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Il maggio rosa del Laceno

14.05.2012, Ottopagine (di Salvatore Biazzo)

Anche nella storia del Giro d’Italia ci sono numeri magici, da segnalare con il cerchietto rosso come Rino Tommasi faceva per ricordarsi nel tennis i colpi più belli dei campioni. Era il 13 di maggio quando partì il primo Giro nel 1909, e le tappe furono soltanto otto. Ieri era il 13 di maggio e quella di Laceno l’ottava tappa.

L’ha vinta braccia al cielo, incredulo, Domenico Pozzovivo, che viene dalla Lucania; come la nostra, terra di pietre vive, di alberi e di briganti. Ha sentito odore di casa, di origano e di pece, profumi penetranti e vitalizzanti, mentre scattava ai primi tornanti dell’ultima salita, quella che finisce sullo strapiombo delle Grotte del Caliendo, che ti spiana lo sguardo al pianoro e al traguardo proprio nei pressi di uno degli alberghi più belli e di una della taverne più antiche.

Il giro delle emozioni ci ha restituito ricordi forti, quello di Marco Pantani per esempio. Il pirata anche in questa terra ora ha la sua cima, come Fausto Coppi sopra il valico di Chiunzi, sui Monti Lattari, ha la sua. E’ un omaggio ad uno straordinario protagonista del ciclismo, ad un eroe delle cime d’Italia, la cui maglia si specchiò nel Lago Laceno nel 1998. l’edizione che vinse. Ma sull’altipiano irpino non vinse lui, vinse Alex Zulle, che meglio interpretò sui pedali i tormenti in salita che chiamano tornanti.

E’ la terza volta che il Giro d’Italia scopre le gole dei malandrini, borghi bellissimi, da Pietradefusi a Bagnoli; che scopre i profumi delle cantine dei bianchi e dei rossi ai ricci delle castagne, al tartufo, molto celebrati ieri dai radio-telecronisti, che hanno esplorato e raccontato paesaggi e vocazioni eno-gastronomiche che esistevano già negli anni Novanta ma ancora non avevano avuto il rilancio giusto e meritato di cui godono.

Il paesaggio non molto è mutato dal 1998 ad oggi, certo c’è una generazione che a stento ricorda la bandana del Pirata, i suoi potenti ‘fuorisella’, il suo impennarsi sui colli che portavano a Laceno. E bene ha fatto il sindaco Chieffo e i bagnolesi a tributargli l’onore perenne di una lapide.

Il terzo ritorno del Giro d’Italia a Laceno, dopo quella del ’76 che vinse Roger de Vlaemink e del ’98, ha una importanza strategica per il rilancio definitivo di queste zone interne. L’amministrazione di Bagnoli ha ora risorse necessarie e importanti per risistemare gli impianti sciistici, per dare pienezza al Lago, per ricostruire il glorioso ostello sul Lago, per fare della stazione estivo invernale un punto di orgoglio per l’Irpinia e uno dei traini della sua economia. Sperando che ciò avvenga prima che il giro ritorni da queste parti, casomai ancora di maggio.

                                                                                                       

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