Quello che non sapete sulla CHIESA MADRE …
06.07.2013, Articolo di Federico Lenzi (da “Fuori dalla Rete” – Giugno 2013, Anno VII, n.3)
Curiosità e spunti personali sulla parrocchia di S.Maria Assunta in Bagnoli Irpino.
Quando parliamo di turismo a Bagnoli facciamo l’errore di non riuscir ad andare oltre il Laceno dimenticando il nostro patrimonio artistico. Se si dice che sul Laceno si facciano più chiacchiere che fatti, sul patrimonio artistico non si fanno nemmeno chiacchiere. Spezzando una lancia a favore del nostro paese possiamo dire che in tutta la provincia si è ciechi su questo tema: pochi di noi sono stati alle rovine di Abellinum o al castello di Lauro.
Eppure questa risorsa potrebbe dare lavoro a guide e accompagnatori turistici, con una vera organizzazione permanente genererebbe un ricco indotto per tutta la comunità. Non tutto il nostro patrimonio artistico versa in condizioni estreme come S.Domenico o il castello Cavaniglia, anzi il vero e proprio jolly ce l’abbiamo sotto gli occhi e lasciamo che si degradi! Sto parlando della nostra chiesa madre, tra le più belle della provincia, seconda solo a quella di S.Michele Arcangelo di Serino!
Persino l’attuale vescovo appena giunto sul nostro sacrato ha ammesso che è la più bella tra tutte quelle a lui sottoposte! Avendo fatto la guida turistica due anni fa in occasione della sagra della castagna ho avuto il piacere di conoscere le opere d’arte d’inestimabile valore ivi esposte o conservate e di poter raccontare gli aneddoti e le vicende legate alla sua lunga storia ai tantissimi visitatori italiani e non che giungevano in massa. Ecco un riassunto (del riassunto)…
Già nel nono secolo esisteva una cappella dedicata a S.Maria nel borgo sorto intorno al castello longobardo, ingranditosi il paese ebbe il titolo di “Collegiata Insigne”. Le dimensioni erano la metà delle attuali, il Cappellone era l’altare maggiore, l’odierno ingresso secondario il principale e si contavano ben venticinque altari costruiti dalle famiglie più importanti del paese. Distrutta da un incendio nel 1651 fu ricostruita con le offerte dell’intera comunità dal Vaccari, architetto che aveva già lavorato alla Reggia di Caserta con il Vanvitelli: in stile barocco con nove altari, dimensioni maggiori (è la più grande della provincia), la forma è a croce latina con tre navate e ha una cupola centrale. Fu inaugurata nel 1769, ma non sappiamo quando iniziarono i lavori, una pietra indica che nel 1720 erano giunti al livello del pavimento. La struttura essendo costruita in pendenza è sopraelevata e al di sotto nasconde le vecchie cripte sotto il Cappellone, le nuove sotto il coro e varie botole dove erano gettati i defunti . Dove ora si trovano il coro e l’altare esisteva prima della ricostruzione un giardino, al posto dell’odierno ufficio del prete c’era la sacrestia e nella zona dell’ingresso una cappella dedicata a S.Carlo. La chiesa del nono secolo era in legno, mentre l’attuale è stata fatta con materiale lavorato sul posto (la calce veniva dalle fornaci bagnolesi e le campane furono fuse in via Fosso). I falegnami locali realizzarono i pregiati confessionali e i candelabri dipinti in oro e argento. Oltre al celeberrimo coro ligneo nella struttura troviamo grandissimi esempi della maestria bagnolese nell’arte del legno (come l’”Ecce Homo”) e ci sono anche delle opere dell’artista paesano Domenico Venuta: si rifaceva a Michelangelo e fu scultore di corte di Filippo V, alcune sue opere (come una copia del “S.Pasquale Baylon”) sono nei musei spagnoli! La nicchia dell’Immacolata, oltre a esibire il bellissimo stendardo in fili d’oro, è stata realizzata dall’ultimo maestro del legno bagnolese: Erminio Trillo. Il pavimento in marmo pregiato di Trani che sostituì quello in maioliche fu donato nel 1939 dalla famiglia Gatti. Per quanto riguarda la pittura troviamo i quadri del Cestaro: molto simili nei colori e nello stile a quelli del Caravaggio!!! Come se non bastasse ospitiamo anche i capolavori di Andrea D’Asti allievo del Solimene che realizzò una galleria al principe di Avellino e alcuni quadri ad Amalfi che ha riproposto anche a Bagnoli. La “Pietà” del D’Asti che si trova sopra l’ufficio del parroco s’ispira a un noto quadro del Carracci che ritrae l’omonima scultura di Michelangelo! Nella cattedrale si conservano le reliquie della “Sacra Spina”, un “Braccio di S.Domenico”, un “Osso di San Lorenzo” e le “Spoglie di S.Onorio martire”! Si conserva anche un gruppo di cinque busti: S.Onorio, S.Domenico, S.Giuseppe, S.Lorenzo e S.Antonio, con corpo in legno di noce e rivestimento d’argento (la testa e le mani sono tutto argento). Sfortunatamente a queste statue sono stati sottratti dei pezzi in seguito al furto avvenuto dopo il sisma e solo pochi sono stati trovati. Altra roba fu venduta dopo il terremoto dal consiglio pastorale per aggiustare l’edificio. L’”Addolorata” nel quadro sopra il Cappellone aveva sette pugnali, una corona e una spada (tutto d’argento) conficcate nel cuore che furono anch’esse rubate. Certamente un articolo non basta per descrivere tutto ciò che conserviamo in chiesa, vi dico solamente che una mia visita guidata approfondita durava un’ora o anche più! Ah dimenticavo, nascosta a tutti in una nicchia adiacente il “Cristo morto” c’è una bellissima “Madonna del Rosario” seicentesca con vestito in fili d’oro e parrucca d’epoca appartenuta al monastero di S.Domenico.
Non venitemi a dire che S.Francesco a Folloni sia migliore, la sua fama è dovuta all’opera di padre Agnello Stoia che ha saputo valorizzare (arrivano continuamente fondi europei) la storia del convento e ciò che conserva. Se a S.Francesco s’invoglia il turista a recarsi in visita al complesso, da noi negli orari prestabiliti per le visite turistiche troviamo una chiesa deserta e non illuminata! Non abbiamo neppure un sito internet per pubblicizzare e dare informazioni sulla struttura, persino le foto che si trovano dell’edificio sul web sono scarse. Non conosciamo a fondo la sua storia e non possiamo dare informazioni esaurienti su tutto ciò che vi è conservato: occorrono nuovi studi con la possibilità di consultare l’archivio ecclesiastico locale e quello della curia. Molti oggetti non possono neanche essere esposti per mancanza di adeguati sistemi di sicurezza e di personale (un tempo in chiesa c’era un guardiano di giorno ed uno di notte), ci sono quadri e statue nei magazzini in attesa di fondi per essere restaurate e le infiltrazioni creano continui problemi (come non notare quella che minaccia il quadro della Madonna accanto alla nicchia). In un qualsiasi altro stato tutta quest’arte sarebbe valorizzata, invece a Bagnoli non capiamo il valore e non meritiamo neanche un pezzo di tutto ciò che abbiamo! Inutile rimpiangere S.Domenico quando possiamo ancora salvare tanto nella chiesa madre e quando abbiamo S.Lorenzo che crolla giorno dopo giorno! Il piangersi addosso non giova a nessuno, ciò che serve è rimboccarsi le maniche e darsi da fare per il bene del paese! Molti mi hanno chiesto come mai quest’anno in occasione della sagra, dopo il successo dell’anno precedente, non c’erano né guide e né guardiani in chiesa: ebbene, due anni fa non siamo stati pagati ne dalla Chiesa e ne dalla Pro-Loco! Tuttavia, con il permesso del parroco, in questi giorni stiamo organizzando visite guidate a pagamento alla chiesa e nel contesto storico-culturale circostante. Poco tempo fa è anche uscito un reportage sull’edificio su “Irpinia In Foto”. In quella chiesa c’è veramente tanto da valorizzare, ad esempio tempo fa proposi d’illuminarla esternamente per abbellire Bagnoli di notte. Non dimentichiamoci della nostra parrocchia una volta chiusa la statua della Madonna: è sempre lì, aperta tutto l’anno ed è nostra, è di noi bagnolesi che generazione dopo generazione con le nostre offerte l’abbiamo sovvenzionata! Ora dobbiamo solo saperla valorizzare, tuttavia ci tengo a precisare che anche se si è atei bisogna avere sempre e comunque rispetto per il luogo sacro! Ultima cosa: v’invito a non usare il flash perché rovina le nostre preziose tele, anche se personalmente non condivido la scelta di vietare anche le foto senza (me le hanno fatte fare persino a S.Pietro e al Duomo di Milano!). Comunque nel mio piccolo, oltre a scrivere, con alcuni amici sto cercando di fare qualcosa per provare a valorizzarla di più, presto ci saranno novità!
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IRPINIA IN FOTO: LA CHIESA MADRE DI BAGNOLI
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La foto