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Mentalità a confronto: Bagnolesi vs Turisti

25.08.2013, Articolo di Federico Lenzi (da “Fuori dalla Rete” – Agosto 2013, Anno VII, n.4)

Lo scorso mese è comparso sul sito un resoconto di alcune vacanze al Laceno, il quale unito alle molte pagine Facebook che stanno nascendo ha indotto in me una riflessione. E’ possibile lo sviluppo del Laceno? A mio parere no, mancano le basi e la mentalità. Le pagine Facebook o le altre iniziative volte in tal senso sono riconducibili sempre ad un pugno di persone.

Basti pensare che in paese non tutti sanno sciare e molti non sono mai stai alla Croce, al Cervialto o a Caliendo; se non ci andiamo noi, come potremmo mai invogliare altri ad andarci? Spesso in paese chi va in montagna non per zappare è quasi canzonato. Inutile illuderci: in paese si vive in un passato prossimo con un’eterna rassegnazione che par quasi un’agonia, non si riesce a guardare al passato nella sua totalità gettando le basi nel presente per un futuro migliore. Eppure in passato c’era chi amava la montagna, basta venire a casa e vedere le foto del nonno che con la famiglia e gli amici bagnolesi ha girato più volte tutte le Dolomiti.

Probabilmente non ci servono gli esperti, serve chi ama il posto e chi frequenta spesso anche altre località montane (mi riferisco alle zone alpine) per far progredire il tutto. Al momento persino Caposele con il santuario e le sorgenti è più organizzata e turisticamente più progredita di noi! Se in Val di Susa la popolazione è insorta a difesa delle proprie montagne contro la costruzione della Tav, qui mentre distruggevano la montagna per l’inutile monorotaia nessuno ne parlava! L’unica preoccupazione dei paesani è saccheggiare sempre più i boschi facendo prolungare il tempo di apertura delle sbarre! Non c’è un minimo di rispetto e di eco-sostenibilità verso i luoghi in cui viviamo.

Salendo al monte Cervialto è impossibile non notare come fin dove arrivino le auto abbiano abbattuto moltissimi alberi! Di questo passo in un triennio disboscano un costone; altro che usi civici, di civile in questa corsa sregolata corsa alla legna non c’è nulla. Inoltre, anche gente dei paesi limitrofi approfitta di questa situazione per venire a raccogliere il legname!

Invece d’innovare e cercare di migliorare sempre di più la sagra diamo tempo agli avversari di recuperare. Un tempo al Laceno si teneva la festa della montagna, ma da sei anni a questa parte si tiene a Nusco. Potrei capire se ce l’avesse rubata Calabritto, Acerno, Senerchia o Montella, ma vederla in  quel paese che ha  solo una mezza montagna è una vera vergogna per Bagnoli! Quest’estate abbiamo perso le manifestazioni “Bagnoli in Corto”, “Laceno Rock Festival” (si poteva fare nella piana a ferragosto) e il “Dj Contest”: eventi che si tenevano solo qui e sostituiti ora da nuove kermesse gastronomiche che in contesto provinciale che nel mese di agosto pullula di manifestazioni del genere perdono valore in partenza.

Lo stesso spirito di odio reciproco che ancora  corre tra le due fazioni a tre mesi dalle elezioni non fa altro che spaccare in due il paese. In questa Bagnoli divisa in due, come la Berlino del muro, questo clima di tensione e la voglia di colpire in ogni modo e di annientare l’avversario di certo non porterà al progresso, ma all’autodistruzione: bagnolesi che vanno contro altri bagnolesi!

La miglior barzelletta che abbia mai sentito è che Laceno sia una località turistica: ha prospettive di sviluppo turistico, ma una località turistica è tutta un’altra cosa, è l’opposto di Laceno, andateci e fatemi sapere. Probabilmente dobbiamo partire da zero, dalle cose fondamentali: chi viene qui e perché? Come noi viviamo in paese una vita monotona e ne vorremmo una più movimentata chi vive in città una vita stressante vorrebbe una vita più rilassante. L’opportunità di cambiare stile di vita almeno per qualche giorno è la vacanza, l’opposto alla vita in aree densamente urbanizzate è Laceno. In città non ci si accorge del passare delle stagioni e della natura: si assiste a una massiccia cementificazione, l’aria è inquinata, il cibo dei fast-food fa pena, il traffico è estenuante e il caldo d’estate diviene insopportabile. Dunque ciò che per noi è scontato per lui è bello. Per esempio i panorami in cui siamo cresciuti per lui sono meravigliosi, avere qualche nozione riguardo la fauna, la flora, le tradizioni, i mestieri tipici, la morfologia, la meteorologia e la storia del posto gli può interessare!

Ovviamente il turista non viene qui per soggiornare in hotel e aggirarsi nei suoi dintorni durante il resto della giornata, qualcosa deve pur farla per non annoiarsi. La gente vien qui per rilassarsi, per conoscere nuovi posti, nuovi cibi, nuove tradizioni, per fare sport e per fare tutto ciò che non può fare da dove proviene; ma di sera ovviamente non rinuncia a qualche divertimento, non vuol certo andare a letto alle ore ventuno! Ad esempio se ci fosse un  flusso turistico non basterebbero le sporadiche escursioni che si fanno ora, ma una proposta giornaliera (anche verso nuovi posti) e con vari mezzi (cavallo, biciclette, quad, moto, fuoristrada, carrozza, ciaspole, sci, slitte).

Già riuscir a vedere una volpe o un lupo potrebbe essere qualcosa di memorabile per chi non vive a contatto con la natura. Gli stessi bovini e ovini in altre località sono usati nel turismo: in Trentino non pascolano nelle zone turistiche, ma in occasioni di feste vi sono condotti addobbati con fiori e ghirlande. Si fa vedere come sono allevati, come si lavora il latte, il cuoio e la lana e si vendono i prodotti da essi ricavati. Si vien qui anche per fare sport, come ciclismo e corsa (mancano piste ciclabili e marciapiedi). Mancano centri sportivi con campi da pallavolo, da basket, da tennis; mancano itinerari per mountain-bike, manca un centro per fare tiro con l’arco e al piattello. D’estate non ci sono piscine con acqua-scivoli e trampolini, ne tanto meno vasche idromassaggio. Essendo una località votata al relax un centro benessere, delle saune, un cinema, un bowling e una discoteca funzionate non sfigurerebbero.

Nei boschi si potrebbero fare campi avventura tra gli alberi e campi di paint-ball. Dobbiamo immedesimarci nei panni del visitatore: se per noi è normale andare a San Pantalone con le scarpe da ginnastica, per un turista farsi la ferrata e la passerella con l’attrezzatura sarebbe un’avventura fuori dal comune. Anche ciò che per noi è da pazzi può far giungere qui degli appassionati disposti a pagare anche belle somme:  c’è chi scalerebbe la parete verticale di Caliendo dalla gola alla cima o chi vorrebbe discendere dalle piste da sci in bicicletta durante l’estate. Spesso i turisti vorrebbero anche un lido in cui prendere il sole lungo le sponde del lago e potervi fare giri a bordo di kayak o diving! Per non parlare di quanti visitatori aspettano da anni di vedere le grotte del Caliendo, anche se ci sono altre grotte minori di non poca bellezza. Anche un campo volo con possibilità di sorvolare questo scenario incantato e la possibilità di lanci in paracadute attirerebbe molti visitatori.

Per rendere il turismo permanente e non confinarlo ai week-end basta andare in una vera località turistica per vedere che si organizzano degli eventi ogni sera giusto per garantire almeno un po’ di movida. Sagre, feste, manifestazioni, animazione, tornei, spettacoli, concerti, raduni spesso riescono a intrattenere e ad attirare nuovi visitatori auto-finanziandosi. Alla lunga questo sconvolgerebbe l’atmosfera di tranquillità del Laceno, ma in tutte le località montane che si rispettino di sera ci si sposta con dei servizi navetta in paese a far baldoria!

Già nello stile Laceno non convince: si potrebbe usare nelle future costruzioni/ristrutturazioni lo stile architettonico tipico dei villaggi alpini. Inoltre, nelle vere località turistiche oltre alla pubblica illuminazione, all’arredo urbano e alla segnaletica si cura anche l’igiene e il dettaglio costruendo aiuole e fontane.

Le uniche buone manifestazioni che vanno nel senso giusto per ora sono quella dell’Uisp e le gare equestri, per il resto non sappiamo sfruttare e promuovere gli annuali raduni motoristici sull’altopiano. Non riusciamo neppure a valorizzare l’indotto che ci ha lasciato il Giro D’Italia: ogni week-end molti ciclisti salgono in montagna e basterebbe una gara amatoriale tra le vie del paese e l’altopiano per sfruttare questo flusso turistico che col tempo va esaurendosi.

La nostra organizzazione è nulla: nella riviera romagnola su un solo sito si prenota l’hotel, cosa fare (parchi, musei, discoteche, mare) e i mezzi di trasporti; qui si opera nel caos più totale come se il turista già conoscesse il posto. Il turismo si crea con un piano d’investimento a medio e lungo termine pubblico e privato, non cade dal cielo. Se non usciamo del paese, se non conosciamo il mondo e non ci qualifichiamo non potremmo che restare sulle panchine della piazza a borbottare. Di questo passo si andrà  di male in peggio. Ahimè, l’unico sviluppo che vedo possibile continuando di questo passo è quello sul modello di Amsterdam o Las Vegas; solo su questo l’intera popolazione sarebbe capace di puntare senza esitazioni …

Far capire l’importanza della risorsa paesaggistica/naturale è un’impresa! Comunque sono stanco di scrivere sempre le medesime opinioni che in questo paese passano come boiate; quindi sono certo che è inutile perder tempo a parlarne ancora e che sia meglio preparaci al 2016 quando faremo una bella asta in piazza per cedere il campo scuola a 1400 metri come area adibita al pascolo. Tuttavia, se consideriamo che la speranza sia l’ultima a morire, vi lascio con una citazione di Tolstoj scritta quando passò dalla vita mondana di Mosca a quella montana degli Urali per darvi un esempio del punto di vista di chi non vive questa realtà nella quotidianità: “Come mi sembrate tutti ripugnanti e meschini! Voi non sapete che cosa sia la felicità e che cosa sia la vita!… Bisogna vedere e capire quel ch’è la verità e la bellezza, e poi volerà in polvere tutto ciò che voi dite e pensate, tutti i vostri desideri di felicità tanto per me che per voi stessi. La felicità consiste nel vivere con la natura, vederla, parlarle.”

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I BOSCHI DEL LACENO …

(nella foto si nota come sia stata aperta una radura
in mezzo al bosco e si vedono i resti degli alberi tagliati)

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(lungo la strada per lunghi tratti si nota un grande ammasso di legname ai lati)

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(miracolosamente quando si può proseguire solo a piedi s’incontrano boschi intatti)

                                                                                                       

2 Commenti »

  • Lucarchitec scrive:

    Un articolo magnifico….se solo le persone recepissero il 10% di cio che è scritto…sarebbe gia una grossa vittoria. Ma come si fa ad essere cosi ciechi…

  • marzopascal scrive:

    LE FOTO SONO UNA DENUNCIA ALL’AMINISTRAZIONE. CHIUDETE LE SBARRE SUBITO

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