09.05.2012, Il libro

Una storia ricca di colpi di scena, carica di commozione. La giovane autrice campana (bagnolese, ndr), con il suo originale stile di scrittura, coinvolge e invita il lettore a percorrere pagine difficili dove l’epilogo degli eventi invita crudamente alla più netta delle riflessioni. L’acre di una vita apolide, nell’assenza di un’appartenenza familiare e la constatazione di un percorso stretto e impervio senza prospettive. Una coraggiosa traccia per il dibattito, sempre aperto, sul mistero della vita e del vivere.

Trama

“Philip decide di iniziare il suo viaggio abbandonando le mura fredde dell’orfanotrofio, alla ricerca delle sue radici. Nulla di un passato sconosciuto però, potrà mai illuminare le direzioni impreviste del suo futuro. Constatazioni e melanconiche attese nel suo percorso a ritroso. Pagine di coraggio nella commovente lotta per la verità.”

1.Ci racconti un po’ del suo approccio al mondo della scrittura.Quando e perchè ha iniziato a scrivere?

La passione per la scrittura posso dire che mi appartiene da sempre, ma è venuta fuori un po’ a fatica nel corso degli anni. Ricordo che sin da bambina ero attratta da carta e inchiostro. All’inizio era il disegno il mezzo tramite cui amavo esprimermi, crescendo poi ho pian piano sostituito la matita con la penna. A scuola amavo particolarmente i temi di italiano, soprattutto le tracce libere dove potevo vagare con la fantasia. L’amore per la lettura poi ha fatto il resto e ha consolidato le mie basi. Scrivere è un dono che sento mio, è parte della mia vita e ne ho raggiunto la piena consapevolezza gradualmente e prendendo coraggio delle mie capacità. Il perchè è un fattore esistenziale, fondamentalmente credo che chi scrive lo faccia per lasciare una traccia del proprio passaggio in questo mondo, una traccia un pò più duratura delle altre.

2.Quali sono i libri che le hanno dato la spinta necessaria per affrontare il mondo della letteratura dalla parte dell’autore?

Tra i miei autori preferiti c’è un nome che mi è particolarmente caro ed è quello di Charlotte Bronte. Libri come Jane Eyre o Cime tempestose hanno sempre avuto il potere di incollarmi letteralmente alle loro pagine. Invece tra gli autori contemporanei senza ombra di dubbio L’ombra del vento di Carlos Ruiz Zafòn ha costituito una svolta nel mio percorso di lettrice prima e di autrice dopo.

3.Quale stile preferisce.  Ipotassi o paratassi?

Ipotassi. Mi piacciono i periodi lunghi e ben costruiti e generalmente tendo a costruirne sempre in ciò che scrivo.

4.Si sente più un poeta o un narratore?

Una narratrice dal tocco poetico.

5.Crede che scrivere possa diventare il suo mestiere?

Sarebbe meraviglioso, lo è sempre quando una passione diventa un lavoro, credo sia il miglior modo per sentirsi appagati e me lo auguro di cuore.

6.Si sente più uno scrittore dallo stile classico o contemporaneo?

Un pò entrambi, perchè fondamentalmente la letteratura classica è stata quella con cui mi sono formata. I romanzi dell’ 800 specie quelli inglesi, russi e francesi sono stati le mie sole letture per molti anni, ma sono anche figlia del mio tempo e di sicuro la contemporaneità forgia una  buona parte del mio scrivere.

7.Pensa che i concorsi letterari possano aiutare uno scrittore ad emergere?

Non ho nessuna esperienza in questo campo e francamente non mi sono mai interessata ai concorsi letterari. Io penso che se hai una storia bella e originale da raccontare e ovviamente un pò di talento nel farlo, bisogna inviare alle case editrici il proprio lavoro, credo sia la strada maestra da seguire per chi sogna di far parte del mondo letterario.

8.Cosa le piace e cosa non le piace dell’editoria  italiana?

Devo dire che anche qui la mia esperienza è alquanto limitata perchè il mio primo romanzo è stato subito ben accolto dalla mia casa editrice. Ho esordito in questo campo senza mai ricevere un no prima, quindi fatico un pò a vedere i contro dell’editoria italiana, anche perchè ho riscontrato molta professionalità e disponibilità nei miei confronti. Di sicuro una cosa che non gradisco è lo spazio limitato che in generale viene riservato agli autori emergenti a favore dei grandi nomi, ma credo che alla fine sia così un pò in tutti i campi.

9.Gli E-book ormai stanno diventando una realtà importante nel mondo dei libri, crede che possano sostiturie il cartaceo?

Mi auguro vivamente di no. La tecnologia e specialmente l’utilizzo del computer per uno scrittore rappresentano una manna dal cielo, ma ciò ha già portato a mettere da parte la romantica penna da impugnare tra le dita e far scorrere sulla carta a seconda della nostra ispirazione, ora privarci anche dell’oggetto libro, del suo odore, della sensazione delle pagine tra le dita, di una copertina da accarezzare no, questo proprio non riesco ad accettarlo.

10.Crede che l’autopubblicazione possa essere un’ alternativa agli  editori?

Può esserlo sicuramente, ma non ne condivido la logica. Insomma è bello vedere che una casa editrice ha apprezzato il tuo lavoro ed esso ne porta il marchio. Personalmente non mi auto pubblicherò mai.

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Pubblicazione