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Il taccuino di viaggio di Arciuolo al “G.Bruno” di Castelfranci

28.11.2012, Il Corriere

Il 30 novembre la presentazione del volume “Nove quarti di luna”.

Porterà a Castelfranci il suo diario di viaggio in Equador, Agostino Arciuolo. L’occasione è offerta dalla presentazione del volume “Nove quarti di luna”, autentico taccuino di viaggio. L’iniziativa è promossa dall’Associazione Libero Pensiero Irpino Giordano Bruno, l’Archivio Storico CGIL di Avellino, le Ceramiche d’arte Terra Leonum con il patrocinio del Comune di Bagnoli Irpino.

L’appuntamento è in progràmma venerdì 30 novembre, alle ore 18, presso la sede dell’Associazione L. P.I. Giordano Bruno a Castelfranci. Dopo i saluti di Felice Storti Presidente dell’Associazione L.P.I. Giordano Bruno, seguiranno gli interventi di Aniello Chieffo Sindaco di Bagnoli Irpino, Gianni Marino, Direttore Archivio Storico CGIL Avellino, degli scrittori Aniello Russo e Edmondo Marra, Alessandro Saldutti Delegato D.C. di Castelfranci. Modererà l’incontro Angela Prudente, i momenti musicali saranno affidati al Maestro Cerardino Lardieri.

«E’ il ventiseiesimo libro di uno scrittore irpino che presentiamo come associazione “Libero Pensiero” – commenta Felice Storti – Proprio Bagnoli è stato oggetto di due interessanti convegni, uno legato al Ritorno del Laceno d’oro e l’altro, omaggioTommaso Aulisa, sindaco attivissimo e infaticabile. Questa volta tocca ad Agostino Arciulo che ci consegna un libro bellissimo. Non è il viaggio in moto di Ernesto Che Guevara, ma di un giovane laureato in Filosofia, pronto a mettere in discussione le proprie convinzioni, la propria cultura, il proprio modo di vita.

La sua destinazione è un villaggio della cordigliera in Equador, presso la “Fundaciòn Brethen y Unida” nella comunità di Picalquì. Qui insieme agli altri giovani provenienti dall’Europa e dal Nord America e agli amministratori della Fondazione, Agostino inizia a lavorare la terra dedicandosi alla raccolta dei legumi e alla mungitura, condivide con gli altri volontari e i campesinos delle cordigliere lo svegliarsi all’alba e l’abitare in piccole baracche prive di ogni conforto. Uno dei momenti più belli per lo scrittore è l’ attività di maestro dei bambini degli indios di Picalquì, in cui la passione della conoscenza, l’dea della scoperta fanno da contrasto allo stato, di abbandono in cui sono stati relegati dai conquistadores nelle impervie montagne facendone tuttora degli schiavi.

Nella seconda parte del viaggio, Agostino racconta l’approdo in un altro paesino, Columbe, dove lo scrittore condividerà gli stenti e la fatica di una poverissima famiglia di campesinos. Il viaggio di Arciuolo non nasce tanto da un desiderio di scoperta, quanto piuttosto dalla necessità di dare senso alla propria esistenza.

E’ una lezione di vita ed insieme un segnale importante per tutti i giovani».

                                                                                                       

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