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Inchiesta sulle condizioni socio-economiche di Bagnoli nell’anno 1878 (di Nicola Pescatori)

19.11.2013,  A cura di Aniello Russo (da “Fuori dalla Rete” – Novembre 2013, Anno VII, n.5)

All’indomani dell’Unità d’Italia, con l’esplosione della questione meridionale, proliferarono le inchieste sulle condizioni arretrate del Meridione (Lombroso, Padula, Iacini, tanto per citarne alcune). Tutte le indagini puntano a esplorare le condizioni di vita delle classi rurali e l’arretratezza dell’agricoltura nelle province del Sud.

In tale contesto va inquadrata l’inchiesta sui contadini di Bagnoli redatta dal concittadino Nicola Pescatori (1841-1924), laureato in giurisprudenza, più volte sindaco; eletto consigliere provinciale, ricoprì la carica di vice presidente. La breve relazione reca la data del 2 aprile 1878. Dalla lettura emerge che a fronte delle condizioni misere dei contadini di altre aree, attestate dalle inchieste citate, i contadini di Bagnoli, almeno quanto all’alimentazione al vestiario e allo stato di salute, si potevano dire fortunati. Ecco il testo dell’inchiesta che giace presso l’Archivio di Stato di Avellino.

***

Il costume e il modo di vivere dei nostri contadini sono semplicissimi. La semplicità è un po’ figlia della miseria e un po’ conseguenza delle condizioni del paese, in cui la mancanza di facili comunicazioni ha conservato molto delle antiche tradizioni. E fra queste si mantiene saldissima l’abitudine di dimorare in paese, disertando le campagne. Se ciò poi dimostra l’indole socievole del lavoratore, non dimostra del pari il suo accorgimento, che questa appunto è una delle piaghe della locale agricoltura.

Le relazioni sociali fra proprietario e lavoratore non sono quali dovrebbero essere le migliori. Pregiudizi di casta, collisioni d’interessi, reciproca diffidenza, un po’ di mala fede nei coloni, mancanza di prudente benevolenza nel proprietario mantengono tese le relazioni…

L’alimentazione ordinaria del contadino è costituita dalla segala, dalla patata, dal granturco e dai vegetali: la quantità non può dirsi insufficiente ai loro bisogni.

Il vestiario non è insalubre né insufficiente, costituito da stoffe di lana del luogo, tessute qualche volta in famiglia, ma sempre in paese e di poca spesa.

Il periodo di maggiori fatiche per il contadino va da gennaio a marzo; quelle delle minori da maggio a giugno. Il lavoro delle donne e dei fanciulli è modestissimo e leggero, un quinto di quello dei maschi adulti.

Lo stato di salute dei lavoratori è eccellente e frequenti sono i casi di longevità: durano al lavoro fino ad età inoltrata, anzi si può bene affermare che il contadino muore lavorando.

Il matrimonio ordinariamente si contrae in età giovanissima, subito dopo gli obblighi di leva: il caso di contadini celibi è rarissimo.

L’analfabetismo è diffuso: il numero degli analfabeti è alla dolorosa ragione dell’85 per cento sulla popolazione totale di Bagnoli.”

                                                                                                       

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