Branca: «La monorotaia? Stiamo seguendo un nostro percorso …»
27.06.2012, di Luca Branca (Assessore all’Agricoltura e Ambiente del Comune di Bagnoli Irpino)
L’autore dell’articolo su Palazzo Tenta ha già precisato quali sono le ragioni del progetto e, pertanto, ritengo sia inutile ripeterle. Vengo direttamente alle osservazioni e mi scuso, non avendo avuto tempo, per non averlo fatto prima:
– L’utilità: Nella zona sono presenti circa 20 ettari a castagneto e se si vuole andare oltre l’area direttamente interessata si potrebbe arrivare anche a superfici maggiori (spostandosi verso Piscacco dove c’è l’unica zona di Bagnoli dove sono ancora presenti dei cedui castanili oramai abbandonati) ed è l’unica area (dall’inizio alla fine) dove il tracciato si snoda tutto su terreni di proprietà comunale sovrapponendosi, in diversi tratti, alla stradina Cupa. Altre aree non è stato possibile individuarne o meglio è stato previsto anche questo (es. zona di Caliendo-Portara) ma in quel caso la monorotaia avrebbe dovuto essere realizzata interamente su proprietà privata e questo avrebbe comportato la cessione dell’area del tragitto al Comune (sic) che è, per bando, l’unico soggetto proponente possibile. Rispetto a ciò credo di aver detto tutto. Visto che se ne è parlato, anche sul sito di Palazzo Tenta, non mi sembra che il dibattito abbia dato adito a itinerari diversi. Credo che mai, come in questo caso, ci siano state discussioni alla luce del sole. Se poi oggi a Bagnoli ci sono persone che ritengono fosse stato meglio fare altro sinceramente non saprei cosa dirgli, non credo di aver opposto ragioni senza ascoltare obiezioni che, purtroppo, non ci sono state. L’ilarità la lascio a chi non è stato capace di proporre alternative.
– L’impatto ambientale: l’area su cui sono intervenute le ruspe riguarda solo la parte a valle ovvero il punto di partenza, dove era presente il canile comunale, per realizzare uno spiazzo per il parcheggio delle auto, per il resto si opererà solo con martello pneumatico per fissare il binario unico della monorotaia. Non ci saranno ruspe o pale meccaniche a scorazzare su e giù quindi niente ferite aperte. Chiederemo, comunque, alla ditta, ma lo deve fare per obblighi di legge, di prestare la massima attenzione al rispetto dell’ambiente.
– I costi: Credo si stia confondendo la monorotaia con gli impianti di risalita della sciovia. Senza nascondere che interventi di manutenzione sono sempre necessari, l’incidenza degli stessi sarà molto bassa. In questo momento non ho i dati relativi per Km di monorotaia appena disponibili li fornirò a Palazzo Tenta.
– Cosa fare della Monorotaia: La monorotaia avrà per un primo periodo una valenza prettamente agricola ciò non toglie che è stata concepita come attività anche turistica, sia di tipo classico che ambientale (collegamento con trenino al Laceno – percorso delle Grotte e dei sentieri montani), attività di birdwatching, chiusura della strada per Laceno per manifestazioni di tipo ambientale, ecc. su queste cose, però, deve essere la fantasia e la capacità imprenditoriale dei bagnolesi a decidere non le intenzioni di un’Amministrazione o di un’assessore. Credo che alcune risposte le abbia già date Lucarchitet. Da buoni bagnolesi continuiamo a pensare ai soldi e non alle opportunità, agli investimenti.
– Riflessioni: sarò ripetitivo ma la preoccupazione è che proprio i bagnolesi vengano meno ai loro impegni per il territorio e faccio alcuni esempi.
1) La Rotonda (I PIRAP sono finalmente partiti) – avrà la destinazione di centro multimediale turistico-ambientale per gruppi organizzati (scolaresche, gruppi di visitatori), cosa che a Bagnoli manca, ma avrà bisogno di soggetti organizzati privati che gestiscano il tutto. Soggetti in grado di fare “accoglienza”. Gente che non sia gelosa del proprio territorio, della propria condizione di soggetto dominante rispetto agli altri. Una riunione in tal senso, fatta recentemente, ha dato solo segnali negativi. Ci saranno a Bagnoli? Avranno le capacità che sono richieste dal nuovo modo di vivere il turismo e il territorio? O come è spesso successo ci si metterà in piazza a discutere sul come e sul perché mentre altri, da fuori, chiederanno di poter gestire? Meglio l’investimento sicuro (4% della banca) che impelagarsi in cose che non si conoscono. In questi giorni c’è un bell’articolo di Rocco Dell’Osso su cosa significa investire vi consiglio di leggerlo. Rocco fa una serie di esempi ma ce ne sarebbero altri ancora.
2) Sulle Orme di Giustino Fortunato e Road Ecology – il 21 luglio p.v. si ripeterà per il II° anno il tragitto di Giustino Fortunato da Bagnoli al Cervialto; pensate che questo evento sia stato organizzato solo per spendere qualche soldo? Rientra nel nuovo modo di vivere la montagna (e qua c’è il collegamento anche con la monorotaia). Quest’anno ci sarà la stessa attenzione da parte del Consorzio, soggetto, assieme ad altri che deve aiutarci a promuoverla attraverso i propri canali (ma la vostra recensione anonima non fa ben sperare, metterla come appendice a un’altra notizia è un dileggio a Giustino Fortunato). Lo scorso anno qualcuno si è espresso, anche su questo progetto, con l’ilarità a cui faceva riferimento Mimmo Nigro, spero che quest’anno ci sia attenzione anche culturale a questa passeggiata vista la bella pagina dedicata a noi dal meridionalista. Personalmente credo che anche queste siano le cose che devono aiutarci a presentare il nostro territorio e a far funzionare la monorotaia. Prendo invece atto che l’attenzione a queste cose, come anche alla Road Ecology, non c’è stata anche da parte di chi (Associazioni varie) dovrebbero farne attività di riferimento (il Comune può e deve avere solo una funzione di avviamento e accompagnamento). Su queste tematiche (accoglienza e accompagnamento) stiamo predisponendo, per l’autunno, un corso di formazione che regolarizzi la situazione con la possibilità di far conseguire un attestato di guida ai partecipanti.
3) I Boschi – sabato 23 è venuto, sulle nostre montagne, un gruppo di 25 esperti (del CFS + docenti forestali universitari di Firenze, Bari e Trento) che ha voluto visitare le nostre faggete e ne è rimasto affascinato. Con loro si è parlato di tutta una serie di problematiche tra cui quella delle assegnazioni a ditte locali di piccoli lotti di taglio (progetto obiettivo di questa Amministrazione ma attualmente non possibile per strutturazione della legge regionale) che, comunque, per essere realizzato richiede della seguente strutturazione:
– Formazione di esperti e tecnici del bosco: persone giovani da formare sui nuovi concetti di gestione; i nostri boschi sono stati abbandonati per circa 30 anni visto che abbiamo fatto il salto di una generazione di boscaioli e visto che quelli attuali sono solo utilizzatori, e nemmeno dei migliori, del bosco (raccoglitori di ramaglie, tagliatori abusivi, pseudo-boscaioli) il cui unico obiettivo è l’intervento mordi e fuggi, che non deve dare pensieri. L’Amministrazione, su questa problematica, ha deciso di organizzare, spero si possa partire per l’autunno, un corso di formazione specifico ovvero creare figure professionali per la gestione dei boschi;
– Certificazione dei boschi: abbiamo avuto dalla Regione Campania un contributo per la certificazione dei boschi (marchio FSC) che può aiutare a rendere più appetibile il nostro legname per realizzare prodotti (carta, oggetti, ecc.) da destinare sia all’industria sia all’artigianato. Il nostro legname di faggio potrebbe, quando certificato, essere appetibile per ditte locali quali la ICAM di Lioni o la Holzbau Sud di Calitri. E’ pensabile che una struttura organizzata di Bagnoli si attrezzi per fare pellet certificato visto che la materia prima la teniamo in casa, a quattro passi?
– Ditte specializzate: e qua vengono le dolenti note; se ci riesce, come speriamo, di ottenere la modifica della L.R. 11/96 sulla dimensione dei lotti da assegnare (di taglio, di pulizia, di gestione del bosco) ovvero piccoli lotti da destinare a ditte locali per la produzione di legna da ardere ci saranno poi le ditte organizzate per fare questo? Nei mesi scorsi abbiamo avuto ben 4 richieste per la realizzazione di minicentrali a biomasse (pirogassificazione) ma tra gli obblighi richiesti c’era la garanzia sulla fornitura del legno. Fatta da chi? Le ditte locali sono piccole e male organizzate e se non si uniscono o consorziano per accedere a fondi comunitari per l’acquisto delle attrezzature (finanziamento al 50%) non potranno mai proporsi come soggetti protagonisti;
– Occupazione: che occupazione può dare la nostra montagna? Se fatta in modo razionale e con strutture (cooperativa, consorzio) e attrezzature adatte ci possono lavorare, legalmente, una cinquantina di persone. Ma perché pensare a crearsi il lavoro? è molto meglio aspettare qualcosa di sporadico (da parte del Comune) piuttosto che mettersi insieme e avviarsi per sentieri (montani) che non si conoscono.
Mi fermo ma si potrebbe continuare. Da questa mia risposta ad un argomento (monorotaia) che ha implicazioni diverse dovrebbero scaturire domande e risposte che, scusate il pessimismo, so che non verranno, come non ne sono venute fino ad oggi. Concedetemi una punta di polemica ma credo sia più semplice organizzare un concerto, un fatto pseudo-culturale, una squadra di calcio o vivere alla giornata che impegnarsi a modificare qualcosa. Poi posso anche accettare che la monorotaia vada a male e dovremo spendere dei soldi per toglierla ma avremo tentato un percorso che, ripeto, per noi è obbligatorio e che altri ci riconoscono come fondamentale per lo sviluppo di tutta l’area. Sarà stata una cosa sicuramente migliore a quella di aspettare che arrivi Godot.
Ringrazio l’assessore LUCA per aver avuto la sensibilità di rispondermi.
Ho grande stima personale e rispetto (senza ipocrisia) per l’enorme lavoro che il suo assessorato sta facendo per la nostra comunita’.
I (miei) dubbi e le (mie) perplessità, però, nonostante l’articolata ed esaustiva replica, nel merito restano. Ma questo conta poco …
Mimmo Nigro.
L’assessore ha pienamente ragione. Non so se siete mai stati in Trentino, ma tutto ciò che ha elencato è roba all’ordine del giorno. Non mi venite a dire Laceno non è il Trentino perchè il lamentarsi non è una risposta.
Bisogna spaziare con la mente ed avere il coraggio di osare: anche a chi ha installato gli impianti di risalita a Laceno a suo tempo gli fu puntato il dito contro, intanto Laceno ha fatto la sua fortuna.
l’iniziativa della monorotaia, senza entrare nel merito, penso sia in ogni caso buona. Vorrei sapere invece, se possibile e per curiosità, chi a suo tempo puntò il dito contro colui che installò gli impianti di risalita. Grazie
Nello, non di certo sono stato io, ma ancora oggi sento moltissime persone che dicono “ehh ma hanno rovinato una montagna, ci dovrebbero essere le mucche lì, non i turisti”….è una frase che sento spessissimo tra gli amici del luogo.