Arciuolo, dirigente del “M.Lenzi”: «L’omnicomprensivo per salvare l’Itis»
25.10.2012, Ottopagine
Nel comune altirpino il professionale rischia la soppressione per carenza di alunni. Appena cinque iscrizioni al primo anno.
Un preside a mezzo servizio che intende farsi in quattro per impedire la soppressione di un istituto che non è il suo. Più paladino di così Luciano Arciuolo non poteva essere. Da 7 anni dirige l’istituto comprensivo “Lenzi” di Bagnoli Irpino. Da settembre, per effetto delle politiche scolastiche regionali, si è beccato la reggenza a Laurino, nel salernitano. Due ore e mezza d’auto all’andata, altrettando al ritorno, giusto per salutare docenti e studenti. Ma è proprio da questa trasferta non voluta, ma di buon grado accettata , che Arciuolo prende spunto per avanzare al Provveditorato agli Studi di Avellino la ricetta per salvare l’altra scuola di Bagnoli, l’Itis ad indirizzo meccanico.
L’istituto, sottodimensionato ed accorpato attualmente all’I.I.S.S. Rinaldo D’Aquino di Montella, rischia di chiudere i battenti il prossimo anno. A settembre, infatti, non si è potuta formare nessuna prima classe essendo state appena cinque le iscrizioni. «Voglio salvare la scuola a Bagnoli e voglio salvare l’Itis», sostiene convinto il preside Arciuolo.
«L’istituto superiore oggi conta circa 140 alunni che sommati ai nostri 287 ragazzi produrrebbero il numero di iscritti necessario per evitare la scure del dimensionamento – aggiunge il dirigente – Otterremmo così la nostra autonomia ed avremmo diritto ad un preside e ad dsga full time. Le pochissime iscrizioni all’Itis dipendono senz’altro dal particolare indirizzo attualmente attivato, quello di meccanica, che in effetti è tutt’altro che attraente. Potremmo però cambiarlo prospettando una vocazione turistica che faccia il paio con l’offerta del territorio. Non un alberghiero che già c’è a Lioni, ma un professionale imperniato sulla formazione di professionisti del marketing e del turismo».
Un progetto ambizioso che, però, dovrà fare i conti con la difesa autonomistica di altri istituti perché, ad onor del vero, oggi l’Itis Bagnoli con i suoi 140 studenti dipende dal “Bartoli” di Montella, che a sua volta dipende dal “Rinaldo D’Aquino”, che comprende anche l’Ipsia di Nusco. Scatole cinesi costruite ad hoc proprio per mantenere in vita un determinato istituto scolastico .
Il preside Arciuolo è però determinato nel suo scopo. «Ho rinnovato la richiesta e spero possa essere accolta. L’omnicomprensivo è sino ad oggi un tabù per la provincia irpina. Ma è anche una sperimentazione che ha funzionato e funziona in altri contesti territoriali non così lontani. E’ vero, si tratta di una tipologia scolastica abbastanza articolata e complessa, che risulta essere fondamentale soprattutto per le piccole comunità dove ogni anno si rischia la soppressione dei plessi per via del dimensionamento. Chi dovrà assumere delle scelte dovrà però finalmente tener conto che è proprio nelle piccole realtà che la scuola svolge una funziona rappresentativa oltre che formativa. Insieme al Comune simboleggia lo Stato. Ragion per cui se chiude una scuola è come se chiudesse lo Stato. Da qui la mia proposta – conclude Arciuolo – L’omnicomprensivo, già sperimentato dal 2000 nel salernitano, in particolare nelle piccole comunità come Laurino o Paiggine, non è altro che un modo per garantire alla scuola di sopravvivere. Così come pure diventa un elemento sostanziale per tutelare l’utenza, il cittadino, il bambino, lo studente, il genitore, che continuano a richiedere e a pretendere un rapporto unico con la scuola intesa come Istituzione. E, ripeto, laddove lo Stato si ritira dal territorio, rinunciando al proprio ruolo di guida per la cittadinanza per il tramite della scuola, ne perde l’intero Paese. Questa è una battaglia che mi auguro di non dover combattere nonostante gli organi superiori. Perché, oggi come oggi, io mi sento ancora un preside che ha voglia di lavorare, malgrado gli organi superiori stiano facendo tutto il possibile per impedirmi di farlo nel migliore dei modi».