Il turismo … per rilanciare l’occupazione in Irpinia
28.02.2013, Articolo di Federico Lenzi
Dal Bit esempi e spunti per un territorio che ha tanto da offrire, ma è poco valorizzato.
Irpinia, terra di mezzo tra Adriatico e Tirreno, crocevia per le merci in tempi remoti, terra dimenticata da tutti e forse anche da Dio nell’ultimo secolo. Molti ignorano cosa sia realmente l’economia in queste zone, il progresso arriva sempre lentamente e il lavoro resta una delle tante promesse elettorali di rito.
In queste terre la disoccupazione dilaga e le proposte lavorative scarseggiano. Dopo il terremoto sono state aperte numerose fabbriche, ma non hanno avuto lunga vita (basta fare un giro nell’area industriale di Nusco) divenendo cattedrali nel deserto. Negli ultimi anni sono sorte alcune piccole aziende, ma non hanno avuto un grande impatto sul piano occupazionale. Probabilmente in questi tempi di crisi l’unico settore che regge è l’agricoltura, anche se mancano incentivi e grandi investimenti in questo settore. Con il “Permesso Nusco” ultimamente si sta parlando di far sviluppare l’area grazie alle estrazioni petrolifere, ma una volta esaurito l’oro nero (quindici-venti anni) le industrie traslocheranno e lasceranno un territorio inquinato e deturpato. Eppure l’economia potrebbe ripartire proprio dal nostro territorio incontaminato. Spesso vivendoci da sempre ci siamo abituati e lo sottovalutiamo, ma basta andare a fare un giro nelle zone più urbanizzate per poterlo apprezzare di più. Il tempo in Irpinia scorre molto lentamente e forse proprio questo ha preservato le nostre terre dall’inquinamento. In fondo, questi posti non sono cambiati molto rispetto a quando li descrisse Giustino Fortunato tra l’ottocento e il novecento. Il paesaggio, l’arte, le tradizioni, la storia, i prodotti tipici possono divenire il volano dell’economia della nostra provincia: Investiamo nel turismo!
Come meta turistica la nostra provincia è la penultima in Italia. Varie idee e modelli da imitare ci vengono dalla Borsa Italiana del Turismo svoltasi a Milano dal 14 al 17 febbraio 2013. Alla manifestazione erano presenti circa seicento buyer provenienti da ben cinquanta nazioni che hanno incontrato i rappresentanti di tutte le province italiane per visionare le loro offerte turistiche. Il turismo in Italia muove ben centoquaranta miliardi, da lavoro a due milioni e mezzo di connazionali e rappresenta il 12% del Pil. I turisti stranieri hanno portato quarantaquattro miliardi nell’ultimo anno, ma si prevede che porteranno ben settantaquattro miliardi entro il 2020. Come si suol dire il nostro è il paese più bello del mondo e milioni di turisti aspettano solo nuovi ponti aerei per invadere il Bel Paese. I visitatori giungono soprattutto da Cina, Russia, Brasile e Israele. Insomma, sono in arrivo tantissimi quattrini e tutte le regioni stanno cercando di accaparrarsene il più possibile. Per riuscirci servono idee brillanti, eventi, contributi e investimenti in opere pubbliche, strutture ricettive economiche ed al passo con i tempi e itinerari flessibili. Al momento la regione che sta riuscendo meglio in questo è il Veneto che oltre a Cortina e Venezia, promuove la sua costa e i suoi agriturismi conciliando qualità e prezzi convenienti. Organizza eventi come una maratona sull’esempio di quella di New York nella Serenissima. Subito dopo troviamo l’Emilia Romagna che per sopperire alla mancanza d’italiani sta rinnovando le strutture della riviera per attrarre gli stranieri. Nelle Marche ed in Toscana la chiave del rilancio sta nelle tante fiction e film ivi girate e alla cucina tipica locale. Una cosa fondamentale per attirare stranieri è la flessibilità, ovvero accettare pagamenti di grandi somme in contanti e colazioni a base di carne e vino. A sorpresa un’ottima posizione ce l’ha persino la Basilicata! Questo è un esempio di ciò che potrebbe divenire la verde Irpinia. I nostri vicini si sono inventati eventi come il “volo dell’angelo” (si va da un monte all’altro attaccati ad un filo sorvolando i paesi nella valle), hanno proposto una vasta scelta di sport estremi, rivalutato le loro tradizioni, le loro feste locali, la loro cucina, le Dolomiti Lucane e i Sassi di Matera. Liguria e Puglia si stanno attrezzando per ricevere russi e cinesi, mentre il Trentino resta la meta preferita dagli italiani. Per quanto riguarda la nostra regione troviamo un paradosso: la costiera amalfitana è la più cercata su Google e l’Irpinia è la penultima meta turistica d’Italia!
L’unico polo turistico in provincia è la stazione sciistica di Laceno che offre un paesaggio mozzafiato. Eppure, abbiamo tantissimo altro da offrire! In questi anni la gastronomia va molto e noi possiamo offrire tantissime prelibatezze a marchio Dop o Docg. Questi prodotti sono di altissima qualità e sono proposti a prezzi non molto alti. Tra tutti annoveriamo il “Caciocavallo irpino e podolico”, il “Pecorino Bagnolese”,” Laticaudo” e di “Carmasciano”, i nostri mieli aromatici, i vini “Coda di Volpe”,” Aglianico”,” Taurasi”,” Greco di Tufo”,” Fiano”, l’olio della valle Ufita, le castagne, i funghi e il tartufo. Nella provincia troviamo splendidi paesaggi come quelli delle oasi wwf di Conza e Senerchia, il parco regionale dei “Monti Picentini”, le terme di Villamaina e la mefite di Rocca San Felice. Abbiamo anche tantissimi borghi di gran fascino come Nusco, Cairano, Castelvetere, ecc… E poi come non dimenticare le tradizioni con la tarantella di Montemarano, la zeza di Mercogliano, le sagre, i festeggiamenti della settimana santa a Vallata, i carri di Carnevale in molti paesi, i falò, i carri di paglia, le processioni e tutte le altre feste locali. Stiamo parlando di una grande tradizione popolare, che ormai da anni ci racconta egregiamente il prof Russo, da non buttare via, ma da valorizzare e riscoprire. E poi, troviamo delle bellissime chiese come quella di “San Michele Arcangelo” di Solofra e la Cattedrale di Bagnoli Irpino; e conventi ricchi di storia come il “Goleto”, quello di “Montevergine” e quello di “San Francesco a Folloni”. In queste valli abbondano anche splendidi castelli come quelli di Lauro, Torella dei Lombardi, Monteverde , Ariano, ecc.. Il ponte romano a Montella, il ponte d’Annibale a Lioni, le rovine di Abellinum, il parco archeologico di Mirabella Eclano, le rovine di Abella e di Atripalda e della vecchia Conza. Poi, troviamo anche musei come quello della civiltà normanna di Ariano, quello archeologico di Avellino e Bisaccia, quello del risorgimento di Montefusco e quello del carro di Mirabella. La stessa sede provinciale: “Palazzo Carracciolo” è un bellissimo edificio come ad esempio il “Palazzo Caravita” di Sirignano o il “Palazzo Preziosi” di Aiello del Sabato.
Ma questo grande patrimonio artistico è molto spesso in rovina e merita urgenti interventi per essere recuperato. Fondamentalmente per attirare un turista serve una buona rete di collegamenti, ma negli ultimi anni ci stanno tagliando i pullman e ci hanno già chiuso tutte le linee ferroviarie. Eppure, proprio la ferrovia Avellino-Rocchetta potrebbe essere un’attrazione turistica. Questa strada ferrata si snoda in un paesaggio pittoresco tra il Calore e l’Ofanto, le valli e le montagne, ha più di un secolo di vita e vanta opere architettoniche di gran pregio come il ponte Principe di Lapio. Si potrebbe usare come la “Transilvania italiana” ferrovia che scarrozza i turisti tra i monti e i borghi dell’Abruzzo o come una lunga pista ciclabile immersa nel verde! Quasi tutte le località d’Italia a questa fiera svoltasi a Milano oltre ai siti hanno presentato delle app per far conoscere il territorio. Al momento, quelle ufficiali sono solo trentasei come: “iPortofino”, “Puglia reality Plus”, “Guida Milano”, “Ipt”,” Live it” app e altre. Queste offrono informazioni, guide virtuali, foto, video, mappe dettagliate, numeri utili e tanto altro. Per quanto riguarda la nostra provincia troviamo un sito che nel 2013 è ancora in costruzione e un canale “YouTube” poco frequentato e a livello, quasi, amatoriale! Inoltre, in Irpinia manca totalmente un’offerta compatta che offra al turista la possibilità di trascorrere una o più settimane e proponga un ricco calendario eventi. Le uniche manifestazioni di successo sono organizzate dalle pro-loco locali. Tuttavia, qualcosa di lodevole nella nostra provincia lo troviamo grazie ai canali “YouTube” di tanti appassionati del territorio e all’app di “Laceno.net” a cui si aggiunge un frequentatissimo sito con tanto di forum e webcam in diretta dalla località sciistica. Basta fare un giro sul forum per trovare tantissime idee per rilanciare questa località che da decenni stenta a decollare: c’è chi vorrebbe arredi urbani intorno al lago, chi l’apertura delle grotte, chi una pista di pattinaggio, chi seggiovie più veloci, chi nuove piste con l’innevamento artificiale, chi un campo volo, chi lanci col paracadute e bungee-jumping, chi vorrebbe lanciarsi in bicicletta dalle piste e fare più escursioni, chi impazzirebbe per uno snow-park, chi chiede più eventi specialmente di sera, chi desidera scalare le varie cime, chi una segnaletica e una promozione migliore e tanto altro.
L’Irpinia ha tantissimo da offrire, potremmo riempirci giornali interi per elencare tutte le sue bellezze, ma non c’è mai stato un programma ed un investimento serio nel settore. A differenza delle altre regioni dobbiamo partire da zero e oltre agli stranieri possiamo attirare anche tanti connazionali. Laceno ha un discreto flusso di turisti, si potrebbe partire dalla sua valorizzazione per poi portare i turisti a esplorare tutta la provincia. Qui ogni paesino nasconde un patrimonio artistico e paesaggi tutti da scoprire! Ce l’ha fatta la Basilicata, noi non abbiamo nulla di meno, basta solo crederci e impegnarsi seriamente, nulla è impossibile. Speriamo solo che nel nostro caso gli ultimi (noi), un giorno saranno tra i primi.
Ci vogliono infrastrutture di buona qualità! Ma bisogna investire perchè non siamo piu negli anni ’80 e i soldi lo stato non ne sgancia piu!
Dipende da chi va al potere, negli Usa e in Cina per arginare la crisi hanno investito in grandi infrastrutture per far girare l’economia. In Italia non si riesce a farle perchè la legge è sbagliata: fa allungare i tempi e aumentare i costi.