la Procura potrebbe disporre degli ulteriori accertamenti.

Nel piccolo paese altirpino da giorni tra l’altro si parla di questa vicenda. Anche abbastanza grave. Non che a Bagnoli di veleni negli ultimi anni ne siano mancati. Ma la storia delle microcamere nel Comando della Polizia Municipale rappresenta sicuramente un salto di qualità. I magistrati potrebbero assegnare ora una consulenza per verificare non solo il modello degli impianti che sono stati utilizzati, ma anche il contenuto delle riprese.

Da marca e modello si potrebbe giungere anche alla identificazione di questo novello 007 altirpino. Ovviamente, su tutte le evoluzioni investigative vige il più stretto riserbo da parte dell’Autorità Giudiziaria. E solo quella notizia, che a Bagnoli tutti stanno commentando, porta il comune altirpino al centro di una storia di veleni e accuse che potrebbero presto riservare nuovi sviluppi.

                                                                                                       

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