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Laceno, così rinasce l’albergo al lago

06.08.2012, Ottopagine (di Mario Pennella)

Al via la ristrutturazione dell’immobile. Si chiamerà il Caffé degli artisti.

Il Lago Laceno riavrà il suo rifugio montano, oggi conosciuto come Albergo al Lago. Dalla soprintendenza è, infatti, arrivato il via libera alla ristrutturazione dell’opera. Il progetto riguarda il recupero del rifugio montano di Santa Nesta. Un intervento che ha come obiettivo la valorizzazione degli aspetti culturali ed ambientali in chiave turistico ricettiva del piano Laceno attraverso il recupero dell’immobile ed il ripristino del sentiero che porta alla Grotta di San Guglielmo, posizionato a mezza costa del promontorio roccioso.

Si chiamerà il “Caffé degli artisti”, molto probabilmente a ricordo di tutti i personaggi illustri che negli anni ‘60 e ‘70 hanno avuto modo di conoscere e far conoscere il Laceno, grazie al festival del cinema neo-realistico, e al tempo stesso di essere ospiti dell’albergo. Parliamo di nomi eccellenti come Pier Paolo Pasolini, Domenico Modugno, Giacomo D’Onofrio e Camillo Marino ideatori del Laceno d’Oro, Aurelio Fierro Claudia Cardinale e tanti altri ancora.
La struttura, costituita oggi da piano terra, primo e secondo piano, sarà perimetralmente ripulita delle costruzioni pericolanti, per poi essere recuperata secondo il disegno originale precedente all’ampliamento previsto negli anni ’50 da Decio Gatti e quindi con la rimozione della copertura a solaio attualmente esistente. Il primo piano, composto da due sale maggiori con soffitto a volta a crociera, sarà destinato ad esposizione sul cinema del neorealismo.
Il progetto a firma degli architetti Walter Lepore e Patrizia Cocozziello, prevede la rifunzionalizzazione degli ambienti. Al piano terra, sarà realizzata un’area di accoglienza per attività culturali, con sale espositive sulla storia del cinema del neorealismo, del Laceno d’oro e sulla storia di San Guglielmo da Vercelli, fondatore dell’Abbazia di Montevergine. Così come previsto dalla relazione tecnica dei due professionisti, per il primo piano sarà riportata a vista la tessitura muraria in conci di pietra locale con una revisione del paramento murario e un risanamento delle murature con metodi tradizionali di cuci e scuci. Fatta eccezione per il muro ove sono presenti i dipinti murari.
La scala interna, in evidente stato di degrado e di pericolo di crollo, verrà interamente demolita e realizzata ex novo, sempre a tre rampe. Le finiture delle finestre saranno realizzate con un colore che imita il colore della pietra locale calcarea. Gli infissi esterni , in legno di castagno e scuri interni, avranno vetrate termoisolanti ai fini di un risparmio energetico. La copertura verrà realizzata in legno lamellare. Previsto anche il consolidamento dei dipinti murari, voluti da Michele Lenzi, presenti al piano terra. Un intervento necessario in quanto è stato accertato il distacco dell’intonaco dal supporto murario e il disfacimento della pellicola pittorica. La lapide in ricordo del contributo dato da Vittorio Emanuele II in occasione della ristrutturazione del rifugio avvenuta tra il 1875 e il 1881, sarà smontata e riportata al suo antico splendore con il restauro della scritta, una protezione finale e fissaggio alla parete.
Previsto anche un nuovo impianto di illuminazione (generale e d’emergenza) che interesserà anche la parte esterna della struttura, dove saranno installati dei faretti illuminanti, non impattanti, a mo’ di segna passo e verranno posizionati lungo la strada di accesso e sul sentiero in direzione della Grotta di San Guglielmo. Il percorso, a mezza costa, in direzione della Grotta di San Guglielmo, sarà realizzato con conci di pietra calcarea, annegati nella sabbia, inerbiti con verde realizzato con miscugli polifiti di specie autoctone e, poiché attraversa il promontorio roccioso, offre la possibilità di osservare una sorta di giardino roccioso con la sua particolare vegetazione, caratteristica di questa angolo di Altipiano, fatta di cespugli su substrato calcareo, formazioni erbose su roccia, piante sparse, ontani e pioppi, e piante tipiche del loco. La climatizzazione del complesso, affidata ad un impianto radiante, è stata suddivisa in base ai vari piani ed alle specifiche destinazioni degli stessi. Anche le tipologie impiantistiche previste, di conseguenza, sono state studiate ed applicate in funzione delle specifiche esigenze di ciascuna zona funzionale, anche se coesistente all’interno del medesimo sistema edificio-impianto. La soluzione studiata prevede il riscaldamento invernale in bassissima temperatura, unitamente ad un controllo per zone termicamente uniformi, con temperatura di mandata scorrevole in funzione del valore di temperatura in ambiente.



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LA STORIA

Il rifugio montano di Santa Nesta e i dipinti del Lenzi e del Martelli

Inglobava una chiesetta realizzata nel XVI dedicata al Salvatore

Il rifugio montano denominato “S. Nesta, o del SS. Salvatore e ancora Albergo al lago”, sorge su un promontorio roccioso dominante il lago Laceno. Inglobava una piccola chiesetta preesistente realizzata nel XVI dedicata al S.S. Salvatore e denominata, dalla popolazione locale, Cappella S. Nesta. La chiesetta è stata eretta dai monaci di Montevergine proprio sul luogo dove, la tradizione vuole, sia apparso il SS. Salvatore; nell’anno 1142, San Guglielmo da Vercelli, dopo aver fondato il monastero di Montevergine, con alcuni suoi discepoli e San Giovanni da Matera, dimorò per oltre un anno sull’Altipiano Laceno, precisamente nella Grotta sottostante l’attuale rifugio e mentre era assorto in preghiera, gli apparve il SS. Salvatore, che gli comandò di recarsi là dove maggiormente urgeva la sua opera, nella Valle dell’Ofanto, “Ne stes in isto loco”, non starai in questo luogo , “questo gli comandò il Signore. San Guglielmo si recò nel territorio di San Angelo dei Lombardi dove fondò il Goleto, un monastero di monache.

La cappella, nel 1882 venne ampliata dal garibaldino e noto pittore, Michele Lenzi, sindaco del Comune di Bagnoli dal 1881 al 1885. Ai lavori di ampliamento partecipò anche il Re Vittorio Emanuele II come riportato nella lapide ancora oggi affissa nel salone del Rifugio. Il sindaco Lenzi donò anche il quadro in ceramica di ml 1,80×1,80 su dodici mattonelle posto sopra l’altare della cappella e rappresentante l’apparizione del Salvatore, opera pregevole dello stesso artista, mentre il suo collega Achille Martelli dipingeva le immagini di S.Lorenzo e di S.Onorio, patroni di Bagnoli nella saletta al piano terra del rifugio; attualmente il quadro del Lenzi è conservato presso la chiesa Madre di S. Mari Assunta, mentre parte dei dipinti del Martelli, sono ancora visibili sulla parete dove era un tempo posto l’altare

Il quadro in ceramica di Michele Lenzi


                                                                                                       

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