Dal Cervialto alla tavola: l’acqua altirpina finisce negli ipermercati
26.01.2012, Ottopagine (di Christian Masiello)
Per anni ad Avellino si è discusso della possibilità di commercializzare le acque delle sorgenti altirpine, imbottigliando quella che rappresenta la risorsa naturale più preziosa nel Mezzogiorno. Discussa in diversi convegni, questa ipotesi fu addirittura inserita nel piano strategico dell’Alto Calore Servizi, ai tempi della presidenza di Donato Madaro, tra il 2007 e il 2008. La mancanza di finanziamenti, le difficoltà di bilancio dell’ex consorzio interprovinciale nel frattempo divenuto società per azioni, hanno finito per relegare nei cassetti dell’Alto Calore un progetto che in queste settimane altri stanno invece promuovendo in Emilia Romagna e, soprattutto in Puglia, favoriti dall’aggiornamento della normativa in materia idrica (che consente l’imbottigliamento dell’acqua di rubinetto).
L’intesa. Questa mattina a Bari, presso il punto di incontro della locale Ipercoop di Santa Caterina, l’Acquedotto Pugliese e la Coop Estense presenteranno l’intesa raggiunta sulla cosiddetta ‘acqua di rubinetto’ dell’Aqp, che in gran parte si alimenta presso le sorgenti di Cassano e Caposele. «Grazie alla collaborazione del più grande Acquedotto d’Italia, Coop Estense, una delle maggiori cooperative di consumo italiane, porta l’etichetta dell’acqua di rubinetto tra gli scaffali dei negozi Coop in Puglia», fa sapere il colosso distributivo emiliano, presentando un’iniziativa, che l’Acquedotto Pugliese ha lanciato recentemente a titolo promozionale con Ikea e Legambiente.
“L’acqua di rubinetto”. L’Aqp aveva già iniziato la commercializzazione dell’acqua di rubinetto, mettendo in vendita sui scaffali dell’Ikea (la multinazionale svedese dell’arredamento ‘fai da te’) di Bari al prezzo speciale di 70 centesimi (anziché a 1,29 euro), una bottiglia in vetro modello ‘Slom’, con tappo ermetico, e con un’etichetta recante i dati sulla qualità dell’acqua distribuita dall’Acquedotto pugliese. L’iniziativa di oggi alla Ipercoop di Bari rappresenta un’evoluzione di questa formula, sperimentata grazie alla collaborazione con Legambiente e da Ikea, come spiegherà Ivo Monteforte, l’amministratore Unico di ‘Acquedotto Pugliese’.
“Acqua di Casa Mia”. «L‘iniziativa si inserisce nell’ambito della campagna nazionale ‘Acqua di Casa Mia’, lanciata da Coop alla fine del 2010 con lo scopo di sensibilizzare i consumatori su un corretto e consapevole consumo dell’acqua», spiegano dall’Aqp. E mentre in Irpinia i Comuni si oppongono ad un maggiore trasferimento della risorsa alla Puglia, la Campania resta alla finestra ad assistere alla ‘guerra dell’acqua’.
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COMUNE DI BAGNOLI IRPINO: sul sito ufficiale informazioni sulla qualità dell’acqua del rubinetto.
Il Comune di Bagnoli Irpino è da tempo impegnato in una mirata campagna di sensibilizzazione ed informazione delle acque rivenienti dalla sorgenti del territorio; continui gli appelli rivolti alla popolazione a bere l’acqua del rubinetto, controllata sicura e di buona qualità. Ogni due mesi sul sito ufficiale del Comune (www.bagnoli-laceno.it) vengono pubblicati gli esiti dei controlli effettuati sulle principali caratteristiche di questa importante risorsa (ndr).
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27.01.2012, Ottopagine (Christian Masiello)
Acqua di casa in bottiglia, parte la corsa tra i gestori
LA SFIDA ORA E’ NEI SUPERMERCATI. D’Ercole: «Pronti a investire. Ma prima dobbiamo ottenere l’affidamento»
Con i suoi 21mila chilometri di reti che uniscono 330 centri abitati, tra i quali otto della provincia di Avellino, l’Aqp ha lanciato ieri mattina a Bari, nel corso di una conferenza stampa congiunta con la Coop Estense, l’etichetta dell’acqua di rubinetto, che una direttiva europea ora consente di far arrivare sugli scaffali, a disposizione del consumatore.
L’intento comunitario è semplice: aumentando la possibilità di scelta e, quindi, implementando la concorrenza delle acque, oggi ad appannaggio dei colossi industriali dell’imbottigliamento, si mira a ridurre il costo e ad aumentare la qualità. I costanti controlli batteriologici ed epidemiologici condotti dalle Asl sulle acque destinate al rubinetto domestico, sostengono gli esperti europei, rendono la risorsa pubblica di casa sicura, consigliabile, idonea al consumo umano di massa.
Le nuove opportunità che oggi offrono le norme, hanno mobilitato grandi marchi distributivi, pronti a raccogliere la sfida. Oltre alla Coop, il colosso svedese dell’arredamento ‘fai da te’, l’Ikea, proprio con l’Acquedotto Pugliese ha già sperimentato l’abbinamento dell’acqua di rubinetto fornita dall’Aqp con un proprio prodotto, una bottiglia in vetro, incontrando il favore dei suoi clienti.
L’iniziativa di Coop. Con l’iniziativa avviata da Coop in questi giorni, il test riguarda le potenzialità commerciali della cosiddetta acqua di casa. Da un lato si mette direttamente in competizione sullo scaffale l’etichetta delle bottiglie di minerale con quella di un gestore pubblico, in questo caso l’Aqp, consentendo al consumatore-utente di scegliere (vedi servizio a centro pagina sulla conferenza stampa tenuta ieri a Bari). Dall’altro si offre ai gestori lo sbocco commerciale per possibili investimenti nella filiera industriale dell’imbottigliamento. Oltre all’Acquedotto Pugliese, che si alimenta in gran parte da sorgenti altirpine, ci sono altri gestori idrici di rilievo, alcuni dei quali peraltro quotati in borsa. Hanno aderito all’iniziativa della Coop la Sorgeaqua srl (affidataria in house in diversi ambiti emiliani), il Gruppo Hera (nato nel 2002 dall’unione di undici aziende di servizi pubblici dell’Emilia Romagna, acquisendo nel 2004 l’Agea di Ferrara e concludendo nel 2005 con Meta la prima fusione italiana tra multiutility quotate in Borsa). Ancora, c’è la Cadf spa (costituita nel 2001 a seguito della trasformazione del Consorzio Acque Delta Ferrarese in spa, un po’ come è accaduto per l’Alto Calore Servizi in irpinia), ma anche il gruppo Aimag (‘insieme integrato’ di aziende operanti nelle filiere energetica, idrica, ambientale e tecnologica, oltre che nella consulenza organizzativa per imprese ed enti locali).
L’intesa tra Aqp e Coop non è dunque un caso isolato, anzi, segna l’inizio di una trasformazione del settore distributivo idrico che, al di là dell’esito del referendum, riduce sensibilmente la linea di demarcazione tra pubblico e privato, imponendo tra i due contendenti il mercato, cioé lo scaffale della rete commerciale.
L’Alto Calore Servizi. Di questo sembra consapevole lo stesso presidente dell’Alto Calore Servizi spa, Franco D’Ercole, in questi giorni a Londra, raggiunto telefonicamente. «L’Acs ha da anni nel suoi cassetti un programma di imbottigliamento e distribuzione commerciale della sua acqua, come è noto», ha dichiarato. «Tuttavia, condizionata nella sua strategia dalla mancanza di finanziamenti, ma soprattutto in attesa di ricevere l’affidamento del servizio idrico, ha accantonato un progetto che contiamo di rilanciare a breve, non appena concluso l’iter avviato dall’ente d’ambito ‘Calore Irpino’, auspicabilmente nell’arco di quest’anno». Nel 2007, prima ancora che l’acqua di rubinetto fosse ammessa nei supermercati dall’Unione Europea, l’Acs aveva presentato un piano di diversificazione industriale, ipotizzando la commercializzazione di una parte delle proprie acque. La sfida della Coop e dell’Aqp oggi rilancia quella sfida, che la direttiva Ue rende sostenibile sul piano finanziario, permettendo di spingere sul mercato una certificata acqua di rubinetto…