La Terminio-Cervialto combatte il cinipide. Ma non basta: è emergenza
26.05.2013, Il Corriere (Raffaele Tecce)
Nei giorni scorsi la Comunità Montana Terminio Cervialto ha completato cento lanci di Torymus Sinensis, l’antagonista del cinipide. Lanci avvenuti in tutti i comuni membri della Comunità Montana. Alla luce dell’entità del problema e la pressoché inesistente prevenzione, l’unica apprezzabile strategia di contrasto che attualmente viene attuata è la lotta biologica, combattuta mediante l’introduzione del Torymus Sinensis.
Si tratta di un altro insetto capace di parassitizzare le larve del cinipide, deponendo le proprie uova nella stessa galla in cui l’animale nocivo le aveva precedentemente deposte. È a questo punto che il Torymus Sinensis può iniziare a svilupparsi, utilizzando come unico nutrimento le larve del cinipide ed esplicando in questo modo il suo effetto benefico sulla pianta per così dire compromessa.
Tutto questo però a detta di molti produttori castanicoli non basta ancora. Le condizioni in cui versano i castagnenti irpini, infatti, sono drammatiche. Più volte i produttori si sono appellati alla Regione chiedendo un intervento deciso per risolvere un’emergenza che negli ultimi anni ha abbattuto la produzione castanicola irpina e con essa le entrate economiche. Un duro colpo per l’economia, insomma. Una emergenza che dura da anni ormai.
Nella primavera 2002, infatti, è stata riscontrata la presenza, in una zona pedemontana a sud di Cuneo, dell’imenottero cinipide Dryocosmus kuriphilus, originario del nord della Cina e ritenuto unanimemente uno degli insetti più nocivi per il castagno in tutto il mondo. Questa specie, non segnalata in precedenza in Europa, è in grado di provocare la formazione di galle (ingrossamenti di forma tondeggiante e dimensioni variabili da 0,5 a 2 cm di diametro, di colore verde o rossastro) su foglie e germogli dei castagni, compromettendo lo sviluppo vegetativo delle piante e la fruttificazione.
Le galle sono presenti sia sugli ibridi eurogiapponesi (Castanea crenata x C. saliva), sia sul castagno europeo, selvatico o innestato. Il numero di galle per pianta risulta molto variabile, dipendendo probabilmente, oltre che da una differente sensibilità varietale, anche dall’epoca di insediamento più o meno recente del parassita.
Da qui la decisione della lotta biologica con il lancio del Torymus Sinensis, ma l’emergenza non è ancora risolta. I produttori si appellano alla Regione Campania per l’ennesima volta.