L’Irpinia si svuota, 8500 addii in dieci anni
13.11.2013, Ottopagine
In dieci anni sono andate viene ben 8.508 persone, pari all’1.95 per cento della popolazione totale. E’ un meridione abbandonato dai propri abitanti, con lo spettro della desertificazione sempre più concreto, quello che viene fuori dalla ricerca Svimez (Associazione per lo sviluppo dell’industria del Mezzogiorno) nel suo ultimo rapporto. Secondo le stime contenute nel rapporto, entro il 2065 spariranno due milioni di under 44, tra denatalità, disoccupazione e nuove emigrazioni.
Salvo rarissime eccezioni, le province meridionali hanno visto ridursi decisamente la propria popolazione. E sono soprattutto i giovani ad andare via. In provincia di Benevento i dati, almeno in termini percentuali, sono anche peggiori con oltre 6.400 sanniti in meno in dieci anni, pari al 2.2 per cento della popolazione totale. Conti in rosso anche per il Napoletano che, nell’ultimo decennio, ha visto sparire l’un per cento della propria consistenza demografica (31.908 abitanti).
Segno più invece per Salerno (+0,9 per cento pari a 9.427 abitanti) e soprattutto Caserta che dal 2003 ha addirittura accresciuto di 39.687 unità la propria popolazione grazie in particolare ai consistenti innesti di stranieri extracomunitari. E’ propria la crescente presenza di stranieri ad evitare la desertificazione ed a garantire, almeno a livello regionale, un saldo finale positivo. La contrazione demografica dell’Irpinia e del Sannio appare significativa anche perchè non ha riguardato tutta la Campania ma in particolare le zone interne e, solo marginalmente, l’area partenopea.
Nel complesso gli ultimi dieci anni hanno registrato un travaso interno alla regione che si attesta, oggi come nel 2003, poco oltre i 5,7 milioni di abitanti. Impressionante il trend registrato nei comuni del Foggiano che dal 2003 ad oggi hanno perso quasi 56mila abitanti, ovvero 8 residenti su 100. Da brivido anche i 17.462 ex residenti del Potentino (-4,4 per cento). Bilanci deficitari in Basilicata anche per Matera che perde 4.479 unità pari al 2,1 per cento. Non va meglio in Molise dove sia Campobasso (-2,6 per cento) che Isernia (-3,3 per cento) sono state colpite dalla grande fuga in cerca di futuro. In Calabria e Sicilia la situazione appare invece meno grave.
Non mancano comunque condizioni di estrema criticità come quella rappresentata da Vibo Valentia che ha perso oltre settemila residenti nell’ultimo decennio (- 4,4 per cento) e Cosenza che si è fermata al meno 2,9 per cento, cifra che se letta in termini assoluti diventa 20.931 persi. In Sicilia la performance peggiore appartiene ad Agrigento: – 11.541 unità (-2,5 per cento). In riferimento invece ai capoluoghi, Benevento è il capoluogo della Campania che meglio ha retto agli urti della crisi nel decennio, con 891 abitanti in meno. Ben peggio è andata ad Avellino (1.637 abitanti in meno; -2,9 per cento), Salerno (5.078 unità in meno; -3,7 per cento), Napoli.