Una macchia di colore su un foglio bianco
19.08.2012 – Pensieri, di Antonia Preziuso (da “Fuori dalla Rete” – Agosto 2012 – Anno VI, n.3)
Se imprimessimo la nostra mano su una spugna colorata, quale colore assumerebbe la linea della nostra vita? Tutto dipende dal sincronismo tra cuore e cervello, dall’intensità con cui si avvertono le vibrazioni e si vivono le proprie emozioni.
Per chi decodifica solo silenzi non c’è colore; per chi vive senza slanci la macchia è bianca, di un bianco avorio-opaco per il rimpianto di una vita mancata.
Il nero è come il bianco ed è di chi non riesce a vedere la vita attraverso una biro o con un pennello perché non la sente. Il nero non ha sfumature, è nero e basta, senza riflessi…
Il grigio è il colore dell’uomo chimera, dell’essere medio, senza slanci o paure, mediocre nell’essere, piatto come il mare nel cuore e nella mente.
Il blu è il colore dell’uomo triste che non merita tale agonia ma non riesce a bruciare il fardello dei ricordi negativi. Un’anima blu non ha limiti: è un po’ verde e un po’ gialla, spera, si illumina, ma non dimentica…
La linea rossa è quella agognata dall’uomo vero che però non ha storia, ma vive la vita senza schemi e con forza si ribella alle situazioni. Il rosso è una conquista, un traguardo, una dimensione dell’anima e della capacità di volare, pur stando perfettamente ancorati al suolo ed al dolore.
Anche il verde appare, purtroppo tardi, nella mano di un vecchio che conosce il dolore ma non la rassegnazione e spera di vivere ancora altri anni di quella vita che ora apprezza mentre sta fuggendo.
Forse i colori sono pura illusione, ma l’uomo ha bisogno di combinarli per riuscire a crearli, anche senza vederli…
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Una macchia di colore su un foglio bianco …