Federalberghi, Stabile: «Senza posti letto non può esserci turismo»
15.12.2012, Il Corriere
“In provincia di Avellino le strutture alberghiere accusano un disagio molto più pesante rispetto alle altre province campane perché manca quella spinta necessaria in un settore che è in crisi. Senza gli alberghi non ha senso parlare di turismo”: lo afferma Gerardo Stabile (bagnolese di origine, ndr), presidente della Federalberghi della provincia di Avellino commentando i dati secondo i quali, a causa delle tasse lievitate fortemente negli ultimi anni e dell’introduzione dell’Imu, in Italia sarebbero a rischio chiusura almeno tremila strutture.
“A parte gli alberghi presenti ad Avellino città, frequentati in maggior parte per ragioni non turistiche, in Irpinia abbiamo le aree di Montevergine, Materdomini, Laceno ed Ufita che potrebbero essere sfruttate turisticamente, ma ne sono sprovviste – afferma – perché l’edilizia in quel settore è rimasta ferma agli anni settanta ed ottanta, nei comuni sono presenti piccole strutture che stanno perdendo sempre più posti letto e rischiano di chiudere quando sono costrette ad affrontare forti investimenti per l’adeguamento e l’aggiornamento. Da tempo stiamo provando a parlarne con la politica, ma nessuno ci ascolta. Pensate che ogni anno per l’esercente di un servizio alberghiero ci sono 52 adempimenti da fare, un vero disastro. Stanno crescendo gli agriturismo e gli affittacamere e questo va bene – aggiunge Stabile – perché spesso quella strutture nel tempo si trasformano in alberghi, ma ad un tour operator non possiamo mettere a disposizione quella tipologia di struttura.
Sotto Natale i dati cautamente ottimistici giungono dal Laceno, dove nel week end registriamo spesso il tutto esaurito perché riusciamo ad intercettare i pugliesi che preferiscono fermarsi da noi invece di andare nelle località del nord Italia e questo prova che se riuscissimo a mettere la nostra amata e bella Irpinia nel circuito nazionale ed internazionale avremmo interessanti ricadute sul piano economico ed occupazionale.
Noi non chiediamo sostegni economici, vorremmo solo essere stimolati, ma finora non è stato così: è meglio andare in banca per chiedere un aiuto, anziché infilarci nei meccanismi dei bandi e dei Por, dai quali non sappiamo se mai ne verremo fuori.
La nostra associazione ha rapporti con i colleghi regionali e nazionali- conclude il presidente Federalberghi – e siamo disponibili ad un confronto con chiunque abbia voglia di parlare dello sviluppo turistico dell’Irpinia”.
I posti letto ci sono, il problema è che gli alberghi sono stravecchi, offrono servizi scadenti e pacchetti poco appetibili. Alzate la qualità dei vostri alberghi, arricchiteli di servizi e vedrai come la gente ci viene! La regione non c’entra assolutamente nulla, il turismo lo si fa da soli!
Mi chiedo solo una cosa: perchè aspettare sempre un sostegno dall’esterno? Come scritto da Lucarchitec, almeno per quanto riguarda il nostro territorio, è necessario un cambiamento di rotta: offrire servizi all’avanguardia, strutture al passo coi tempi, una cucina realizzata realmente con prodotti tipici ecc. ecc.
Immagino siano necessari notevoli investimenti, ma perchè i nostri albergatori non investono i soldi guadagnati negli anni passati?
Guarda Marmotta, ci vogliono meno soldi del previsto! I lavori di miglioria funzionale non costano grandi capitali, il “costo” più grande è quello di cambiare la testa degli albergatori. Continuano a battere su una formula vecchia di fare turismo, oggi bisogna stare al passo con i tempi, rinnovarsi…e ripeto, la regione, lo stato, la provincia non c’entrano nulla, ognuno è artefice del proprio destino, basta rimboccarsi le maniche.