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Il valore della politica

07.05.2012, Articolo di Aniello Chieffo (pubblicato su “Il Mattino” del 07.05.2012)

In questo tempo segnato da una straordinaria crisi sociale ed economica appare ancor più evidente quanto sia profonda la distanza tra il “cittadino” e la “politica”. Durante la “devastazione antropologica” dell’ultimo ventennio, la politica non ha saputo opporsi al lento ma inesorabile declino della nostra società non riuscendo a contrapporre nuovi modelli di sviluppo né un diverso impianto sociale ed economico.

Nella crisi di identità che è seguita al crollo delle ideologie che hanno dominato il secolo scorso, “la politica” con i suoi apparati si è rintanata nelle ragioni della propria sopravvivenza sperando di passare indenne la tempesta. Oggi rappresenta un insieme di ragioni tese a giustificare la presenza della stessa classe politica responsabile del fallimento che – non ritenendosi all’altezza della crisi – omette di considerare ogni tentativo di rinnovamento temendo di non poter far parte della sfida del nuovo millennio.

Ed invece, occorre ricercare, anche qui in Irpinia, le condizioni di nuove alleanze, di ulteriori proposte che mettano insieme energie inespresse e soluzioni concrete, vi è necessità di ridefinire gli assetti ed individuare programmi che contengano risposte coraggiose, rinnovare e qualificare la classe dirigente, riaffermare regole e metodi condivisi a partire dall’urgente riorganizzazione dei partiti – senza una vera competizione tra gli iscritti, senza i congressi che ne stabiliscano le linee e le scelte, nessun partito, oggi in Irpinia ed altrove, può davvero arrogarsi il diritto-dovere di rappresentanza della società e delle sue componenti più deboli: giovani ed anziani –

Soprattutto al Sud c’è bisogno innanzi tutto di un altro progetto che segua la linea del rinnovamento e della discontinuità, che abbandoni una volta per tutte la vocazione autoreferenziale e si misuri davvero sul terreno dei bisogni, affrontando la terribile contingenza economica e morale che vive il paese. Affinché la classe politica possa essere selezionata attraverso le proposte e le risposte e non solo per la capacità o meno di esercitare il potere non più legittimo.

Un sistema che qui più che altrove mostra evidenti limiti politici ed organizzativi che portano con sé il seme di un sostanziale immobilismo, causa di una paurosa perdita di elettori ed iscritti. Bisogna, come si è detto in altre occasioni, “ricostruire luoghi di confronto e di decisione, sostenere il lavoro degli amministratori locali, elaborare proposte condivise per praticare politiche pubbliche trasparenti ed efficaci”.

Occorre dunque una svolta forte e dirompente che liberi dalle catene le residue energie di una collettività stanca e scoraggiata, tocca a noi (ora!) il compito di interrompere una inevitabile continuità che annulla ogni tensione ideale ed incrina le ragioni di una nuova alleanza per l’Irpinia, dobbiamo aprire una nuova stagione di impegno civile al servizio delle nostre Comunità, vi è l’esigenza di nuovi traguardi, un’asticella messa più in alto per reggere il confronto con una emergenza straordinaria che rischia di travolgere ogni riparo, la stessa sopravvivenza dei nostri figli lungo i dorsali di questi monti, ora lo sappiamo, se si perde l’ultima battaglia per “la politica” avremo fallito il nostro compito, l’ultimo appuntamento con la “speranza”.

In quest’aria pesante, si sente forte alzarsi il vento di una nuova rivoluzione politica e morale, e la politica non potrà più stare controvento ma dalla parte del cambiamento.

                                                                                                       

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