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Pet Therapy: una dolce terapia, basata sull’interazione uomo animale

11.03.2013, di Ortensia Ferrara (da “Fuori dalla Rete” – Febbraio 2013, Anno VII, n.1)

Chanel proveniva dal canile di Eboli. Aveva gli occhi dolcissimi e un odore terribile, nonostante il nome, ma piano piano ha conquistato tutti con la sua dolcezza e vivacità. Oggi ama i bambini, fare lunghe passeggiate, mangiare pezzi di pane secco, rubare scarpe e bottiglie di plastica.

Neria è stata abbandonata, poco dopo essere nata, in un secchio della spazzatura, ciononostante adesso sembra non aver paura dell’uomo, corre, salta e fa le feste quando le portano il cibo.

Vita è stata,come altre tartarughe della sua “stazza”, presa in cura perchè la famiglia ospite non riusciva più a gestirla. Sono solo alcuni degli “eredi” di Scotti, cagnolino la cui proprietaria, Rosa Vitillo, è scomparsa due anni fa a causa di un tumore. Rosa Vitillo pet therapy, con sede ad Ariano Irpino, è oggi un’associazione che si occupa di una terapia dolce, riconosciuta dal Ministero della Salute, che attraverso  il contatto con l’animale, va a sorreggere, alleviare e corroborare le terapie psicofisiche del paziente, dal malato oncologico all’anziano, dal disabile al minore all’internato. Favorendo l’acquisizione di regole e la cura del sé attraverso la cura dell’animale, offre spazi di serenità a persone che, per motivazioni diverse, si ritrovano ad affrontare situazioni problematiche o traumatiche.

È il caso, ad esempio, del bambino che deve fare fisioterapia, e deve esercitarsi a compiere un movimento col braccio da destra a sinistra: quanto influisce sul suo umore e sul suo benessere il fatto che, anziché compiere un movimento teorico, il bambino dovrà spazzolare un cane?

E così ecco scendere in campo Chanel, Neria, Lisa, Liz, Palù, Fiocco, Vita, Totò ed altri: sono cani, conigli, una tartaruga, animali spesso tolti da situazioni di degrado e abbandono e curati dai loro proprietari, che periodicamente, li coinvolgono in progetti di pet therapy con l’associazione.

“L’animale utilizzato varia a seconda dell’utente e della terapia prescelta. Ad esempio, con i bambini è preferibile utilizzare dei conigli, che sono piccoli e affidabili. Possono esserci situazioni, come l’allergia al pelo del cane, che porta ad utilizzare altri animali, oppure approcci dove dare priorità ad un percorso tattile in cui utilizziamo le tartarughe. Anche l’asino, a differenza di quello che si può immaginare, è un animale usato molto spesso nelle terapie con persone diversamente abili; si tratta di entrambi soggetti ricchi di qualità e risorse ma comunemente additati come meno capaci degli altri – spiega Marco Mainiero, uno dei soci della Rosa Vitillo – l’importante è che l’animale presenti predisposizione all’approccio con l’altro, ad essere “manipolato” (accarezzato, toccato, accudito) ed abbia caratteristiche di affidabilità e prevedibilità.

Per questo, l’approccio comincia spesso con la manipolazione di un peluche, con cui prendere confidenza, e successivamente si passa all’animale; gli incontri sono sempre coordinati da uno psicologo e dall’operatore di pet therapy, che si occupano ognuno di monitorare lo stato e le reazioni degli utenti così come degli animali coinvolti.

Sono undici i volontari che compongono la Rosa Vitillo pet therapy, quasi completamente autofinanziati per sostenersi, animati da tanta passione e competenza per una terapia poco nota nel centro-sud Italia, pochissimo in Irpinia. Eppure, sono diversi e rivolti a tipologie di utenza diverse i progetti che portano avanti, tra questi, c’è Dike, che ripartirà a breve presso l’OPG di Aversa con pazienti con disturbi psichiatrici.

Un progetto realizzato lo scorso anno per alcuni mesi, che ha coinvolto 7 utenti che hanno scelto di seguire, settimanalmente, questo approccio, grazie al quale è stato possibile incrementare l’alleanza terapeutica e la motivazione del paziente nei confronti del proprio percorso riabilitativo. Cani e conigli gli animali prescelti, che permettono di abituare l’utente ad un lavoro costante di cura (spazzolare, pulire, nutrire). Per consentire agli utenti dell’OPG di vivere questa esperienza formativa, grazie alla quale diminuire le condizioni di stress e di frustrazione, rafforzare l’autostima e la cura del sé, migliorare le caratteristiche cognitive ed orientative, è stato utilizzato, come spazio per l’approccio, un’area verde, esterna alla struttura (all’interno infatti è vietato l’ingresso agli animali). I soci della Rosa Vitillo pet therapy svolgono anche attività di sensibilizzazione e prevenzione all’abbandono, con cicli di incontri preso le scuole. Molto importante il counseling psicologico di orientamento nei confronti di malati oncologici, a livello domiciliare e proposto presso l’Azienda ospedaliera di Ariano Irpino. Così come si è avanzata la proposta di realizzare terapie presso centri anziani.  Ci sono anche corsi di formazione (il prossimo partirà a fine febbraio) per volontari che vogliano avvicinarsi a questo mondo. Anche perché mette a contatto con figure, quelle degli utenti verso cui si rivolge la pet therapy, oggi considerate socialmente deboli, ma bisognose di interventi, a volte semplicemente di affetto e di una dose di buonumore.

Info: www.rosavitillopettherapy.it

(*) Chi è Ortensia Ferrara.

“Sono giornalista da sette anni e appassionata da sempre, anche grazie il mio percorso di studi, al mondo della scrittura, creativa e giornalistica. Da quanti anni sono impegnata, a vario titolo e a vari livelli, in attività di volontariato, ho ormai perso il conto. Di sicuro, da sempre aspetti come terzo settore, associazionismo, volontariato sono il mio pane quotidiano. Abbinati alla comunicazione, quei termini asettici si trasformano  in emozioni, esperienze, sorrisi che vale la pena raccontare. A chi conosce questo mondo, ma anche e soprattutto a chi vorrebbe capirci qualcosa in più.”

L’associazione


                                                                                                       

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