Cinema al Laceno, la pazza idea di Gubitosi
25.06.20121, Il Mattino (di Giulio D’Andrea)
L ‘AltaIrpinia come Giffoni. E Laceno, sulla scorta del celebre e omonimo festival, come esempio di intuizione. Claudio Gubitosi non ha dubbi. Il fondatore e direttore artistico del Giffoni film festival, si sbilancia. Può farlo: «Con Giffoni abbiamo vinto e continueremo, ora potrei mettermi a disposizione dell’Irpinia». «Ho intenzione di impegnarmi seriamente per la provincia di Avellino ,ma non si parli di “finanziamenti e poi vediamo”.
Politica è l’idea strategica, fantasia, voglia di costruire. Io ci metto l’esperienza, Giuseppe De Mita ha la sensibilità giusta per essere un tramite tra provincia e regione. Ma la comunità irpina tiri fuori l’intuizione». Gubitosi sabato era salito a Sant’Angelo dei Lombardi , dove al Goleto il vicegovematore partecipava al convegno dell’Ordine dei veterinari «Eccellenze rurali. Radici e prospettive», altro ponte sul futuro che parte dalla terra per un nuovo rinascimento dei luoghi. «Oggi tutto è possibile, anche far rivivere un’area come le montagne irpine. Con una comunicazione rivoluzionaria e con l’entusiasmo si può far tanto, a condizione che venga sempre coinvolta la gente del posto».
Progetto cinema a Laceno
Il patron del Festival di Giffoni: «Io ci metto la mia esperienza, ma serve un’idea innovativa».
Così lontana così vicina. Giffoni e il suo festival, ora semplicemente «Experience », è solo dall’altra parte della montagna. Bagnoli Irpino e Giffoni: il cinema che fu e il cinema che avvolge. Che coinvolge sessanta lavoratori a tempo indeterminato, con cinquecento contratti in ogni edizione, per duecentomila presenze solo a luglio. Con duecentocinquanta giornate lavorative all’anno e decine di attività aperte soltanto negli ultimi tempi. È Giffoni.
Ora Claudio Gubitosi ha pochi dubbi. Il fondatore e direttore artistico della manifestazione salernitana si sbilancia. Può farlo: «Con Giffoni abbiamo vinto e continueremo a vincere, ora potrei mettermi a disposizione dell’Irpinia ». Parlare con il patron è un viaggio. Un viaggio che parte dall’Ofantina Bis: «Sabato ho attraversato questa strada per raggiungere il complesso monumentale del Goleto. Emozionante. Era l’Irlanda e l’Umbria. Era ovunque. Quei boschi sono la nostra e la vostra forza, basta superare i vecchi schemi». Diretto in Abbazia per colloqui informali con il vicegovernatore Giuseppe De Mita. Ma questa è solo una parte della storia, sembra far intendere Gubitosi.
«Ho intenzione di impegnarmi seriamente per la provincia di Avellino- conferma-ma non si parli di “finanziamenti e poi vediamo”. Politica è l’idea strategica, fantasia, voglia di costruire. Io ci metto l’esperienza, De Mita ha la sensibilità giusta per essere un tramite tra provincia e regione. Ma la comunità irpina tiri fuori l’intuizione ». Già, quella di Pierpaolo Pasolini con il Laceno d’Oro, per esempio. E non si tratta di importare modelli, copiare linee guida. Gubitosi è chiaro: «Qui serve qualcosa di nuovo con le risorse che già avete: i paesi, la natura. Noi non abbiamo importato il Neapolis Rock Festival – quest’anno per la prima volta a Giffoni -. Siamo semplicemente nella stessa regione. E per una volta l’interno diventa un’opportunità per l’area metropolitana. A volte uno più uno fa dieci». In quarantanni il festival del cinema per ragazzi è cresciuto diventando sempre più giovane. Senza red carpet. Un lavoro costante, ecco il miracolo. «Ma togliamoci dalla testa un mega-evento in Irpinia. Il festival che ho creato ha avuto un successo strepitoso, certo. Questo perché quei luoghi -precisa- non sono mai stati pura location, piena per una settimana e poi tutti fuori. Il mio paese è il festival stesso. Ma oggi tutto è possibile, anche far rivivere un’area come le montagne irpine. Con una comunicazione rivoluzionaria e con l’ entusiasmo si può fare tanto, a condizione che venga sempre coinvolta la gente del posto. A Giffoni l’aver inglobato nella macchina organizzativa gli abitanti stessi si è rivelato un fattore trainante». Si dice convinto che· in un periodo di crisi le idee possano far resuscitare un quasi- morto. Che la globalizzazione comporti un inevitabile ritorno al vero: terra, rapporti, viaggi. Che la periferia possa diventare centro. Un visionario? «Bisogna essere convinti delle cose, a costo di farsi prendere per matto. In Alta Irpinia credete in qualcosa? Bene, sono con voi. Poi oltre all’idea servono certezze, sicurezze, c’è bisogno di continuità. Concetti che gli operatori economici conoscono benissimo, i territori del Sud un po’ meno». Sembra esserci spazio per un dibattito. Però il viaggio di Claudio Gubitosi non si ferma: «Per imporsi non servono necessariamente i soldi. Anche la tecnologia oggi può permettere di abbassare le spese». E l’idea va immediatamente al «MyGiffoni», video caricati direttamente dai ragazzi sul sito internet e poi il concorso. «Si può pensare a un nuovo neorealismo- riflette-, perché oggi i ragazzi sono registi e montatori, visionari, imprevedibili. Magari non conosceranno tutte le pellicole di Truffault- aggiunge- ma hanno una visione di ciò che accade». Contro la sfida tra i luoghi, che spesso rovina gli uni e gli altri. Risorse reclamate ovunque e rivendicazioni: «La concorrenza? Quella è spietata pure tra i santi, il turismo religioso ce lo dimostra. Superiamola con la consapevolezza delle nostre risorse».
Intanto le “pazze” idee hanno da sempre fatto la fortuna dei luoghi. Piazzare una statua mastodontica su un promontorio (Rio), costruire una città sull’acqua (Venezia), costruire la torre di ferro più alta del mondo (Parigi), costruire i Casinò più grandi al mondo (Las Vegas) sono solo alcuni degli esempi di come azzardare sia la via giusta.