Rimborsi Enel – Una brutta storia che si RIPETE!!!
06.01.2012, Il comunicato dell’ADOC Basilicata (Associazione per la Difesa e l’Orientamento dei Consumatori) del 28 gennaio 2011
Riteniamo interessante e utile la pubblicazione di questo documento che racconta una vicenda simile a quella che (come un incubo) stanno vivendo tanti bagnolesi.
«Nel 2003, a seguito di un Black-out Enel, alcuni cittadini lucani, nella “confusione” del momento, si affidarono all’avv. Caponigri per richiedere il risarcimento dei danni subiti a causa dell’interruzione di energia elettrica.
Poiché si trattava di importi modesti le cause furono giudicate da “Giudici di Pace” e l’ENEL, in primo grado, fu condannata.
Le sentenze furono “stranamente” notificate all’ENEL in forma esecutiva in modo da far lievitare considerevolmente le spese legali generando un ingiustificato danno alla Società elettrica ma anche un lauto guadagno all’avv. Caponigri.
L’ENEL, costretta dagli atti esecutivi, ha pagato tutto il dovuto con assegni non trasferibili emessi da Poste Italiane e dal Banco di Napoli ed inviati ai cittadini, domiciliati per la causa presso lo studio Caponigri.
Tuttavia, gli assegni sono stati incassati dall’avvocato, in palese violazione della legge, poiché non erano intestati a lui. Così i cittadini, salvo casi sporadici, non hanno ricevuto nessun rimborso.
L’ENEL, inoltre, ha proposto appello e, com’era prevedibile, ha ottenuto un ribaltamento delle sentenze emesse dai Giudici di Pace con conseguente addebito delle spese di giudizio ai cittadini.
Di tutte le beghe legali si è occupato l’avv. Caponigri che, purtroppo, è deceduto lasciando i suoi ignari assistiti implicati in un complesso giudizio, esposti a gravi conseguenze. Inoltre alcuni di questi sostengono, addirittura, di essere estranei al giudizio e di non aver mai dato alcun mandato al defunto avvocato.
Adesso svariate centinaia di cittadini/utenti si trovano a rischio di una condanna alle spese legali di considerevole importo da cui possono difendersi solo con una querela di falso che ha un costo ugualmente esorbitante(dovendo scegliere tra…la padella o la brace).
L’ADOC di Basilicata, per tutelare le persone incappate in questa odissea, ha accettato di difenderli, impegnando il proprio ufficio legale a ricercare una transazione con ENEL, Poste Italiane e Banco di Napoli. Tuttavia, la soluzione appare complessa perché da un lato ENEL non ha provveduto ad inviare copia degli assegni indebitamente gestiti da Poste Italia e Banco di Napoli e dall’altro lato gli avvocati di ENEL, pare, prediligono la via giudiziaria e sconsigliano la Società elettrica a seguire la via del accordo transattivo proposta da ADOC.
L’ADOC, pertanto, invita i soggetti istituzionali di questa tormentata vicenda, ENEL – POSTE ITALIANE – BANCO di NAPOLI – a comprendere la reale portata della questione e a “patteggiare” per la chiusura bonaria della disputa tenendo bene a mente che tutti i cittadini incappati nell’ “impiccio” sono ancora loro utenti ma, nel caso in cui dovessero sentirsi “abbandonati”, potrebbero scegliere liberamente di rivolgersi al mercato per cambiare il fornitore del servizio.»
Il Presidente (dott. Canio D’ANDREA)
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Il comunicato stampa del ‘associazione ADOC Basilicata del 28-01-2011