L’INCHIESTA – Irpinia ultima per il turismo
27.11.2012, Il Corriere
«Di sicuro non c’era bisogno della classifica de Il Sole 24 Ore per avere la conferma di una situazione poco rosea che vive la comunità irpina». Lo afferma il presidente della Provincia, Cosimo Sibilia.
Il presidente dell’Unione Industriale, Sabino Basso, non ha dubbi: «Siamo tutti responsabili, non possiamo prendercela con nessun altro. La responsabilità è di chi ci governa – afferma – e di chi non ha pensato in prospettiva. L’Irpinia è stata al centro dell’italia, ma la straordinaria visione non è stata lungimirante. Non occorreva l’indagine del Sole 24 Ore per capire che la nostra provincia sta soffrendo – aggiunge – non abbiamo servizi, abbiamo una stazione degli autobus annunciata e ancora non operativa; non abbiamo treni; non ci sono parcheggi; il tribunale non è adeguato; l’ospedale è senza parcheggi – osserva il presidente della Confindustria – a dimostrazione della circostanza per la quale non esistono gli elementi basilari intorno ai quali costruire lo sviluppo delle nostre aree interne».
La confindustria sta spingendo su numerose iniziative proprio per incentivare gli investimenti: dalla banda larga al tavolo dello sviluppo, passando per la linea ad Alta Capacità che dovrebbe attraversare il cuore dell’Irpinia nel territorio della Valle Ufita. Recentemente ha lanciato l’idea di un polo agroalimentare proprio in Valle Ufita per valorizzare le colture locali e favorire la lavorazione dei prodotti che provengono dalla Puglia e che potrebbero fare sosta in Irpinia prima di giungere nei porti di Salerno e Napoli per essere esportati negli altri paesi europei.
«Lo ripetiamo spesso – aggiunge ancora Basso – che la qualità della vita dipende dalle infrastrutture a disposizione dei cittadini e degli imprenditori, perché il problema non è soltanto il lavoro o l’economia, anche la difficoltà a raggiungere il casello autostradale o la carenza di impianti sportivi incidono sui dati complessivi. Non mi meraviglio affatto del fatto che siamo negli ultimi posti in quasi tutti gli indicatori valutati dal quotidiano di economia».
Cipriano: «Cultura? siamo in crescita»
Non ha dubbi Luca Cipriano, presidente del Teatro Gesualdo: «I risultati che arrivano dalla classifica del Sole 24 Ore attestano una crescita del territorio sul piano culturale. Sono la conferma della curiosità degli irpini in fatto di consumi culturali, al di là di come è stata gestita la politica culturale cittadina negli ultimi anni. La comunità irpina è sempre stata molto attenta a fenomeni e tendenze legate al panorama culturale, appassionata di spettacoli, viaggi, concerti a ciò si affianca l’emergere di un pubblico giovane che si informa via web anche sugli eventi al di là del territorio. Sotto questo punto di vista il Teatro Gesualdo può svolgere un ruolo decisivo, anche grazie ad una fetta di pubblico che rappresenta uno zoccolo duro».
Vitale, Acli: «Qualità nel turismo»
Per il turismo non è stato fatto nulla, non per mancanza di volontà ma per la carenza dei fondi a disposizione del settore dopo la politica dei tagli. Lo afferma Giuseppe Vitale, presidente nazionale del centro turistico Acli.
«Il diritto alla vacanza è un principio sacrosanto – precisa – tutti mettiamo la volontà per fare qualcosa ma non si fa mai nulla. Senza la qualità e l’accoglienza il turismo non potrà mai funzionare, eppure rappresenta una straordinaria opportunità di occupazione e crescita sociale ed economica. Mercoledì scorso – aggiunge – ho tenuto un convegno a Sorrento ed alcuni ospiti provenienti da fuori sono rimasti bloccati a Napoli perché la circumvesuviana era ferma ed hanno dovuto utilizzare i taxi spendendo oltre cento euro».
Vigorita: «Agricoltura, vera ricchezza»
Il dato che emerge dall’indagine è scioccante e secondo me ripropone una questione: la provincia deve fare quello che sa fare meglio e per me significa agricoltura. Mi angosciano soprattutto i dati sulle imprese, che dimostrano una circostanza: l’Irpinia non è industrializzata contro le aziende agricole che sono numerosissime e funzionano bene. E’ questo il commento di Francesco Vigorita, presidente della Coldiretti irpina.
«L’agricoltura rappresenta il volano per l’economia in questa provincia – aggiunge – tanto vero che la crisi nel settore non si avverte più di tanto. E’ allarmante quello che emerge dal settore metalmeccanico, si tratta di drammi sui quali occorre riflettere, perché non possiamo tenere centinaia di lavoratori fermi».
Guerriero: «Criminalità? Il pericolo è sommerso»
La battaglia per la tenuta dei tribunali cosiddetti minori passa anche per queste statistiche. Esse vanno lette oltre i numeri, oltre le fredde classifiche. I dati vanno scorporati, e interpretati calandoli nella realtà, sforzandosi di leggerla sulla base della storia recente e contemporanea. E se questi dati, come li presenta il Sole 24Ore, consegnano apparentemente una situazione poco allarmante per l’Irpinia, alla voce criminalità, non c’è di che rallegrarsene. E’ questo il senso delle parole espresse a caldo dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Sant’Angelo dei Lombardi, Antonio Guerriero. Vediamo perché. Il Procuratore parte dall’assunto intanto della diversità storico-territoriale. Ci sono zone particolarmente “sensibili”, come il Vallo di Lauro, la Caudina, anche l’hinterland avellinese, “dove la situazione non è più idilliaca”, sottolinea. E se le analisi vengono realizzate sui reati accertati, c’è tutta un’altra realtà di cui tenere conto.
«Registriamo una serie di fenomeni criminosi, in questa provincia, non palesi, che si muovono ad un livello sottostante – spiega il Procuratore – Avvertiamo la penetrazione lenta ma costante da altre province vicine, dal salernitano al napoletano. Parliamo di reati di notevole portata, come droga, estorsioni, truffe. E’ anche facile pensare ai rischi cui andiamo incontro, se vengono smantellati i tribunali di Ariano e Sant’Angelo dei lombardi. Si apre un varco molto grande, non solo per il venir meno dei presìdi giudiziari, ma anche per quelli istituzionali ai vari livelli. Un tribunale che chiude porta con sè tutta una serie di istituzioni, con la conseguente riduzione della presenza di forze dell’ordine: si apre così un’area grigia nella quale tali fenomeni possano meglio radicarsi». E dunque, per chiudere:«Non dobbiamo sottovalutare questo sommerso, che, nella logica dei numeri, emerge solo in minima parte. La realtà è molto più complessa».