Nel “cassetto” c’è molto altro …
11.04.2013, Articolo di Antonella Iuliano (da “Fuori dalla Rete” – Marzo/Aprile 2013, Anno VII, n.2)
Meno di un anno fa scrissi per questo giornalino il mio primo articolo e lo intitolai “Il sogno fuori dal cassetto”. Era l’articolo in cui raccontavo di come negli anni avessi cullato il sogno di scrivere un romanzo tutto mio e di come finalmente questo sogno si fosse realizzato. Allora però, non scrissi che i libri da me portati a termine in realtà erano due, ma raccontai solo del primo: “Come petali sulla neve”, fresco fresco di stampa. Per tutto il 2012 mi sono goduta ogni commento, ogni recensione, ogni parere, ogni più piccolo autentico momento legato al mio primo romanzo e ho fatto tesoro di ogni cosa mi è stata detta.
Chi è autore, secondo me, deve stare almeno un libro avanti a chi è lettore e io in un certo qual modo ho esordito con ben due romanzi, solo che il secondo non era edito, era in quel famoso “cassetto” (in termini moderni era nel mio Pc) ed era finito, scritto, riletto e in attesa. Così mentre c’era chi leggeva il mio primo romanzo, io già pregustavo un bis che però doveva attendere un intero anno. Alla fine ce l’ho fatta ad essere paziente, il tempo è volato come sempre accade quando vivi qualcosa di bello.
Ed eccomi finalmente a scrivere queste righe per introdurre a voi lettori, la mia seconda fatica letteraria: “Charlotte”.
Questo romanzo per me è stato una vera sorpresa, perché arrivare a scrivere il primo non è stato semplice, al di là della stesura, ma quando penso a come è venuto fuori questo secondo libro, non posso fare a meno di paragonarmi ad una bottiglia di spumante che è stata a lungo agitata e che una volta stappata ha iniziato ad eruttare tutta la sua spumeggiante essenza. Il paragone me lo sento cucito addosso, perché il mio primo romanzo era una sorta di tappo che alla fine è stato tolto, mentre il secondo è la prima bianca e spumosa schiuma che ne è fuoriuscita. Charlotte è stato un lavoro imminente che ho iniziato a scrivere solo una settimana dopo aver terminato la mia opera prima e che ho concluso in un periodo brevissimo di tempo. Nessun riposo tra i due. È stato un po’ come se me lo fossi ritrovato, caduto dal cielo, se mi consentite l’espressione.
La maturazione di questo secondo lavoro in realtà è stata inconscia. La sua genesi nasce da una delle mie innumerevoli letture. Nei giorni in cui ha visto le sue prime battute nero su bianco, ero immersa nella lettura della biografia storica della celebre scrittrice inglese Charlotte Brontë, ed ero così rapita dalla vita di quest’autrice e mi sentivo così affine a lei, che quasi non avvertivo i circa duecento anni che ci separano. Allora molto spontaneamente è nata la figura della mia protagonista, che porta appunto il nome di questa grande scrittrice. La Charlotte di cui narro non è altro che una semplice ragazza a cui la vita decide di fare un dono, o meglio una serie di doni. Il tutto parte da quell’emozione che un libro può accendere in un uomo o in una donna, quando sembra essere stato scritto apposta per lui o per lei. Così questa ragazza, dopo un’appassionata lettura, vedrà la sua piatta esistenza cambiare, giorno dopo giorno, grazie al potere della letteratura.
Il messaggio di questo romanzo sta nel potere delle parole scritte, le sole che possono realmente sopravvivere a noi comuni mortali. È un libro per chi ama i libri. È un libro dove donne appassionate danno sfogo alla loro creatività. È un incontro di epoche attraverso la lettura, per scoprire che le donne di un tempo non erano poi molto diverse da quelle di un passato meno remoto, o addirittura di oggi, non quelle che mettono il loro cuore su carta almeno. Ed è proprio alle donne che mi rivolgo con questo romanzo, senza voler fare nessuna morale, ma con il solo invito a credere in sogni che siano puri, senza svendersi mai; nel libro riporto un grande esempio di ciò.
Questo romanzo l’ho scritto spontaneamente, senza mai pensarci troppo su, se non mentre lo scrivevo, a differenza del primo e di altri lavori a cui mi sto dedicando attualmente o a cui presto mi dedicherò e per questo mi piace considerarlo un dono anche e soprattutto a me stessa. Mi è arrivato inaspettatamente e l’ho scritto con quella semplicità di cuore che penso s’intraveda leggendolo.
Il mio ormai celebre “cassetto” è aperto e dentro c’è molto altro da raccontare, da scrivere, da comunicare, da sognare e da far sognare. Ogni giorno da quella bottiglia di spumante esce un po’ di liquido frizzante e le bollicine per me diventano sempre più inebrianti e gustose. Ogni giorno dal mio cassetto tiro fuori parole, che diventano frasi, che a loro volta diventano pagine e queste pagine sono quanto di meglio ho da offrire.
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