Politica low cost !
25.08.2012, Articolo di Domenico Nigro ’82 (da “Fuori dalla Rete” – Agosto 2012 – Anno VI, n.3)
Il cammino verso le prossime amministrative procede a fari spenti, sotto traccia, ma in maniera incessante e continua. La lunga partita del voto è cominciata, certo siamo ancora agli albori della campagna elettorale, eppure le acque cominciano già a muoversi.
Discussioni, pour-parler, discorsi teorici avvengono non nelle fredde sedi dei partiti (o presunte tali), ma lontano da occhi ed orecchie indiscrete. Eppure qualcosa di quello che bolle in pentola comincia ad uscire, non solo semplici ipotesi, ma qualcosa di più concreto appare all’orizzonte della politica bagnolese.
Il precedente articolo, per lo più incentrato sulle future mosse del PD, aveva lo scopo di fare una semplice presentazione del quadro politico locale; tuttavia a giudicare da qualche battuta o da piccate precisazioni, con poche righe si è prospettato uno scenario futuro solo qualche tempo fa impensabile, ma che oggi non è fantasioso come qualcuno vuole far sembrare.
Innanzitutto tranquillizziamo qualche preoccupato lettore: non siamo in contatto con Nusco, né tantomeno De Mita rileva a noi i suoi progetti ed idee, le considerazioni fatte hanno come base di partenza un’osservazione equidistante della situazione politica bagnolese collegata a quella provinciale e nazionale.
Quanto al precedente articolo, non essendo giunte smentite autorevoli o “ufficiali”, si può dedurre che, almeno per quel che riguarda il versante Partito democratico, quanto è stato scritto corrisponda alla situazione reale del partito. In attesa che l’amministrazione attuale, e i partiti ad essa collegati comincino a scoprire qualche carta circa le prossime elezioni, e mentre attendiamo che il coordinamento del Pdl (i cui membri però sono latitanti) dia qualche cenno di vita (anche minimo), il partito che attualmente è più in fibrillazione è sicuramente l’Udc.
L’accordo tra Pd e Udc, di cui si è cominciato ad accennare nel precedente articolo, non è una chimera, ma un’ipotesi reale, per il momento portata avanti da poche persone di entrambi i partiti; avvicinamenti e “ammiccamenti” sono ormai abbastanza chiari. Una parte del Pd e una parte influente dell’Udc vuole questa alleanza; si cercano, si studiano e cominciano già a delineare ipotetici nomi per la prossima lista elettorale. Del resto, anche a giudicare dal quadro politico nazionale e provinciale, se a Bagnoli dovesse concludersi questo accordo sarebbe semplicemente un atto di coerenza con la politica delle segreterie nazionali.
Tuttavia, pensare di trasportare la politica nazionale in ambito locale non è un’operazione semplice, tanti fattori incidono sulle elezioni amministrative e spesso sono ben più decisivi di quanto si possa dire o decidere a Roma piuttosto che ad Avellino. Così, mentre l’accordo Pd-Udc nel resto di Italia è molto probabile, nel nostro paese appare più complesso; tanti i nodi da sciogliere e molti gli scogli da superare, certo i “pontieri” sono all’opera, ma per il momento la loro azione non ha fugato i tanti dubbi circa la fattibilità dell’operazione. Qualora però questa alleanza si realizzasse potrebbe portare ad una clamorosa rottura all’interno del partito centrista. Uno scenario per ora ipotetico, ma certo non di pura fantascienza. Voci interne all’Udc, che vogliono l’anonimato, raccontano di un gruppo diviso in due; una crepa cominciata sul modo di svolgere l’opposizione consiliare, che molti all’interno del partito giudicano troppo tenera e morbida (anche in riferimento ai toni usati in campagna elettorale dagli esponenti della maggioranza), e che si sta evidenziando proprio sull’ipotesi dell’alleanza con il Pd. Più che un’opposizione responsabile e costruttiva, a qualcuno pare di assistere ad un’opposizione blanda, preoccupata soprattutto di non rompere definitivamente i rapporti con la maggioranza (o almeno parte di essa).
Così, mentre l’ala storica dell’Udc strizza l’occhio al Pd, gli altri non ne vogliono sapere di allearsi con i rivali di oggi e sarebbero pronti ad una clamorosa scissione, andando a formare un’altra lista in cui provare a far confluire altri partiti (Nuovo PSI?) e qualche ex candidato del centro destra.
Una simile ipotesi aprirebbe ad una serie di interrogativi: come si comporteranno la sinistra bagnolese e la parte più a sinistra del Pd? Come reagiranno personaggi vicino al Partito democratico, e interni all’attuale maggioranza, che hanno sempre dichiarato di non voler sostenere una lista Pd-Udc? E ancora, come effetto a cascata, si potrebbero avere una serie di conseguenze: crescerebbero il numero di liste in campo, si aprirebbero possibili alleanze trasversali anche clamorose, potrebbe essere più facile costruire liste civiche in grado di far saltare il banco alle prossime elezioni.
I prossimi mesi diranno se quelle esposte sono idee fantasiose, buone per far vendere qualche copia in più, o se invece avremo colto nel segno nel qual caso ci aspetta una campagna elettorale ricca di colpi di scena e assolutamente imprevedibile nel suo esito.