Obesi in Italia oltre i 5 milioni per un costo di 8 miliardi
30.12.2011, La Repubblica (di GIULIA SANTERINI)
Il governo italiano pensa a tassare il cibo spazzatura, come la Francia e gli Stati Uniti. Tutti i numeri di un’emergenza che potrà solo peggiorare. Con il nostro Paese maglia nera in Europa per bambini sovrappeso.
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TASSA sul junk food sì, tassa no. Mentre il Ministero della Salute precisa che per finanziare la Sanità (pare, la costruzione di nuovi ospedali) non c’è ancora alcuna tassa sul cibo spazzatura, ma solo una “bozza in vista del nuovo Patto per la salute da concordare con le Regioni”, nascono due domande: quanti obesi abbiamo in Italia e quanto ci costano? L’ultimo studio 1condotto dalla Scuola Superiore Sant’anna di Pisa parla di obesi in età adulta pari al 10% della popolazione, poco meno di 5 milioni di persone. Per un costo sociale annuo di 8,3 miliardi, pari circa al 6,7% della spesa pubblica in cure mediche soprattutto per malattie cardiovascolari e diabete, ma anche per dietologi e psicologi (negli Usa il costo dell’obesità per lo Stato tocca il 9% della spesa medica complessiva, 147 miliardi di dollari). Un prezzo che senza qualche intervento (o qualche tassa) non potrà che peggiorare: nel 2025 è previsto un tasso di obesità negli adulti che arriverà al 43%.
Secondo lo studio più ampio mai svolto dalla commissione europea Idefics 2(Identification and prevention of Dietary- and lifestyle-induced health EFfects In Children and infantS; Identificazione e prevenzione di effetti dietetici e stile di via indotti in giovani e bambini ) su 16mila bambini per due anni, l’Italia registra il primato di sovrappeso e degli obesi nella fascia d’età tra i 6 e i 9 anni. E nel Belpaese l’aumento dell’obesità infantile segna un +2,5% ogni 5 anni. Le abitudini alimentari vanno avvicinandosi a quelle del Nord Europa, ma la stessa cosa non avviene per l’attitudine sportiva dei ragazzi. La notizia peggiora se sommata agli articoli di Lancet che denunciano un quoziente d’intelligenza più basso e una probabilità di depressione più alta per i bambini ciccioni. Fin qui l’obesità. Se allarghiamo il raggio a bambini e adulti in sovrappeso le cifre lievitano: già al congresso europeo sull’obesità di Ginevra del 2008 in Italia il sovrappeso riguardava il 42,4% dei maschi e il 26,6% delle femmine.
Che il cibo spazzatura abbia una parte in questi numeri è certo. L’America, il 30,6% della popolazione di obesi americani, insegnano. E la scienza conferma. Stiamo parlando di cibi ad alto contenuto di calorie e di zuccheri come hamburger, patatine, bibite gassate, soft drink, merendine farcite e non, in generale quegli alimenti che apportano all’organismo calorie “vuote”, che cioè non portano benefici nutrizionali. Per capire, confrontiamo una lattina di bevanda dolce gassata con una mela: in entrambi i casi ci sono 100 calorie di zuccheri semplici, ma nel primo non c’è altro, mentre nel secondo arrivano all’organismo vitamine, minerali e fibra alimentare. Ecco, questo cibo di zuccheri “vuoti” solletica di più i neuroni della gratificazione. E dà assuefazione. Esemplare lo studio pubblicato da Nature Neuroscience 3l’anno scorso, sui topolini del laboratoprio dello Scripps Research Institue in Florida. Dopo un mese e mezzo di dieta a base di bacon, salsicce, torte e cioccolato, iniziavano a comportarsi come veri e proprio drogati: mangiavano in continuazione e volevano alzare la dose. Cosa succedeva? Il piacere da cibo si trasmette attraverso il neurotrasmettitore della dopamina. Quando c’è sempre più dopamina in circolo, il cervello diminuisce il numero dei recettori. Ed ecco che devi alzare la dose di cibo spazzatura per averne lo stesso piacere di prima. Fin qui la parte della chimica. Poi nell’obesità ci sono le cause psicologice e le cattive abitudini, certo.
Gli Stati Uniti che hanno inventato il junk food, ora gli fanno guerra. A San Francisco sono vietati gli Happy Meal 5, i regalini che accompagnano i menù speciali per i bimbi (per i quali il tetto di calore da raggiungere è fissato a 600). A New York il sindaco Bloomberg mette una tassa sulle bibite gassate 6, la “soda tax”. E diversi Stati d’oltreoceano hanno messo tasse sulle bibite e le caramelle nelle scuole, per dissuadere gli alunni dall’acquisto di prodotti più costosi. Gli Obama zappano l’orto della Casa Bianca sotto i fotografi e invitano il nostro Carlo Petrini, l’ideatore di Slow Food, a spiegare la ricetta del mangiar bene agli americani.
Ma anche in Europa qualcosa si muove. La Francia, dove la spesa per le cure all’obesità è arrivata all’8%, poco più che in Italia, mette a punto la “sarkoslim”, una tassa su snack troppo grassi, troppo salati e troppo dolci attraverso un aumento graduale dell’Iva dal 5,5 al 19% 7. In cambio dovrebbe essere ridotta l’Iva su frutta e verdura. In Gran Bretagna il governo vieta la pubblicità delle merendine su tv e carta stampata. E in Italia? Petrini da anni inascoltato invita gli italiani a boicottare merendine grassi e bibite gassate. Qualche comune lancia la biomerendina e la frutta a scuola. Qualcuno, a scuola, vieta di portare cibo da casa. Forse una tassa Balduzzi sul cibo spazzatura non sarebbe una cattiva idea. Più entrate e meno uscite per le Regioni. E, forse, più salute per tutti.