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Le strane potature del Laceno

04.06.2013, Articolo di Domenico Cambria (da “Il Corriere”)

Mancavo dal Laceno da circa un anno, dalla scorsa estate per esattezza, dopo avere trascorso un inverno a dir poco infernale, costretto come tanti a non muoversi dal caldo per combattere un’annosa influenza che sembrava non passare mai. Finalmente il primo caldo ha richiamato tanti bagnolesi al proprio paese, anche in concomitanza con la bella sagra del tartufo estivo e del formaggio tenutasi in questi giorni.

Poi l’immancabile visita al Laceno e al suo lago che, grazie alle piogge di questi giorni e alla neve deì mesi passati, sembra propino un lago svizzero, adagiato sulla piana come in una delle tante valli Helvetiche, circondato da rigogliosi boschi che rendono unica la località. Peccato che tra un paio di mesi, con il caldo, tutto questo scompaia per lasciare spazio ad un territorio che madre natura ha baciato ma che gli uomini sanno apprezzare poco.Vale a dire che, in mancanza di neve, il Laceno versa nell’abbandono, e che nulla è stato fatto negli anni passati per fare in modo che anche nel resto dell’anno la bella località sappia richiamare presso di sé il turismo che merita.

L’invito è chiaramente rivolto alla nuova amministrazione, che solo da pochi giorni si è insediata, pregando il nuovo sindaco di rivolgere maggiore attenzione ad una località unica che il buon Dio ha voluto darci. Se solo l’aspetto ambientalistico, economico e naturalistico fosse meglio valutato e valorizzato, insieme al suo aspetto alberghiero, il Laceno non avrebbe nulla da invidiare alle altre località turistiche italiane.

Quello che mi è saltato subito all’occhio arrivando al Laceno, sono sate delle strane potature effettuate a dei vecchi pioppi di circa sessanta anni che circondano parte della piana, soprattutto la parte sinistra di quando appena si arriva. Cosa vogliono significare me lo sono chiesto invano, e da chi poi sono state autorizzate, considerando che il Laceno è anche un Parco Regionale.

Queste potature sono strane per varie ragioni: primo perché i pioppi sono vecchi e vanno certamente abbattuti non potati; secondo perché questo tipo di potature (la capitozzatura) si effettua in genere nei soggetti giovani quando si vuole aumentare la ramificazione laterale per ricavare maggiore fogliame fresco da dare agli animali; terzo il pioppo nero non è una specie che si adatta all’altezza del Laceno ma a quella collinare, intorno a 600 metri slm. Ora, come le potature sono state effettuate, non solo rappresentano un danno per le piante ma soprattutto per l’ambiente in quanto sembra di trovarsi dinanzi a tante piante che potrebbero servire per le … impiccagioni!!!

Chi scrive, essendo un poco del mestiere, si permette di consigliare alla nuova amministrazione di tagliare i monconi vecchi esistenti, che non rappresentano assolutamente nulla, e di piantare intorno alla pianura alberi attinenti all’ambiente e adatti all’altitudine, come quelli posti sulla piana delle 5 miglia in Abruzzo, nei pressi di Roccaraso, una specie resistente al freddo, che dura più del pioppo, e soprattutto che abbellisce l’ambiente: la specie è il Pino nero varietà di Villetta Barrea.

E’ un peccato, poi, vedere tutto il verde circostante il lago, la piana e oltre abbandonato o preda di tanti boscaioli abusivi, quando invece 5.000 ettari di alto fusto di faggio, tra il più pregiato in Italia, non renda nulla. Questo è assurdo. Come è assurdo che in un posto simile non vi sia una sola impresa boschiva. E’ come se Mazzara del Vallo non avesse una barca per andare a pescare.

Non è così? E allora sveglia Bagnoli, perché un bene del genere potrebbe non solo impiegare lavorativamente un centinaio di persone ma fruttare al Comune milioni di euro, come i boschi frutta milioni di euro in Molise, in Abruzzo, in Toscana e lungo tutta la catena alpina: perché solo in provincia di Avellino no?

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La foto


 

                                                                                                       

3 Commenti »

  • Lucarchitec scrive:

    Ci è quasi venuto da piangere (me e mia famiglia) domenica alla vista di questo scempio naturale, perchè sono stati “potati” in questo modo? è un azione controllata o opera di schifosi che non hanno rispetto per nulla?

  • la malfa 1 scrive:

    Non entro nel merito tecnico del problema “potatura”. Non sono in grado di dare un giudizio obiettivo. Condivido invece l’aspetto che riguarda la salvaguardia del territorio del Laceno, che resta una priorità da tenere sempre presente. L’augurio è quello che in futuro, sia l’amministrazione comunale, e soprattutto coloro che operano sul Laceno, si adoperino al fine di rendere vivibile, e nello stesso tempo attrattivo, questo angolo del nostro paese che resta una risorsa da non disperdere.

  • pietro pagnini scrive:

    Senza entrare nel merito delle tecniche da adottare per la “potatura”, il risultato parla da solo…

    La questione, rientra ampiamente nella salvaguardia generale del territorio e riveste anche particolari aspetti riguardanti la sicurezza dello stesso.

    Le procedure adottate però evidenziano un risultato conflittuale con l’ambiente circostante.

    Concordo, l’intervento richiede di essere ultimato…

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