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«Castanicoltura, tocca al governo»

11.11.2013, Ottopagine

L’intervento di Pietro Foglia alla Sagra di Montella.

Castanicoltura in affanno, Regione in pressing sul Governo. «Seguiamo con attenzione l’iter della proposta di legge presentata alla Camera dei Deputati il 21 marzo scorso per favorire interventi di ripristino, recupero, manutenzione e salvaguardia del settore. Auspichiamo che il suo contenuto possa essere recepito anche in uno dei disegni di legge preannunziati dal Governo a favore dell’Agricoltura».

Pietro Foglia, presidente della VIII Commissione (Agricoltura, Caccia, Pesca, Risorse comunitarie e statali per lo sviluppo) del Consiglio Regionale della Campania, ha partecipato ieri mattina al convegno “Agricoltura, castanicoltura, criticità, sviluppo e risorse sostenibili per l’Irpinia” che si è svolto a Montella nell’ambito della 31esima sagra della castagna. Un appuntamento che, come sottolineato dallo stesso Foglia, celebrando la regina dell’autunno considerata tra le migliori castagne d’Italia, serve a fare il punto su alcune importanti questioni relative al mondo castanicolo.

E il delicato momento che sta attraversando il comparto è stato più volte al centro delle attività della Commissione Agricoltura della Campania. «La castanicoltura sta soffrendo l’aggressione del cinipide ma anche i cambiamenti climatici, soprattutto a causa del global warming, così come è emerso dal quarto incontro dei rappresentanti europei del settore castanicolo. Rispetto all’ulteriore grido di allarme da parte del mondo castanicolo, ripreso in questi giorni dalla stampa regionale – ha quindi fatto osservare – risulta necessario prestare attenzione ai fenomeni che stanno mettendo in crisi il settore senza perdere di vista quanto è stato già fatto, né il percorso intrapreso dalla Regione Campania. Resta tuttavia aperto il fronte dei castagneti da frutto presenti nelle aree demaniali abbandonati a se stessi e che, in assenza di cura e di prevenzione da parte degli Enti gestori, come comunità montane e comuni, costituiscono la sede naturale di riproduzione del cinipide anche con ovvie ricadute sull’ecosistema e sugli sforzi in atto per debellare tale cancro».

L’attenzione è rivolta alla prossima programmazione dello Sviluppo rurale. «Si dovrà farsi di più e meglio – ha insistito Foglia – per assicurare strumenti e risorse per favorire lo sviluppo produttivo dei castagneti, anche in una prospettiva occupazionale alla luce di quanto abbiamo legiferato con legge regionale n. 10 del 3 agosto per la valorizzazione dei suoli pubblici a vocazione agricola per contenerne il consumo e favorirne l’accesso ai giovani. Non a caso l’articolo 6, comma 3, prevede che, nell’ambito della propria autonomia statuaria ed in attuazione del principio di leale collaborazione, gli enti territoriali, se promuovono interventi per le richiamate finalità, applicano i criteri e le procedure definite con la medesima legge». Per Foglia occorre sollecitare interventi da parte del governo centrale, compatibili con le regole comunitarie, attivando nuove risorse, e uscendo dall’ambito solo agricolo, «perché l’emergenza cui si assiste investe anche aspetti di carattere ambientale e di difesa del suolo rilevanti, che a lungo andare potrebbero generare fenomeni di degrado ed abbandono di vaste aree interne non solo della Campania».

                                                                                                       

1 Commento »

  • renatodesimone scrive:

    Ma davvero Foglia ha pronunciato queste frasi?
    “Resta tuttavia aperto il fronte dei castagneti da frutto presenti nelle aree demaniali abbandonati a se stessi e che, in assenza di cura e di prevenzione da parte degli Enti gestori, come comunità montane e comuni, costituiscono la sede naturale di riproduzione del cinipide anche con ovvie ricadute sull’ecosistema e sugli sforzi in atto per debellare tale cancro.”
    Se davvero le ha pronunciate, ha dimostrato la massima ignoranza del problema. Siccome, però, è presidente della VIII Commissione del Consiglio Regionale, sarebbe bene che lo si erudisse adeguatamente perché veramente si rischia di portare al fallimento la castanicoltura.
    Ciò di cui il settore necessità è la liberalizzazione dei trattamenti e, se qualche aiuto la Regione volesse elargire, potrebbe sostenere la sperimentazione necessaria a definire il miglior trattamento.

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