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IL PERSONAGGIO – Intervista ad Angelo Mattia Rocco

16.04.2013, di Federico Lenzi (da “Fuori dalla Rete” – Marzo/Aprile 2013, Anno VII, n.2)

In questo numero vi proponiamo un’intervista a un personaggio che molti definirebbero della serie:”Quistu è arrivatu friscu!”. Parleremo del Laceno, ma questa volta ascolteremo il punto di vista di una persona non di Bagnoli che in questi anni ci ha fatto riscoprire le nostre montagne grazie alle sue bellissime foto.

Ma dietro queste immagini troviamo un ragazzo che ha anche tante idee, sogni e progetti per il futuro da raccontarci. Troviamo anche una persona che in questi tempi di crisi il lavoro se l’è creato da solo sulle nostre montagne. Stiamo parlando di Angelo Mattia Rocco da Bellizzi classe 1987.

1 Per iniziare ci sveli un mistero: tra Angelo, Mattia e Rocco qual è il cognome?
Questa è una domanda molto frequente e ne abbiamo parlato con molte persone proprio ultimamente al Laceno. Angelo Mattia è il nome, Rocco è il cognome.

2 Innanzitutto, come ha conosciuto il Laceno?
Ho conosciuto il Laceno per la prima volta nel Maggio del 2003 per una gara ciclistica. In quella giornata rimasi colpito dal posto ma non era scattata ancora la “scintilla”. A dire la verità quando salivamo da Acerno, non conoscendo il posto, ero preoccupato del passaggio della gara nei pressi di un ponte sul lago; ovviamente all’arrivo le paure sono svanite.
Posso dire di essermi legato al Laceno qualche mese dopo, quando per la prima volta ho raggiunto l’altopiano in bici da corsa (la prima volta lo raggiunsi in auto) e salendo lentamente tra i tornanti che conducono al Laceno ho assaporato la bellezza di questo luogo.

3 Cosa ha fatto in questi anni sui nostri monti?
Pensando oggi agli ultimi dieci anni, ma in particolar modo agli ultimi sette, posso dire di aver vissuto sui monti di Bagnoli Irpino buona parte del mio tempo libero e non solo. La passione è stata sempre più forte e le mie attività si sono moltiplicate per cercare di gustare nel migliore dei modi questa realtà e soprattutto per conoscere a fondo ogni suo angolo. Dovendo elencarle schematicamente direi: trekking, escursionismo invernale, alpinismo base, sci-escursionismo, sci di fondo, sci alpinismo, fotografia paesaggistica, micologia, meteorologia applicata, accompagnamento escursionistico (questo ora per professione), studi sul turismo delle zone interne, studio sulla morfologia e geologia del territorio, studi sulla storia locale e tante altre che scaturiscono da quelle suddette. Ovviamente non posso non inserire in questo elenco la realizzazione del sito internet laceno.net

4 Com’è nato e cos’è oggi Laceno.net?
Laceno.net è nato ad Aprile 2009, quando mi resi conto che sul web mancava un vero e proprio punto di riferimento per il Laceno e che nel giro di qualche anno internet avrebbe superato qualsiasi forma di avvicinamento alla località. Nel giro di tre anni tramite aggiornamenti quotidiani, realizzazione di meteo dedicato alla località giorno per giorno, segnalazione di eventi, sostegno alle comunicazioni su apertura/chiusura impianti, installazione webcam per turismo, servizio viabilità, servizi fotografici in tempo reale e generali, realizzazione di giornate sportive, escursionistiche e sciistiche, formazione di una community di appassionati (ad oggi contiamo ben 10.850 iscritti), giornate didattiche, gestione informazione per strutture e ristoranti (tramite servizio email e telefonico),eventi e tant’altro, il progetto ha visto un incremento che va a toccare le 5000 visite giornaliere e le oltre 15.000 pagine visualizzate (sempre al giorno) nei periodi di alto interesse.
Ovviamente e possiamo certificarlo, il sito e la pagina facebook hanno generato un cosi forte interesse che si sono trasformati in accesso e affluenza turistica sull’altopiano negli ultimi 2 anni.
Basta frequentare un po’ l’impianto, le strutture e le varie attività e chiedere ai turisti per sapere e capire come e con che supporti si informano e in che modo giungono sul posto.

5 Cosa organizzò ad Acerno quando fu chiamato dal comune per redigere un programma per attirare turisti?
Innanzitutto ci tengo a precisare che non fui chiamato direttamente dal Comune ma da un’attivissima associazione locale a cui fu affidata la realizzazione di un progetto per sviluppare ed aumentare l’affluenza turistica nel periodo estivo e non solo. All’interno di quel progetto molto vasto (tra eventi, sinergie, controlli di qualità, attività ludiche) mi occupai del lato prettamente “montano” prendendo la responsabilità di ogni attività escursionistica sia per adulti che per bambini. Furono mesi di grande passione e grande impegno, un lavoro che cominciò già in inverno quando iniziammo a percorrere nuovi itinerari per studiarne la fattibilità, pulirli, renderli accessibili e soprattutto segnalati. Tre furono i percorsi di grande attrazione che riuscimmo a mantenere aperti e soprattutto fruibili: il sentiero delle acque, il sentiero della antiche mulattiere e il sentiero dell’archeologia industriale; inoltre all’apertura e alla manutenzione di questi suggestivi percorsi montuosi abbinammo molte iniziative volte alla scoperta dei prodotti del sottobosco (more, fragole, funghi, tartufi), altre invece volte all’avvicinamento dei più piccoli alla montagna come le mini-escursioni ogni martedi per bambini, con annessa didattica (studio di una cartina, riconoscimento di piante, fiori e altro). Fondamentale e vincente fu anche l’idea di creare un contatto diretto con il turista creando (da parte dell’associazione locale) un punto di informazioni sempre aperto e una filodiffusione in grado di mantenere informati in ogni momento su tutte le iniziative a volte improvvisate e inventate la sera stessa. Un’estate quella del 2010 che proseguì alla grande con numerose attività serali, gastronomiche e culturali. Un’estate che non riuscirò mai a dimenticare e spero si possa integrare qui a Laceno.

6 Oggi quali pregi e quali difetti ha il Laceno?
Laceno ha prima di tutto grandi pregi, uno in particolare è quello di avere dalla sua parte un vasto altopiano che anche dal punto di vista di impatto turistico e ambientale può rappresentare un punto di ritrovo e partenza accessibile e ricco di potenzialità. Il Laceno racchiude in quei 5,8 km del circuito stradale quello che si può definire un “abbraccio turistico”, una calorosa e funzionale posizione che da se potrebbe esser presa a spunto per rilanciare l’altopiano come un polo turistico regionale. Altri pregi sono tutti da ascriversi nell’aspetto prettamente naturalistico: itinerari di varie difficoltà, potenzialità ludico-ricreative indescrivibili, accoglienza e genuinità della terra e dei prodotti, alto indice di apprezzamento da parte del turista medio delle regioni Campania, Puglia, Lazio e Basilicata. Inoltre, cosa che molti dimenticano e che invece rappresenta il fulcro dell’altopiano (con tutti i problemi che si vogliano ascrivere alla lentezza e alle file domenicali) è l’impianto sciistico. Un impianto che da se traina in inverno migliaia di turisti, un impianto che racchiude una bellezza unica e particolare, dove la natura e il moderno vanno di pari passo, dove sciare è ancora alla portata di tutti (economicamente) e dove la grande “commercializzazione” della montagna non è arrivata e non arriverà mai, per una giusta scelta di marketing. Per concludere, mi permetterete di spezzare un’altra lancia in favore delle piste e della gestione. In questi anni da parte di turisti e non si sentono molte critiche rivolte nei confronti della stazione sciistica, ma tutti hanno perso forse di vista alcune cose fondamentali: 1) La gestione e il mantenimento di piste e della neve alle nostre latitudini non è un’impresa facile per cause meteorologiche e ad oggi avere un impianto funzionale dal 2 Dicembre a Pasqua non è sicuramente solo merito della neve caduta. 2) Senza l’impianto non sarebbe nata probabilmente la vita turistica del Laceno e non si sarebbero raggiunti livelli di interesse tali da poter ad oggi far puntare anche su attività che vanno aldilà dello sci. 3) Le piste da sci sono un patrimonio dell’economia locale e sarebbe auspicabile (e da consulente turistico lo credo fondamentale) una maggiore “esaltazione” dello stesso da parte di tutti coloro che nel periodo invernale e non usufruiscono dell’affluenza che esso genera; ne va di un ulteriore aumento della stessa. Infine facciamo passare il concetto che bisogna amare il “Laceno” invernale per ciò che è e non per ciò che vorremmo che fosse. Laceno è un’oasi di tranquillità, pace, realx e buona cucina; chi viene qui ha bisogno di questi elementi fondamentali, chi cerca altro ha sbagliato località o fa paragoni con località del Nord che vivono di un turismo diverso e non paragonabile (oltre ad essere molto più artificiale e commerciale da un punto di vista “morale”).
Difetto invece principale è l’incapacità di darsi una direzione univoca (e mi riferisco alle sinergie locali) e di fare squadra e sistema nell’obiettivo unico e indissolubile di vedere il Laceno come una risorsa per tutti e non per una nicchia di interessati o di interessi.
Bisognerebbe inoltre spingere per la riqualificazione e il riassetto di alcune zone dell’altopiano per far si che quel “poco e indispensabile” di cui abbiamo bisogno possa diventare finalmente funzionale e garantire al turista quel “di più” (che tra l’altro è poco) di cui necessita.

7 Come è stato accolto dalla popolazione e dalle autorità locali? C’è stato un clima collaborativo o d’ostilità per le sue iniziative?
La mia avventura a Bagnoli Irpino (e non a Laceno) è cominciata proprio dall’Associazione Palazzo Tenta 39 quando nel 2008 decisi di realizzare una mostra fotografica intitolata “Campania da Scoprire”. Sono stato accolto immediatamente e positivamente da questo direttivo (tant’è che ora ne faccio parte) e mi sono sentito a casa, circondato da un ambiente familiare e caloroso. In seguito probabilmente il mio interessamento alla località e la mia presenza sempre più consistente non sono state viste positivamente da una parte della popolazione, magari vedendo in un “estraneo” una sorta di intruso che catapultato dalla “lontana e sperduta” piana del Sele vuole interagire e interessarsi di ciò che “non gli riguarda”. Su questo all’inizio avevo il mio “imbarazzo” e la mia voglia di “nascondermi” ma adesso non più. Siamo nel 2013 e viviamo in un contesto Europeo e nel nostro piccolo non noto più la differenza tra una località e l’altra, non sento campanilismi o intrusioni. Nel mio “ambiente” , nella mia passione e nel mio lavoro sono un ragazzo di questa Regione,di questa zona e amo la mia terra ovunque essa mi porti. Per me il rilancio di Laceno può rappresentare un spunto per la realizzazione di un polo turistico Regionale capace di generare lavoro, opportunità, interesse e soprattutto un interscambio di esperienze e afflussi tra le varie zone della Campania e non solo.

8 Si è mai trovato in situazioni di pericolo su questi monti?
Questa è una domanda che mi riempie di gioia perché posso dire che da un’esperienza di pericolo ho maturato ancor di più la mia passione per la montagna; infatti, nel Settembre 2007 (scusatemi per i continui riferimenti alle date ma è un’altra mia passione quella di ricordare), alla mia prima scalata del Monte Cervialto, dopo esser salito in vetta, decisi insieme agli altri amici di spedizione di provare una via alternativa di ritorno, ovviamente senza conoscerla. In quell’occasione tra una peripezia e l’altra ci perdemmo, non riuscivamo più ad uscire dalla montagna e verso le 19.30 iniziavamo a rassegnarci all’idea di dover rimanere al buio, infreddoliti e senza attrezzatura nel bel mezzo del bosco. Furono attimi di forte preoccupazione, stanchezza e scoraggiamento finchè decidemmo di calmarci continuare a cercare punti di riferimento e visuali particolari e finalmente uscimmo dall’incubo a sera inoltrata.
In quella occasione ricordo la mia frase : “questa è la prima e ultima volta che salgo sul Cervialto”. E invece ad oggi è la vetta che invece ho raggiunto di più con oltre 60 scalate negli ultimi sei anni, in ogni periodo e con ogni condizione meteo.
Altre situazione particolari di pericolo non ne ho vissute sulla mia pelle, ma indirettamente su alcuni turisti andati in crisi di zuccheri e di panico in alcune escursioni; tutto risolto con calma e tecniche particolari di incoraggiamento e ripristino attività motorie.

9 Secondo lei perché non si riesce a far decollare il turismo in queste zone? Chi si oppone al rilancio della zona?
Secondo me non si riesce a far decollare il turismo in queste zone perché fondamentalmente non c’è la voglia di farlo o perché a molti basta quello che c’è ora. Credo fortemente che per rilanciare il Laceno a livelli alti bisogna prima di tutto “amarlo”, ma amarlo non soltanto a parole, amarlo nella quotidianità, viverlo, pensare costantemente di lavorare per farlo rinascere, appassionarsi alla sua straordinaria bellezza, approfondire le necessità boschive e turistiche e soprattutto non cadere nel lassismo che dilaga nel nostro meridione. Partire dal presupposto che “in tanti anni si è sempre fatto cosi e non è cambiato niente”, oppure “Laceno non cambierà mai – Laceno è un posto solo per pascoli” (frasi sentite e risentite) è un punto sbagliatissimo e soprattutto di forte impatto negativo. Non dobbiamo inquadrare Laceno soltanto da un punto di vista “strutturale”, non dobbiamo abbatterci quando non riusciamo a vedere un rilancio dal punto di vista di nuove possibilità ricettive e ristorative, partiamo da ciò che abbiamo, partiamo dalla natura e soprattutto dalla “naturalezza” e dal relax che questa zona può regalare ai turisti in un periodo in cui lo stress della vita è alle stelle.

10 Dato che se ne parla tanto e da sempre, anche se si fa pochissimo, ci dica anche lei cosa farebbe per lo sviluppo turistico dell’altopiano?
Indirettamente ho già risposto a questa domanda sopra e nel dettaglio non basterebbe un’intervista e forse il giornalino per elencare e dettagliare ogni possibile idea di rilancio per questa località. Sicuramente focalizzerei l’attenzione innanzitutto sul ripristino del concetto che Bagnoli Irpino e Laceno debbano viaggiare di pari passo e che uno senza l’altro sono incompleti. Quindi una maggiore relazione tra le attività di collina e di montagna, un incremento delle possibilità di reciproca “sussistenza” e un programma dettagliato di riqualificazione della vitalità turistica con eventi costanti nei periodi estivi e invernali.
Poi punterei all’aspetto naturalistico, alla scelta dei prodotti di qualità, all’istituzione di una borsa ufficiale del Tuber mesentericum Vittadini (unica possibile salvezza per il mercato fuori regione del prodotto), incremento della sentieristica, regolamentazioni speciali per tutte le attività di ristorazione ed alberghiere, incremento degli sport invernali oltre lo sci alpino (un esempio è stato dato quest’anno con il ripristino del fondo), meeting di appassionati di ogni interesse nei periodi primaverili, punti di osservazione naturalistici, ripristino urbanistico in alcuni angolo dell’altopiano, segnaletica e informazioni live con tabellonistica digitale, sistema integrato di assistenza invernale, spunti innovativi (e ce ne sono tanti) per adeguamento e incremento di attrazioni partendo dalle attività già esistenti (mi verrebbe in mente per dirne una l’utilizzo di una slitta per turisti al piano l’acernese in pieno inverno, stile Trentino), incremento del trasporto pubblico o privato nei periodi luglio-agosto ma soprattutto Dicembre-Febbraio (almeno nei periodi festivi e le domeniche), illuminazioni notturne estese sull’altopiano per favorire la vita anche di sera, campi base, sblocco delle aree campeggiabili per i gruppi scout, obbligo di convenzioni per determinate categorie di utenza, adeguamento per disabili di strutture e punti di accesso ambientali, festa della transumanza, accessibilità a strutture storico-artistiche del paese…. potrei andare avanti per ore.

11 Ha mai pensato di andarsene per sempre da queste zone?
Io ho lavorato in tantissime altre località della Campania e non nascondo che sono stato chiamato nel Cilento per poter realizzare progetti turistici integrati come quelli che possono nascere da Laceno.net . Il Cervati, il Vallo del Diano, gli Alburni, il Matese, i Picentini occidentali, il Salernitano, sono state tutte località che hanno visto la mia presenza con numerose iniziative ma ogni volta ho lasciato scorrere proposte lavorative e altro perché (e questa è stata la mia risposta a tutti) non avevo la passione e l’amore giusto per poter pensare ad una di quelle località in veste futura.
Laceno e Bagnoli Irpino invece sono entrate in me e non riesco a pensare di andarmene da queste zone, forse anche dovessi rimanere da solo e tornare a vivere l’altopiano come un tempo, da semplice turista, lontano dai “riflettori” interattivi e non solo.

12 Che professione svolge? Quali referenze ed esperienze vanta?
Attualmente oltre a studiare Giurisprudenza, non a tempo pieno (questa nota la dovevo aggiungere), sono una guida ambientale escursionistica professionista, un consulente turistico e meteorologico. Qualche mese fa ho perseguito nel mio sogno di vivere e lavorare della mia passione e ho aperto una ditta individuale che si occupa delle attività che le ho appena descritto e che ora le spiego nei dettagli.
La guida ambientale escursionistica è una figura professionale che tramite dei corsi e la sua competenza in varie materie è abilitata all’accompagnamento turistico e non (inteso come difficoltà) di gruppi di persone su ambiente di media montagna fino a itinerari che non hanno la necessità di tecniche alpinistiche. Il consulente turistico invece è una figura che si inquadra nel “manager del marketing turistico”, ossia quella “persona” che vive costantemente nell’obiettivo di creare attenzione verso una località e nello stesso tempo sviluppa idee, progetti, supporti e altro per la realizzazione dell’incremento dell’affluenza turistica.
Il consulente meteorologico infine rappresenta un professionista utile per la gestione delle emergenze idro-geologiche, emergenze neve in inverno, gestione e manutenzione impianti sciistici e tutto ciò che ruota nell’ambito di una strategia economica volta al risparmio e all’efficienza di lavori e attività che si basano sui “capricci” del tempo.
Come esperienza lavorative posso annoverare il supporto nell’estate-autunno e inverno acernese 2010, il progetto “cammina sulla luci” tra Salerno e Cava De Tirreni, i programmi escursionistici e semi-alpinistici con accompagnamento dal 2009 ad oggi, il progetto “vette di notte” realizzato con l’ausilio di un collega (guida anche lui), il progetto “Girogustandocampania”, collaborazioni con riviste scientifiche naturalistiche, micologiche, “Irpinia Tour” (viaggi in moto nei borghi dell’irpinia) e ovviamente Laceno.net e tutto ciò che da esso è scaturito.

13 Vorremo sapere un’ultima cosa: alle prossime amministrative troveremo il simbolo di Laceno.net sulle schede?
Assolutamente no. Laceno.net è e rimarrà una realtà professionale che si rivolge soprattutto ai turisti e a tutti coloro che vorranno integrare le potenzialità del progetto e usufruire del suo enorme bacino d’utenza. Il sito, la pagina facebook e il mio lavoro saranno sempre a disposizione di chi vorrà trarne un discorso di rilancio e di funzionalità che veda presente tutta la popolazione e che non si inquadri in una corrente politica ma in un obiettivo comune che ovviamente può essere quello di un’intera comunità.

14 Concludo con una domanda: progetti per il futuro?
Moltissimi e tutti già in cantiere! Ovviamente non svelerò in anticipo ciò che sto preparando ma nei prossimi mesi ci saranno tantissime novità e per la nuova stagione invernale grandissime sorprese.
Per ora vi do appuntamento alla primavera e all’estate… e chi sa che le nuove iniziative non saranno oggetto di un prossimo articolo.


                                                                                                       

1 Commento »

  • Lucarchitec scrive:

    Angelo è l’unico che ha mostrato un serio interesse per lo sviluppo di Laceno, facendo del suo piccolo aiuto iniziale, una grande risorsa odierna. Angelo (come me) ama Bagnoli e Laceno molto più di molti bagnolesi.

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