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La necessità di un piano energetico comunale

di Rocco Dell’Osso

(Articolo tratto da “Fuori della Rete” 04/2010 – Pubblicato sul sito di “Palazzo Tenta 39″ il 09.04.2010)Il problema energetico sta diventando una priorità a livello nazionale, che si ripercuoterà a breve a livello locale con delle conseguenze molto pesanti da un punto di vista economico se il territorio non si sarà attrezzato degli opportuni strumenti per farvi fronte.  Il Piano Energetico Comunale (PEC), rappresenta una sfida notevole per le piccole comunità locali di qualità; l’importanza di tale atto, sia pure non dovuto nei piccoli Comuni come Bagnoli Irpino, si inquadra nella crescente attenzione a livello comunitario e nazionale verso le tematiche energetiche. Il PEC non deve essere visto come un classico strumento di pianificazione territoriale, bensì come uno strumento finalizzato alla individuazione del bilancio energetico comunale ed alla programmazione di interventi tesi al risparmio energetico ed all’utilizzo delle fonti rinnovabili, con conseguenti ripercussioni positive sulla tutela dell’ambiente. La redazione del PEC deve evidenziare le azioni da intraprendere in tutti i possibili ambiti di intervento, dalla promozione delle fonti energetiche rinnovabili, al risparmio energetico nell’edilizia ed urbanistica, alla gestione energeticamente vantaggiosa dei rifiuti, alla sensibilizzazione ed informazione dei consumatori e più in generale di tutta la cittadinanza.
Le fonti di energia rinnovabili o assimilate (eolica, solare fotovoltaica, solare termica, geotermica, idraulica, biomasse, etc.) costituiscono una valida alternativa all’impiego delle fonti tradizionali. Il loro uso consente di ottenere vantaggi in termini economici, di razionalizzazione delle risorse energetiche e di benefici ambientali.
Per questo motivo un dibattito serio sulla questione energetica non può prescindere dalla revisione profonda del sistema economico-produttivo, da una profonda riconversione tecnologica, e da un modo nuovo di concepire il benessere, l’organizzazione sociale ed in ultima analisi gli stili di vita individuali.

Si tratta di un percorso articolato con il quale ci si impegna, con strumenti tecnici, politici e di concertazione sociale a raggiungere obiettivi di copertura energetica utilizzando risorse energetiche da fonti rinnovabili reperibili sul territorio stesso. Su questa base, l’unica soluzione auspicabile è quella di creare una programmazione territoriale da un punto di vista energetico che tenga conto delle tre azioni principali, incrociate e convergenti, da mettere in atto in maniera concertata:

1.    risparmio energetico attraverso la riduzione degli sprechi;
2.    efficienza energetica degli edifici e delle attività produttive, con il miglioramento delle tecnologie;
3.    produzione di energia da fonte rinnovabile utilizzando le risorse territoriali.
Questa deve essere necessariamente una visione a lungo termine; le scelte strategiche di recupero energetico quindi, dovranno essere proiettate in un arco temporale di almeno 15÷20 anni.

La programmazione energetica territoriale permette lo sviluppo degli investimenti e della realizzazione di beni e servizi nel settore delle energie rinnovabili. Il ruolo centrale passa quindi agli enti locali ed ai cittadini che devono studiare, pianificare e promuovere un nuovo sistema energetico.
Per quanto riguarda il settore delle costruzioni, il Regolamento Edilizio Comunale deve assumere un ruolo fondamentale. In esso dovranno essere inserite indicazioni e vincoli che regolamentino sia gli insediamenti di nuova costruzione, sia gli interventi di ristrutturazione, andando anche oltre le imposizioni di legge in merito al rendimento energetico nell’edilizia.
Il Piano Energetico Comunale rappresenta un’occasione affinché tutti i soggetti locali (dalle amministrazioni alle famiglie) assumano impegni concreti verso l’obiettivo di ridurre i consumi e le emissioni di gas ad effetto serra. Un sostanziale contributo allo sforzo per contrastare il cambiamento climatico può giungere da una diffusione sempre più capillare nei cittadini, di buone pratiche e di comportamenti finalizzati al risparmio energetico. Questi ultimi, senza dover mobilitare alcuna risorsa economica, possono essere infatti forieri di considerevoli benefici in termici di riduzione delle emis-sioni climalteranti. Sebbene non sia possibile considerare le adesioni volontarie dei singoli cittadini a questo programma nel bilancio energetico comunale, e non sia quindi possibile apprezzarne quantita-tivamente i benefici, è in ogni caso di grande importanza affermarne gli straordinari obiettivi anche alla luce delle esigue risorse che devono essere investite per la loro realizzazione. Quello dell’azione partecipata è uno degli strumenti di programmazione che attualmente viene considerato tra i mezzi più efficaci, a disposizione di una Amministrazione Pubblica, per avviare iniziative nel settore energetico. Strategie, strumenti e azioni potranno trovare, quindi, le migliori possibilità di attuazione e sviluppo proprio in tale ambito. Ciò detto in termini di linee ed obiettivi strategici, occorre passare dalle parole ai fatti, evidenziando per quanto possibile le eventuali applicazioni concrete, specialmente nel campo delle energie alternative. Di seguito una breve dissertazione sui possibili progetti “esecutivi” sul territorio comunale, senza avere la pretesa che tale elenco possa essere considerato esaustivo.Cominciamo dai tre istituti scolastici: ITIS, Scuole medie e Scuole Elementari sono tutte fortemente predisposte a ricevere impianti ad energia solare (fotovoltaico e termico), in più per l’ITIS potrebbe trasformarsi anche in uno straordinario progetto didattico, che veda il coinvolgimento e la fattiva collaborazione degli studenti, futuri Periti Industriali e professionisti del settore.
Allo stesso tempo l’area della sorgente Muliniello si presta ottimamente all’installazione di un campo fotovoltaico, che possa essere eventualmente sfruttato non solo per il conto energia ma anche direttamente per pompare acqua al serbatoio  “Difesa”. La stessa area del serbatoio idrico (in special modo il tetto) è fortemente predisposto ad un campo fotovoltaico, ma non solo. Il microeolico, ovvero l’eolico con generatori di piccola/media potenza (generalmente inferiore ai 100 kW), sia ad asse orizzontale che verticale, hanno un  ridottissimo impatto ambientale e sono ad oggi inesistenti sul territorio comunale.  Questo tipo di impianto potrebbe essere installato in tutte le aree sorgentizie ed anche nell’area del serbatoio “difesa”, già recintate e di proprietà del Comune.

E’ altresì evidente che, il solare fotovoltaico come il microeolico, possono anche essere previsti in appositi campi, laddove nell’ambito del territorio comunale esistono numerose aree idonee all’installazione. Microimpianti ad asse orizzontale, sono potenzialmente idonei per installazioni in tutta la fascia pedemontana del territorio comunale,  così come i microgeneratori ad asse verticale, potrebbero trovare una certa diffusione in ambito cittadino, e in prossimità delle vie di comunicazione più trafficate. Anche l’energia geotermica, mediante la tecnologia a pompa di calore, potrebbe essere utilizzata per climatizzare edifici pubblici e privati, ma analogamente all’eolico è praticamente assente sul territorio comunale.
La stessa energia idraulica e ancora oggi disponibile sul territorio comunale. Già all’inizio del secolo scorso l’ENEL progettava in impianto idroelettrico in prossimità del lago. Oggi un microimpianto idroelettrico (sotto i 100 kW), a “zero impatto ambientale” sarebbe possibile nel tratto terminale del vallone Caliendo.
Se nell’ambito della cosa pubblica nulla ancora è stato fatto nell’ambito delle energie alternative, lo stesso si deve registrare (purtroppo) per quello privato. Su tutto il territorio comunale gli impianti domestici che sfruttano il solare termico si contano sulle dita di una mano (in realtà più virtuose della nostra,  l’obiettivo è il 10% dei tetti con solare termico), mentre il solare fotovoltaico, come il microeolico ed il geotermico sono del tutto assenti. Infine, ma non meno importanti, le Biomasse Agro-Forestali rappresentano una concreta possibilità sul territorio comunale, finalizzate alla piccola-media produzione termica, eventualmente abbinata a piccole centrali di cogenerazione. Tali filiere sono basate su sistemi locali di approvvigionamento di biomassa, principalmente residui legnosi di potatura, residui legnosi da formazioni forestali, materiale sfuso, legna da ardere in ciocchi, fogliame, cippato, pellet ecc.. Le utenze finali interessate possono essere singoli edifici o gruppi di edifici ad uso civile, esistenti o di nuova edificazione situati nei centri extraurbani prossimi alle aree di produzione di biomassa.
Laceno, con uno sfruttamento controllato del bosco, abbinato ad una prima trasformazione in loco del legno, rappresenta una soluzione allettante per questa tipologia di energia alternativa. Non mi dilungo ulteriormente sul risparmio energetico, in quanto anche in questo ambito dovremmo registrare praticamente un “nulla di fatto”.  Una cosa però ritengo doveroso evidenziare. La tecnologia di illuminazione a luce fredda (LED) è correntemente utilizzata in tutti gli ambiti civili ed industriali, anche le torce tascabili oggi sono a LED. Penso quindi che i tempi sono sufficientemente maturi affinché l’Amministrazione Comunale avvii un piano per la pubblica illuminazione che preveda la sostituzione delle attuali lampade con quelle a LED e nel caso di nuovi tratti di illuminazione pubblica, sia esplicitamente prevista a capitolato l’illuminazione con luce fredda.

L’obiettivo finale è quello di un Mondo più pulito e più bello e i piccoli Comuni possono insieme dare un contributo di straordinaria importanza per il futuro delle nuove generazioni.Articolo, La necessità di un piano energetico comunale, Rocco Dell’Osso, 04.04.201o (in formato PDF)

                                                                                                       

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