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S.O.S. LACENO (un’emergenza continua …)

di Domenico Nigro ’82

(Articolo tratto da “Fuori della Rete” 04/2010 – Pubblicato sul sito di “Palazzo Tenta 39″ di Bagnoli Irpino il 09.04.2010)

Articolo,  S.O.S. Laceno …, Domenico Nigro 82, 04.04.201o (in formato PDF)

La solita storia bagnolese, fatta di tante chiacchiere disperse al vento, di fiumi di parole spese a cui sono seguiti pochissimi fatti. È la storia di Laceno, gemma dell’Irpinia, orgoglio di Bagnoli, ma da decenni abbandonato a se stesso, in cerca di un miracolo che faccia cambiare la storia di un tesoro mai valorizzato. Sono anni che sul Laceno si sentono sempre gli stessi discorsi, tutti iniziano con un inequivocabile “se………..”, a significare che tra i sogni dei bagnolesi, le speranze dei giovani, e la realtà attuale passa una differenza abissale. Del resto  la storia è sotto gli occhi di tutti, la deriva del Laceno è evidente e, soprattutto, inarrestabile. Scrivere oggi del Laceno non è fare propaganda politica, ma solo un tentativo di provare a far prendere coscienza alla gente di una realtà non più sostenibile, affinchè tutti capiscano che Laceno è il volano dell’economia bagnolese, è il motore che potrebbe spingerla verso il raggiungimento delle potenzialità che ci sono, ma che nessuno è mai riuscito a sfruttare.
La disamina delle cause dello stato del Laceno sarebbe superflua e del tutto ripetitiva. Sotto le nostre “licine”, nei pochi e sparuti partiti politici rimasti, nei pub o in qualunque altro luogo vogliate, parlare del Laceno è sempre una gara alla ricerca di chi ha più colpe. Lasciando ad altri il riassunto o la carrellata delle responsabilità, mi sembra doveroso segnalare la vera questione che nessuno affronta. Fino ad ora tutti considerano Laceno un’appendice di Bagnoli, una sua parte periferica di importanza inferiore. In sostanza, pensiamo al centro paese, e lasciamo il Laceno dietro. Conta solo Bagnoli, le sue strade, i marciapiedi, i monumenti, la piazza mentre per quanto riguarda il Laceno, il problema è di chi ci sta (operatori, allevatori ecc ecc). Così si discute di archetti famigerati, della punta di una cupola (sulla cui posizione si sta aprendo un dibattito filosofico) sui bagni pubblici. Per carità, tutti problemi seri e di vitale importanza, ma che incidono pochissimo sul paese. Già, perché mentre si discute su questioni marginali, le fabbriche chiudono e l’emergenza lavoro diventa sempre più pressante. Così, mentre l’emigrazione giovanile raggiunge sempre e costantemente nuovi massimi storici (qualche ragazzo ha detto Bagnoli non è un paese per vecchi………….) Laceno viene praticamente non considerata, esclusa quando un suo rilancio (anche parziale) garantirebbe una ripresa economica e lavorativa di tutto il paese.
Basta fare un’analisi di questi primi tre mesi invernali del 2010: un po’ di neve e subito appaiono turisti e sciatori così che tra impianti di risalita, alberghi e indotto, molti sono riusciti a guadagnare qualcosa. A leggere questa realtà si potrebbe guardare al problema secondo due aspetti:da un lato può dirsi che Laceno(nonostante tutto) attrae ancora turisti, la gente non si è dimenticato di questa zona; dall’altro lato non si può non sottolineare che vi un’ economia turistica inesistente, che si regge su iniziative sporadiche, senza un minimo di collegamento tra di loro, basato solo sulle condizioni atmosferiche (neve o sole a secondo del periodo). In attesa di capire se sono i privati a non fare niente o se è il Comune a latitare (la risposta è attesa da anni), la sensazione che si ha andando a Laceno è di uno stato di abbandono, di totale anarchia, la cui causa è da trovare nella gestione amministrativa del laceno; in passato si è spesso lasciato fare di tutto, magari con la speranza che questo placet silenzioso fosse poi ricompensato elettoralmente. Nessuno, oggi, rispetta le regole, non si vedono idee nuove, manca un tentativo di curare il paesaggio, il villaggio, le strade.
Appare evidente che ognuno aspetti che qualcuno intervenga per compiere qualche miracolo. In attesa di finanziamenti, che assomigliano alla manna ebraica, occorre oggi pensare finalmente ad un piano di sviluppo serio, che tenga conto di tutte le esigenze economiche, che rispetti l’ambiente ma che al tempo stesso preveda una serie di infrastrutture necessarie. È palese che servano soldi per questo, ma nel frattempo, perchè non intervenire per cercare di risolvere semplici questioni, il cui impatto sarebbe comunque importante. Manca un’illuminazione pubblica adeguata, mancano marciapiedi o magari piste ciclabili, si dovrebbe regolare meglio i parcheggi e le strade di accesso alle seggiovie, occorre finalmente regolamentare e sistemare il piazzale delle seggiovie (il mercato di Forcella è spesso più ordinato). Son interventi semplici ma di grande impatto,  perché darebbero finalmente l’immagine di un turismo fatto in una maniera diversa, più ospitale confortevole.
La vera sfida però sta nella programmazione del futuro. E qui che si gioca la partita: occorre un piano di sviluppo adeguato, condiviso, partecipato da tutti. Perché non pensare ad una società a cui partecipino pubblico e privato, con il compito di programmare sul medio – lungo periodo, che sappia finalmente pubblicizzare il Laceno, che abbia ampi poteri di progettazione per uno sviluppo eco sostenibile? Si creerebbe così una struttura manageriale che sappia guardare al futuro programmando interventi strutturali necessari, reperendo finanziamenti pubblici e privati, bypassano i vari opstacoli di natura personale e individuale, che sappia finalemte aggregare le diverse forzee econmiche, oggi divise nel guardare ciascuna il proprio orticello.
È una proposta semplice, pensata e lanciata con la speranza che sia da spunto per aprire un dibattito serio e proficuo: scommettere sul Laceno equivale a scommettere sul futuro di Bagnoli.

                                                                                                       

3 Commenti »

  • La redazione scrive:

    Mail del 03 maggio 2010

    Dr. Sergio Pelosi (Direttore Amministrativo Ministero Giustizia )

    Laceno ex gemma dell’Irpinia.

    Gentile Domenico Nigro ‘82, a nome di tutta la comunità dei Lacenensi, La ringrazio per aver finalmente portato pubblicamente alla luce, con il Suo pregevole articolo, pubblicato sul sito di Palazzo Tenta 39, il punto nodale del ” caso Laceno “. Chi Le scrive conobbe la nostra bella località nel 1968, epoca in cui, sedicenne, con il papà, avellinese di nascita, vi pose piede per la prima volta: fu amore a prima vista ! Fu la scoperta della natura, fu la conoscenza di un mondo di cui, da ragazzo di città, non avrebbe certo avuta mai completa e vissuta esperienza. Fu poi, man mano, nel corso degli anni, anche il completamento della propria formazione. Molti amici, fortunatamente, furono contagiati e ritennero anch’ essi di insediarsi, costituendo un apprezzabile nucleo di “ amanti “, aggregantesi anche in forma associativa, sotto la denominazione di ” Amici del Laceno “, con capacità di espressione, attraverso una propria autofinanziata pubblicazione periodica. Sembrava il preludio di una bella storia, vi erano tutte le premese necessarie perchè dal pionierismo della prima ora si decollasse poi, con l’ impegno delle forze socio-politico-economico locali, verso la fase di un’ affermazione di qualità e prestigio ( Laceno d’ Oro docet ).

    No, non è stato così.

    Benchè sempre strettamente osservanti dei propri doveri, benchè sempre sensibili al costante mantenimento, pur tra mille sacrifici ed ostacoli ( terremoto, burocrazia, politica ed amministrazione non sempre solidali ) di un ‘immagine gradevole ed armonicamente inserita nel contesto ambientale, i Lacenensi hanno assistito, senza soluzione di continuità, nel corso degli anni, all’ arretramento, al declino e spesso alla negazione dei propri diritti di cittadini, inseriti a pieno titolo, nel tessuto socio economico locale. Il dovuto è diventato concessione, l’ ordinario eccezione, l’ eguaglianza residualità.

    E’ vero, Laceno non vota.

    Ma negarne o non volerne cogliere le potenzialità, costituisce miope visione delle opportunità esistenti, nonchè incapacità di guardare – attraverso una diversa e migliore distribuzione delle risorse – non solo e sempre a risultati ad impatto e soddisfazione immediata, ma anche a forme di investimento apportatrici di sicuro sviluppo socio – economico, per tutti. Le auguro di riuscire ad ottenere l’ attenzione che le sue idee meritano e che, nonostante la Sua giovane età, sono permeate della saggezza che forse è mancata a coloro i quali, da quelle stesse considerazioni, dovrebbero trarre nuovo impulso e stimolo al loro agire.

    La saluto cordialmente.

  • La redazione scrive:

    Mail – 03 maggio 2010

    di Enirco avv. Faeta

    Luoghi che vanno curati e preservati …

    Mi associo totalmente a chi ha già manifestato, con molto garbo e sensibilità, il proprio pensiero di approvazione in relazione all’ottimo articolo del 9/4/2010 “S.O.S. Laceno (un’emergenza continua) di Domenico Nigro ‘82.

    Anch’io, come tanti amici napoletani, conosco i luoghi da quasi quarant’anni ed ho sempre riconosciuto una loro particolare suggestività e la bellezza delle cose semplici, che lasciava incantati. Luoghi che vanno curati e preservati in modo da trasmetterli intatti alle generazioni future e non oltraggiati da insediamenti ed attività che nulla hanno in comune con la natura.

    L’articolo di Domenico Nigro sa ben coniugare le potenzialità dei luoghi a quelle dello loro salvaguardia, come, mutuando un termine agrario, sa ben fare l’agricoltura biodinamica: trarre risorse produttive senza alcun pregiudizio, anzi migliorando la qualità stessa del terreno.

    Vi sono molte opportunità per i giovani che hanno iniziative e, perché no, spirito imprenditoriale, ma che, soprattutto, amino il loro territorio ed il Laceno è anche il loro territorio e può essere valorizzato e preservato non solo per premiare i bagnolesi e chi lo frequenta in maniera sistematica e rispettosa da decenni, ma anche per attrarre nuove prospettive di turismo eco-sostenibile, che non sia limitato, nella maggior parte dei casi, alle imprevedibili nevicate oppure alle “giornate fuori porta”. Attirare le scuole, per esempio, darebbe un’opportunità per far conoscere la natura, la cultura, la storia e, perché no, l’ottima gastronomia del comprensorio, utilizzando la ricettività degli alberghi esistenti.

    Mi congratulo con Domenico Nigro e con la Redazione e spero che l’Amministrazione e l’imprenditoria locale, di concerto con le Associazioni presenti sul territorio, sappiano cogliere le opportunità che il Laceno può, se tutelato ed amato, ancora offrire.

  • La redazione scrive:

    Mail del 09.05.2010 di Amedeo Maiorino.

    Laceno: la globalità ci impone nuovi modelli di sviluppo

    Voglio congratularmi con l’autore di questo articolo perchè ha saputo affrontare l’argomento Laceno in modo pragmatico senza abbandonarsi a facili retoriche. E’ vero che le colpe sono di diversa natura ma tutte collegabili ad una mentalità pigra abituata da decenni ad abbeverarsi a fondi e sovvenzioni statali e quindi non capace di creare una solida e sana classe imprenditoriale. Ora che la globalità ci impone modelli di sviluppo diversi e passato il tempo del facile assistenzialismo, ben vengano i giovani pensanti di Bagnoli che vedono Laceno come aria di sviluppo per l’intera zona. Si spera così che alle necessità dei Lacenensi, disattese nel passato, si possano aggiungere oggi quelle dei giovani disoccupati Bagnolesi affinchè insieme si possa costruire un futuro per questa bella località montana. Saluti da uno dei tanti “Amici del Laceno”

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