1914: Spending review, nuove strade e emergenze sanitarie
19.03.2013, Articolo di Federico Lenzi (da “Fuori dalla Rete” – Febbraio 2013, Anno VII, n.1)
Annus domini 1914, in quel periodo storico a cavallo tra l’unità d’Italia e le due guerre mondiali Bagnoli si avviava a una fase di progresso e espansione (basti pensare alle battaglie del sindaco-pittore Michele Lenzi per far passare di qui la ferrovia e trasformare Laceno da covo di briganti a località turistica) in cui le industrie legate alla produzione e lavorazione del legno lavoravano a pieno ritmo e si costruivano numerose infrastrutture; tuttavia questa fase si arrestò a causa della miseria portata dal fascismo e dai conflitti mondiali.
Ciò che mi accingo a narrare è solo un resoconto oggettivo del penultimo documento storico-politico che ho rinvenuto tempo fa, da esso si può capire com’era la vita e la società del paese all’epoca. In quegli anni le amministrazioni comunali periodicamente pubblicavano degli opuscoli in cui esponevano il loro operato e tutte le spese dettagliate, usanza che in Italia col tempo si è persa (basti pensare a Belsito o Fiorito). In verità, prima della battaglia a colpi di opuscoli ce ne fu una a colpi di calamai in sala consiliare. In questi anni a Bagnoli esistevano due fazioni: il “Quarto di Vascio” e il “Quarto di Coppa” essendo ancora forte il ricordo della lotta tra domenicani e preti che si divisero il paese. Le sezioni boschive a cui si fa riferimento sono quelle del monte Cervialto. Il legname era una risorsa fondamentale, basti pensare che ancora nel 1940 c’erano ventitré boscaioli e sedici falegnami contro ventitré laureti e undici diplomati.
Il libretto è scritto con uno stile semplice e diretto (elementare) che va subito al sodo senza soffermarsi in incipit o introduzioni. E’ composto da trentatré pagine formate da quattro capitoli (due sulla gestione dei boschi, uno sulla questione del molino e uno di riepilogo), il programma dell’amministrazione, i resoconti delle entrate e delle uscite dalle casse comunali e una lettera del re.
I boschi del Laceno ripartiti in venticinque sezioni per un totale di cinquanta ettari erano stati ceduti alla ditta “Mattioli-Siani” nel 1906 che avrebbe dovuto ricavarne 1.250.000 L pagando un canone annuo al comune. Il lotto di terra assegnato si rivelò insufficiente per raggiungere tali guadagni, pertanto l’amministrazione Sanduzzi fu costretta a cedere altri cinquanta ettari. Fino al 1914 l’incasso fu di 420.273 L di cui ne vennero impiegate: per il rimboschimento solo 18.000 L e per i pascoli 6.000 L. Con una parte dei proventi vennero pagati vari debiti con la “Cassa depositi e prestiti” e con gli altri si costruirono nuove opere pubbliche. Bisogna ricordare che il paese si sviluppa proprio in questo periodo con la costruzione di alcune tra le principali strade del paese (via Abiosi per 48.053 L, via Pallante per 7.900 L, via De Rogatis per 12.265 L con annesso muraglione per evitare frane da 2.079 L e un muro per il ponte in zona Salice per 822 L), le fogne nel rione San Rocco, l’illuminazione pubblica, il molino e la canalizzazione delle acque verso di esso. Questi lavori vennero progettati dagli ingegneri: Nardone, Ferrara, Benigni e Sasso. Altre due voci molto importanti nel bilancio sono costituite da sanità e istruzione. Per la scuola furono spesi 5.171 L in arredamento, 4.000 L per il suo ordinario funzionamento, 2.050 L per il mantenimento dell’asilo nel convento di Santa Caterina e 100 L per la scuola “Arti e Mestieri”. La voce sanità prese ben 9.000 L solo dal 1910 in poi! In questi anni ci furono anche altri lavori pubblici: un restauro da 1.598 L per tutte le chiese demaniali, 1.050 L per il Casone a Laceno, 400 L per le scalinate del duomo, 714 L per lavori al Lago Laceno, 100 L per lavori alla torre dell’orologio, 687 L per riparare il convento di S.Rocco distrutto da un incendio e 10.000 L per sistemare frane e fontane.
Le problematiche legate al dissesto idrogeologico in una zona come Bagnoli esistevano allora come ora, solamente le frane costarono al comune quanto via De Rogatis. Il disboscamento selvaggio del Laceno portò a una risistemazione delle sorgenti e a un rimboschimento: proprio in questo periodo sorse il vivaio forestale e la sua caserma nella piana. Anche all’epoca si cercò d’incentivare l’altopiano con un premio di 500 L a uno dei primi alberghi e una relazione sul Lago da 426 L a cui seguirono dei lavori (non precisati). Bisogna sapere che nel periodo delle guerre Laceno fu coltivato intensivamente e fu una vera miniera alimentare che permise alla popolazione di sopravvivere. All’epoca la religiosità era ancora forte e venivano erogate ben 9.699 L alla parrocchia, 1.400 L alla “Congrega della Carità” e si aumentò di 500 L il fondo per le feste religiose. Oltre a alcuni beni di prima necessità come l’illuminazione (che costava 4.000 L all’anno), a vari rimborsi ad alcuni cittadini e del dazio sui maiali si sperperano ben 2.100 L in conflitti con Calabritto! Tra il 1906 e il 1913 ci fu un aumento dei salari e possiamo notare quali fossero le retribuzioni degli stipendiati dal comune:
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1906 |
1913 |
Amministrazione * |
2680 L |
4400 L |
Guardie campestri |
2300 L |
4600 L |
Medico condotto |
750 L |
1290 L |
Bidelli |
385 L |
900 L |
Ufficiale sanitario |
150 L |
400 L |
* A queste si sommano 2.000 L spese in viaggi dalla giunta comunale.
Nel 1908 oltre all’opuscolo sul molino la giunta pubblicò anche un altro libretto che riguardava il piano economico fino al 1930 (sfortunatamente questo non mi è giunto). Questo piano fu redatto con grande ottimismo e con grandi spese si prosciugarono le casse comunali portando il debito da 12.000 L a ben 30.000 L (a detta degli avversari, in verità rimase lo stesso che c’era già prima del 1905)! Questo causò l’intervento di un commissario prefettizio (l’avvocato Pellegrino) che nella sua relazione parla di un vero e proprio sciupo delle risorse comunali che avrebbe condotto il paese alla rovina. Quella sola amministrazione, anche se non saldò i debiti già presenti in comune, realizzò più opere di quante ne riesca a fare una al giorno d’oggi in tre mandati (a causa della burocrazia).
L’amministrazione successiva nell’opuscolo critica quella Sanduzzi per la vicenda del molino (le tariffe erano più alte di quanto promesso e dopo quarantacinque anni l’impianto regalato al comune sarebbe stato solo ferro vecchio) , accusa i predecessori di aver riparato frane mai avvenute (conferma solo quella che diminuì la portata della fontana in piazza), rinfaccia favoritismi, irregolarità nell’Esattoria comunale e nelle modifiche al regolamento organico. Visto che l’amministrazione precedente aveva aumentato le spese riducendo le entrate, quella che s’insediò nel 1914 dovette fare il contrario. Stiamo parlando proprio di quella che oggi chiamiamo “spending review”, è strano immaginare che quasi cent’anni fa il nostro paese si trovava nelle stesse condizioni dell’Italia di oggi… Per saldare, almeno in parte, l’enorme debito si concessero nuovi terreni da disboscare, fu inserito un agente per riscuotere i dazi (li pagavano solo pochissimi onesti) e le guardi campestri furono ridotte e pagate solo per vegliare sui territori demaniali. La situazione in quegli anni era critica, il paese era sottosviluppato e falcidiato da numerose malattie infettive. Esse avevano origine tutte dalle fogne: all’epoca erano solo uno scolo a cielo aperto per l’acqua piovana, in cui la popolazione gettava i propri bisogni! Per questo motivo furono urgentemente progettate nuove fogne interrate e vasche per raccogliere l’acqua delle sorgenti da indirizzare in esse e alle pubbliche fontane. Il governo incentivava queste operazioni con prestiti a tassi minimi. Tuttavia, ancora nei primi anni cinquanta a Bagnoli (come racconta la nonna) esistevano luoghi comuni adibiti a gabinetti, molti svuotavano il vaso da notte dalle finestre, alcune case avevano i pozzi neri e pochissime un bagno. La lettera del re Vittorio Emanuele è solo una formalità con cui precisa di aver visionato i documenti e concede al comune di cedere il molino a Cassano alla “Società Ligure Idroelettrica Meridionale” con un tariffe a favore dei comunisti (testuali parole).
Quest’opuscolo fu scritto dall’amministrazione Gatta che governò dal 1914 al 1926, prima di essa c’era stata quella Sanduzzi sin dal 1905 (commissariata negli ultimi due mesi). Ovviamente a breve distanza venne pubblicato un opuscolo anche dalla minoranza che con ampie argomentazioni per dimostrare che alcuni dati furono gonfiati e i sussidi statali non calcolati. Le stesse cifre stampate nell’opuscolo furono revisionate a penna prima della pubblicazione, questo mette ovviamente in bilico l’attendibilità a favore della giunta Sanduzzi. Comunque dobbiamo precisare che la verità non sta sempre tutta da una parte, quindi non possiamo prendere per verità assoluta nessuno dei due opuscoli. Anche se non gradita alla fazione del “Quarto di coppa” l’amministrazione del 1905/1914 sfruttando le agevolazioni statali diede al paese importanti opere pubbliche: riuscireste a immaginare Bagnoli senza via De Rogatis o senza via Abiosi o senza elettricità?
Comunque approfondirò questa cosa in un prossimo articolo. Ora come allora esistevano già favoritismi, bufale in campagna elettorale, c’erano delle spending review e dei commissari che prendevano il comando per non mandare le istituzioni alla rovina. Tutto sommato forse si ha ragione quando si dice che era meglio prima: all’epoca i soldi pubblici erano sperperati in opere pubbliche e non finivano direttamente nelle tasche dei governanti.