21.08.2013, Articolo di Giovanni Nigro (da “Fuori dalla Rete” – Agosto 2013, Anno VII, n.4)

C’è chi dice …

… che l’estate bagnolese rimane un sogno nella testa dei giovani, ma non sapendo il perché e non informandosi rimarrà tale. Il lavoro di ogni amministrazione d’estate è come il terno al lotto non si sa mai fino a quando puoi puntare e continuare. Tra le varie polemiche però iniziano a trasformarsi i volti dei “nuovi” al municipio, arriva il caldo e il sudore. Tutto non calcolato in campagna elettorale come se fosse una eterna passeggiata nella piazza del paese. Non sapendo che i turisti, miscelati ai locali, pretendono sempre di più e se si scopre che il tutto costa un occhio della testa sai quanti ne avranno da ridire.

Il popolo parlante è un sensazionale assemblaggio di critiche anche da chi non ti aspettavi. Iniziano così i dissapori di quelli a cui hai promesso il parcheggio privato, iniziano a fare la fila per l’ufficio del sindaco, senza curarsi di essere e rimanere soltanto un numero. Un numero uscito qualche mese fa dallo sfoglio elettorale. Si parlava ai giovani di dare loro il biglietto del lavoro, per andare sulla luna a prendere il futuro, si parlava ai disoccupati che in massimo un anno sarebbero iniziate le ammissioni in fabbriche costruite senza fondamenta, quasi sulla sabbia e agli anziani il gusto di amare il proprio paese. Aspettando senza capire. Ma vi è anche chi da questo evento ha avuto qualcosa. Gli amici degli amici che finalmente da anni cercavano questa ascesa al palazzo in Via Roma e da anni la pregavano, come fanno le anziane devote alla Vergine Maria. Chi per anni ha assicurato agli alberi della piazza una bella parlantina ora non parla più.

Si è sempre criticati i ragazzi di Bagnoli Irpino che scrivevano i giornalini e che non avevano più scritto perché era il loro Sindaco, per queste persone che criticano l’opposizione non esiste se non per fare le riunioni e per interrogare su fatti personali il primo cittadino. Invece per chi questa politica la vede in un altro modo e non con il potere assoluto, quasi come una dittatura o una tirannia, l’opposizione è una cosa seria e va rispettata. I giovani che si interessano una volta ogni 5 anni sono stati abituati dai propri genitori che andare sul comune è la cosa importante e non amministrare il paese con i vari oppositori. Se poi il genitore pensa così e agisce così come potrà mai parlare di politica il figlio che è uguale al padre? Allora come può un giovane ribellarsi a tutto questo, come può un giovane capire il senso delle cose? Arriverà un momento in cui qualcuno gli domanderà perché spera in una raccomandazione e perché non cerca lavoro. La risposta sarà: “Ho un mio parente in politica”. E qui il cuore di chi ha lavorato ed ha fatto fatica a trovarlo il lavoro si frantuma in tanti piccoli pezzi. Fino a quando tutti i giovani, di un paesino oppure di qualsiasi parte del mondo, penseranno e parleranno così la politica, che è il cuore pulsante del lavoro, rimarrà una vera e propria melma paludosa e maleodorante. Allora perché parlare soltanto dell’estate quando rimangono altre 3 stagioni in cui, chissà, i sogni diventeranno realtà?