“Solo uniti possiamo salvare la castanicoltura”
07.12.2013, da “Il Corriere”
Una delle questioni più discusse in Irpinia, nelle ultime ore, è, senza dubbio, quella delle difficoltà legate alla castanicoltura. In merito ai recenti sviluppi politici interviene anche il presidente dell’Associazione Italiana Coltivatori Adamo Patrone. “Bene – dice Patrone – il sindaco di Volturara, Marino Sarno per l’azione posta in piedi con la stesura del documento che affronta la crisi della castanicoltura irpina.
A sottoscriverlo i sindaci dei diversi comuni colpiti i quali hanno capito che solo un’azione forte radicata a livello politico può essere di sostegno per i castanicoltori cui sono coinvolti in questa gravissima problematica economico-ambientale, lasciati sempre più da soli.
Negli anni passati le voci troppo isolate non hanno portato frutti, ne tantomeno hanno attirato l’attenzione delle istituzioni a livello regionale ed a livello nazionale, portando ad un drastico declino della castanicoltura irpina, vanto del settore nazionale.
Per quanto riguarda la sintesi del documento stilato – spiega Patrone – ritengo che sono ottime proposte richiedere un intervento radicale strutturato su più fronti, dall’appello alla ricerca per individuare strumenti e metodologie più incisive per la lotta al cinipide alla richiesta di un sostegno finanziario al settore castanicolo derivante dai fondi europei. Ed è proprio la politica che deve premere l’acceleratore soprattutto su quest’ultimo punto, cercando di inserire, nella redazione dei bandi inerenti al primo pilastro della nuova programmazione comunitaria 2014/2020, anche il castagno per il calcolo dei nuovi titoli disaccoppiati per i pagamenti di base dando la possibilità di ricalcolare gli stessi sulla base delle superfici castanicole dichiarate.
Stessa cosa bisognerebbe fare anche per lo sviluppo rurale, aumentando gli importi dei premi delle misure agroambientali relativi alle superfici castanicole, ponendo degli obblighi all’agricolture per poter accedere a tali forme di contributo che potrebbero andare ad identificarsi come la stessa lotta al cinipide galligeno del castagno e a seguire linee guida per la pratica della concimazione indicate dalla ricerca.
Ora che come non mai i castanicoltori hanno bisogno dell’azione delle istituzioni politiche, ed in virtù del fatto che con la rimodulazione dei fondi della nuova programmazione 2014-2020 potrebbe delinearsi una strada per arginare l’emergenza economica del settore, non bisogna farsi sfuggire tale occasione, ma soprattutto le istituzione non possono continuare a non ascoltare i gridi d’allarme del settore”.