Harvard si conferma la migliore delle università
15.03.2012, Il Corriere della Sera (di Francesco Tortora)
Nessun ateneo italiano nella graduatoria dei cento più prestigiosi del mondo stilata da 17 mila docenti di 149 Paesi.
Le università più prestigiose del mondo anche nel 2012 parlano inglese, ma è davvero sorprendente la performance degli atenei asiatici che, rispetto all’anno scorso, guadagnano tante posizioni nel ranking mondiale. Lo stabilisce l’annuale classifica stilata dalla rivista che mette in fila i cento atenei che hanno la migliore reputazione nel mondo. A valutare il prestigio delle facoltà sono stati 17.554 professori ordinari che lavorano da almeno 16 anni nelle università di 149 paesi e che hanno pubblicato svariate opere scientifiche. Purtroppo, nonostante molti atenei italiani siano tra i più antichi del mondo, nessuno tra questi compare in questa speciale classifica.
LA TOP TEN – I professori universitari, per stabilire il valore delle università, hanno tenuto conto principalmente delle ricerche scientifiche prodotte e degli insegnamenti tenuti nel corso dell’anno negli atenei. A farla da padrone sono le università americane e inglesi che occupano 9 posizioni nella top ten. Secondo i docenti la migliore università resta Harvard, seguita dal Massachusetts Institute of Technology e da Cambridge. Al quarto posto si piazza Stanford, quindi Berkeley, Oxford e Princeton. L’unico ateneo non anglofono tra i primi dieci è l’università di Tokyo che si posiziona all’ottavo posto davanti all’Università di Los Angeles e a Yale. Complessivamente ben 44 atenei in classifica sono americani, 10 britannici, 5 giapponesi e 5 olandesi.
LA CRESCITA DEGLI ATENEI ASIATICI – La vera sorpresa della classifica sono gli atenei asiatici e in particolar modo quelli cinesi che rispetto all’anno scorso conquistano diverse posizioni nella lista. Ad esempio la Tsinghua University di Pechino è passata dal trentacinquesimo al trentesimo posto, l’università di Pechino è avanzata dal quarantatreesimo al trentottesimo posto, mentre guadagna ben tre posizioni l’Università di Hong Kong che adesso è trentanovesima. Bene anche l’Università nazionale di Singapore che è salita dal ventisettesimo al ventitreesimo posto. L’avanzata delle facoltà asiatiche si contrappone al relativo declino di quelle del Regno Unito che quest’anno perdono importanti posizioni rispetto all’anno scorso: l’Imperial College di Londra è sceso dall’undicesimo al tredicesimo posto, l’University College di Londra dal diciannovesimo al ventunesimo, mentre l’Università di Edimburgo passa dal quarantacinquesimo al quarantanovesimo posto. Inoltre l’Università di Sheffield e la londinese School of Hygiene e Tropical Medicine non compaiono più nella top 100. Non segue il trend la London School of Economics che passa dalla trentasettesima al ventinovesima posizione.
I COMMENTI – Il declino britannico è rilevato anche da Phil Baty, redattore del Times Higher Education che al Guardian evidenzia come, se si escludono gli atenei di Oxford e Cambridge, sia chiara la retrocessione dalla Premier League universitaria delle altre facoltà britanniche: «I nostri dati ci forniscono la prova evidente che, in termini di prestigio tra gli accademici di tutto il mondo, c’è l’inizio di uno spostamento di potere da ovest a est» confessa Baty. Shabana Mahmood, ministro ombra per l’istruzione nel Regno Unito dice che i dati devono far riflettere: «Anche se è un segno della nostra forza che il Regno Unito sia uno dei soli quattro paesi rappresentati tra le prime 20 università del mondo, il governo dovrebbe sedersi e prendere atto del relativo declino delle istituzioni britanniche rispetto a quelle in Europa, Estremo Oriente e Australia. Ciò è la conseguenza del caos prodotto dall’operato del governo. Triplicare le tasse universitarie e tagliare i finanziamenti agli atenei ha danneggiato la Gran Bretagna e questo si è riflesso in tutto il mondo».