Alta Irpinia, Monsignor Cascio:«Ripartiamo insieme»
10.12.2012, Il Corriere
Il 5 Gennaio, nel Santuario di Materdomini, Mons. Pasquale Cascio sarà ordinato Vescovo e il giorno successivo, il 6 gennaio, entrerà nella Curia di Sant’Angelo dei Lombardi da dove guiderà la Chiesa altirpina.
Semplicità, voglia di conoscere ed amare le comunità, desiderio di ripartire dalle potenzialità del territorio altirpino e speranza di un futuro migliore. Sono questi i primi messaggi che Mons. Cascio lancia alle popolazioni altirpine che attendono con amore il suo arrivo.
«Questa mia elezione a Vescovo – spiega Mons. Cascio – è stata accolta con gioia, ma anche e soprattutto con un grande senso di responsabilità per il nuovo impegno nella comunità cristiana altirpina. Responsabilità che si assume e si prende nello stesso momento in cui si risponde alla chiamata. La notizia della mia elezione – continua – mi è arrivata il 17 ottobre, dieci giorni prima della comunicazione ufficiale che c’è stata in contemporanea a Teggiano e Conza della Campania. Sono stato chiamato dal Nunzio Apostolico in Italia che ha comunicato la decisione del Santo Padre di inviarmi, come arcivescovo, presso la Diocesi di Sant’Angelo dei Lombardi».
«Ho subito accettato, naturalmente. Particolare, ma comprensiva, è stata la reazione delle mie comunità parrocchiali, infatti, i miei fedeli, in un primo momento hanno espresso tutta la loro gioia per la mia elezione ad arcivescovo, ma, successivamente, in loro è subentrata una certa tristezza per il mio allontamento».
Mons. Pasquale Cascio parla anche, in breve, dei suoi predecessori Mons. Salvatore Nunnari e Mons. Franco Alfano.
«Con Mons. Nunnari – commenta Mons. Cascio – ho avuto un breve colloquio telefonico nel quale mi ha spiegato un pò la terra d’Irpinia, mentre, una grande amicizia mi lega con Mons. Alfano con il quale abbiamo condiviso la vocazione e l’immagine della Chiesa che ci è stata regalata dal Concilio Vaticano Secondo. Entrambi sono stati, per me, importanti in questo momento perchè la Chiesa si costruisce e quella che mi vedrà Vescovo è passata tra le loro mani e non posso fare a meno di ascoltare il loro pensiero.
Una cosa è certa da loro prenderò un esempio essenziale che è quello della dedizione quotidiana, quasi personale, con la quale hanno seguito le comunità ed hanno diffuso il messaggio cristiano. Hanno voluto avvicinare il loro cuore ad ogni cittadino altirpino e questo non può essere che un modello per me. Entrambi, inoltre, sono stati due simboli di speranza per le comunità altirpine. E’ chiaro anch’io vorrò continuare ad essere un paladino dell’uomo, del popolo e di conseguenza di tutto il territorio e delle sue esigenze».
Mons. Cascio parla anche delle varie problematiche del territorio e si dice pronto a conoscere ed amare gli uomini che lo vivono.
«Partendo dal mio messaggio di ottobre alle comunità altirpine – dice Mons. Cascio – voglio conoscere ed amare le realtà che andrò a vivere. So che ci sono varie problematiche sul territorio e voglio lavorare per confrontarmi e provare a dare un contributo, ma una cosa è certa: secondo me bisogna uscire dalla logica del vittimismo e ripartire da una certa sussidiarietà. Bisogna ripartire dalle tante capacità e potenzialità del territorio per far capire di cosa siamo capaci. Le difficoltà sono tante, ma mai più vittime, soltanto speranza di riprendere il futuro e chiedere una possibilità intesa come libertà. In conclusione – spiega Mons. Cascio – posso dire di essere consapevole di arrivare in una terra ferita dal sisma del 1980 e per questo di avere una responsabilità ancora più grande. Questa storia mi farà stare ancora più attento per le esigenze ed i bisogni dei popoli. Dobbiamo cercare di ripararci dai torti e di non fare torto a nessuno».