Il vescovo Francesco Alfano lascia l’Alta Irpinia
11.03.2012, La partenza
Dal 28 aprile prossimo monsignor Francesco Alfano non sarà più a capo dell’Arcidiocesi di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia. Il Pontefice lo ha inviato a Sorrento-Castellammare di Stabia.
L’associazione “Palazzo Tenta 39” si rammarica per il trasferimento ed esprime viva gratitudine a Sua Eccellenza il Vescovo Alfano, che in questi anni di intensa attività pastorale è stato sempre vicino alle popolazioni dell’Alta Irpinia, affiancando e sostenendo la comunità nelle recenti battaglie di civiltà e dignità (NO alle discariche sul “Formicoso”, NO alla chiusura degli ospedali di S.Angelo e Bisaccia e tanto altro ancora).
Instancabile nella sua quotidiana attività a favore dei più povere, dei disadattati, gli emarginati, gli anziani e gli ammalati. Onnipresente ai convegni, alle manifestazioni socio culturali e a tutte le più significative feste religiose e civili della diocesi.
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La lettera ai Fedeli (di Francesco Alfano, Vescovo della diocesi di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco- Bisaccia).
“Così mi presentai il giorno dell’ordinazione episcopale, nello stadio comunale San Francesco a Nocera Inferiore. Fu il nostro primo incontro e ci tenevo tantissimo ad aprire il cuore, per condividere quanto mi dava forza in quell’ora così decisiva per me e per voi. Eravamo in tanti e con l’animo in festa. Due Chiese si univano nella lode al Signore: quella di Nocera Inferiore-Sarno e quella di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia. Sentimmo quella sera il soffio dello Spirito, che ci faceva intravedere mète impegnative e alte. Con le stesse parole mi sono rivolto al Signore in questi dieci lunghissimi, interminabili giorni che hanno improvvisamente sconvolta la mia vita e da oggi, di conseguenza, anche la Vostra. Ho gridato, ho pianto, mi sono ribellato, ho lottato con Dio. Ritornava continuamente in me la domanda: perché?, ma non ottenevo risposta. (…) “Padre mio, io mi abbandono a te, fa’ di me ciò che ti piace! Qualunque cosa tu faccia di me, ti ringrazio”: la preghiera di Charles de Foucauld con cui da anni inizio ogni mia giornata mi ha fatto fare pace con Dio. Ma quanto è stato difficile! Mai avevo vissuto un’esperienza simile. Adesso comincio a capire. O meglio, colgo alcuni segni della bontà del Padre che mi commuovono e mi incoraggiano. Tutto questo infatti è avvenuto quasi all’inizio del cammino quaresimale, mentre ero agli Esercizi Spirituali con i vescovi della Campania. Che delicatezza da parte del Signore: mi ha tenuto nascosto da voi nei giorni della prova, poiché non vi avrei dato un buon esempio tanto ero sconvolto. Mi ha lasciato solo con me stesso e con Lui. Ma ora l’itinerario quaresimale continua. E noi cercheremo di percorrerlo insieme, così come avevamo programmato: la lectio divina nelle zone pastorali, quella con i giovani al Goleto ogni venerdì, la visita del vescovo alle Case per anziani, all’Ospedale e alla Casa di Reclusione. E poi soprattutto la Messa Crismale, nella quale ringrazieremo insieme il Signore per questi sette indimenticabili anni, che mi hanno reso “irpino” con voi. L’esplosione poi della gioia pasquale ci aiuterà senz’altro a comprendere come continuare ad essere testimoni del Risorto, pure se in luoghi diversi: voi su questi sentieri montuosi ormai anche a me notissimi, io… a mare dove spero di accogliervi numerosi nelle diverse occasioni che si presenteranno. La data che abbiamo fissato per il mio ingresso nella Chiesa di Sorrento-Castellammare di Stabia è essa stessa significativa: sabato 28 aprile, ai primi vespri della quarta domenica di Pasqua, giornata mondiale delle vocazioni. Non vi leggete con me un segno e una promessa da parte del Signore per il futuro di questa “nostra” amatissima Chiesa, che avverte tutta l’incertezza e la fatica del momento presente in cui si sente nuovamente un po’ orfana? Ripeto oggi la parola che vi ho trasmesso dal primo momento e che segna il mio servizio episcopale fin dall’inizio: Chiesa di Dio che sei in Sant’Angelo dei Lombardi- Conza-Nusco-Bisaccia, non aver paura, il Signore ti guiderà sempre! Nel frattempo emergono altre domande. Le leggo sui vostri volti, tutti fissati per sempre nel mio cuore così come ho potuto verificare in questi giorni di silenzio forzato e di una dolorosissima prova d’amore che mi è stata richiesta: che ne sarà di noi?, perché ancora una volta dobbiamo subire una brusca interruzione nel cammino ecclesiale?, quanto tempo dovremo aspettare per accogliere il nuovo pastore?, sarà assicurata la continuità nelle scelte pastorali?. Ovviamente nessuno ha la risposta. Ma cercheremo insieme, facendo ciascuno la sua parte, di garantire che quanto abbiamo costruito con l’aiuto di tanti e sotto l’ispirazione dello Spirito non vada disperso. Da parte mia vi assicuro che continuerò a vegliare su di voi con animo attento e con sguardo lungimirante: il legame che ci unisce è così saldo che non potrà affatto essere spezzato né dalla lontananza fisica e neppure dalla nuova missione che mi viene affidata. Il Signore ci ha chiamato “amici” e tali siamo diventati nel Suo nome! Ho da chiedervi un’ultima cosa: pregate per me e aiutatemi con la vostra vicinanza affettuosa, così come avete fatto nei miei confronti fin da quando mi avete accolto come vostro fratello e compagno di viaggio, mandato dal Signore in questa stupenda terra dell’Alta Irpinia che è diventata subito anche mia e che, grazie a voi, lo resterà per sempre. Continueremo in tal modo a camminare insieme e a testimoniare ovunque la gioia della comunione fraterna. Saremo ancora un segno concreto e bello di quella speranza di cui abbiamo visto spuntare, tra la meraviglia e la trepidazione, numerosi germogli in questo tempo speciale di grazia che abbiamo condiviso. Io sono infinitamente grato a Dio per questo immeritato e inestimabile dono ricevuto, che mi ha arricchito ben oltre ogni aspettativa: essere stato in mezzo a voi come colui che serve mi ha, infatti, unito a ciascuno di voi in maniera tanto profonda da essere oramai con l’intera famiglia altirpina una sola cosa. Perciò vi invito a ripetere con me, pur tra lo sgomento e le lacrime ma con tutta la forza del cuore e la gioia incontenibile di chi si sente amato: Signore, tu conosci tutto, tu sai che ti voglio bene!“