Politica e costume
05.01.2012, Articolo di Domenico Cambria (tratto da “Il Corriere” del 04.01.2012)
E’ raro, molto raro che tra giornalisti oppure tra chi pratica la stessa professione, ci si scambi degli elogi, vinti quasi sempre da quell’amor proprio che a volte sfocia addirittura in dispute e polemiche sterili, ma per l’amico Nino Lanzetta, presente martedì sulla prima pagina del Corriere con “Politica e Costume”, un elogio occorre farlo.
E’ un elogio tutto mio, è vero, pertanto vale quello che vale, ma a me Nino piace perché sa dire “pane al pane e vino al vino”, senza troppi giri di parole che spesso, nell’intento di apparire “alti” professionalmente, fanno smarrire la logica strada della narrazione, quindi dell’apprendere. Nino è un po’ come gli scrittori americani, che a me piacciono tanto, prima ancora di quelli russi e sud americani, dove lo scritto non ti rompe il cervello ma fa scorrere le parole come placide acque fluviali che, nel loro lento navigare, ma costante, le trasformano in musica per essere meglio comprese.
Al di là di ciò, mai come in questo periodo nero, ma davvero nero un po’ in tutto che il nostro Paese sta attraversando, parlare di “costume e di politica” è quanto mai significativo, e occorrerebbe ritornare sull’argomento spesso non solo per rinverdire la memoria della nostra antica nobiltà, oseremmo dire per ricordare un po’: “… quando la beltà splendea nei nostri occhi ridenti e fuggitivi…” quando per fare in modo che la mente di taluni, oramai persa tra escort, isole del pacifico, panfili e conti all’estero, tornasse al proprio posto e facesse parte del cervello. Questo vuol dire che tanti hanno la mente in … vacanza? Penso proprio di sì.
Una volta -dice Nino- i politici provenivano da scuole severe e studi profondi, oltre che da anni di gavetta, occupati verso il bene comune … oggi invece la Carfagna, la Minetti, la Brambilla, la Gelmini, grazie alla loro prestanza fisica! Diciamoci la verità, a chi non avrebbe fatto piacere essere Presidente del Consiglio con tali presenze intorno? A chi? Penso a nessuno o a pochi. Sono circa una settantina al Parlamento quelli ai quali non avrebbe fatto piacere! Però, c’è chi può e…chi non può. Io posso, potevo e potrò, dice Silvio. Auguri. Perché non farglieli? Silvio non è altri che quel classico podista che arrivò primo in mancanza di altri contendenti. Piaccia o meno, le cose stanno proprio così.
E così -continua Nino- “…oggi la politica è fatta di interessi, di cricche… in Campania, poi, c’è di peggio come dimostrano i moltissimi inquisiti, gli arresti o i rinviati a giudizio…” Basta fermiamoci qui, altrimenti i capelli di chi scrive e di chi legge si rizzerebbero di colpo, oppure diventerebbero bianchi come la neve. Questa, quindi, oggi, è la politica? A sentire Nino, sembrerebbe proprio di sì. Ma non è certamente il solo a pensarla in questo modo e a scrivere certe cose. Solo che, noi, ora, ci siamo abituati a tutto; per cui sentire sempre le stesse cantilene sugli arresti presso le Regioni, i soldi che percepiscono quegli onorevoli, gli aumenti che proprio ieri hanno fatto a certi dirigenti, che un primario ASL arriva a percepire addirittura 150.000 € in un mese (!!!), le spese folli delle stesse, i rinvii a giudizio di tanti parlamentari, non ci fa ne caldo ne freddo. Neppure ai diretti interessati: oramai sono cose normali!
Ecco l’errore, l’anormalità che si è trasformata in normalità. Essere o non essere, se sia più nobile dedicarsi al popolo elettore e patire con Esso come servitor di patria, oppure addormentarsi negli affaracci propri! Questo il dilemma! A questo punto la domanda e d’obbligo: scusi Onorevole, ma lei in parlamento cosa ci fa? Eppure -dice ancora Nino- Togliatti, Moro, la Malfa (e altri) erano politici di razza…!!! Questo dobbiamo chiederci, se vogliamo uscire dal labirinto entro il quale ci siamo cacciati tutti. E, si badi bene, dal labirinto non esce vivo nessuno, se ancora perdura questo stato di cose. Non è vero che il Titanic ha predisposto le scialuppe per la sola prima classe: no, scialuppe non ce ne sono per nessuno!
Mediocrità e pressapochismo distinguono tanti uomini in questo momento; laddove, invece, dinanzi a problemi certamente grossi, occorrerebbero grossi cervelli. Ma se il cervello di coloro che tirano i fili è in vacanza, cosa possiamo fare, noi, poveri mortali? Ed è davvero in vacanza il cervello di tanti. Ma, dico, io c’era bisogno di chiamare un professore universitario per aumentare la benzina, diminuire gli stipendi, introdurre l’ICI, bloccare le pensioni, rivedere gli estimi catastali e, introdurre addirittura la tassa sulle vincite al “Gratta e vinci”? Hue? Dico? Direbbe Bersani, mica siamo qui per contare le chiazze ai leopardi???!!!
Se non è cervello in vacanza questo, mi si dica cosa è un cervello in “tilt”.